28- Chiuso

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Parte 2 

"Sogni d'oro,Jeon." Do le spalle alla video camera di sicurezza,con l'intenzione di non volermi girare. Siamo solo io e il mio amico. Ticchetta ininterrottamente. Mi fa compagnia, nonostante io lo detesti perchè scandisce i secondi della mia vita che passano,andandosene senza che io possa dargli senso,senza che io possa viverli. Ecco cos'è la vera tortura quà dentro. Oltre alle diecimila accortezze,si sono preoccupati di appendere un cazzo di orologio,in una camera insonorizzata. Non ci sono porte,né finestre. Nemmeno un buco infinitesimale. Solo muri bianchi come il fottuto paradiso. Fanno una luce incredibile e ogni volta che mi sveglio mi pare di essere morto. In un certo senso lo sono,o preferirei esserlo. Poi c'è lui,il piú bastardo di tutti. Mi odia come la peggiore delle sue paure. Una guardia con i baffetti bianchi è una calvizia incipiente. Se potesse darmi fuoco con gli occhi lo farebbe sempre e comunque,scommetto che ballerebbe pure sulle mie ceneri,con quel corpo grasso che si ritrova. C'era un'altra guardia,piú giovane è simpatica in confronto a lui,un ragazzo, sparito nel nulla. Forse era troppo buono con me e ai piani alti non piaceva. Troppo poco sadico per i loro gusti? Il ragazzo almeno spegneva le luci durante la notte,questo le lascia accese e io impazzisco. Bastardo. Oltretutto è qualche giorno che inizio a immaginarmi suoni che non esistono,voci che mi sussurrano e cantano. Non sono come le voci che sentivo,o quelle dei demoni,queste non sono niente in confronto. Sono dei passatempo che la mia testa crea. Il mio cervello potrebbe anche evitare visto che cosí impazzisco il doppio,ma d'altronde sta proprio lí il problema. Sono da poco passate le otto,mi hanno fatto mangiare a forza e ora dovrei dormire,secondo i loro piani. Certo,come se chiudere gli occhi e piombare negli incubi sia piacevole. Ormai addormentarsi non è una fuga,ma una delle tante cose che mi fa uscire di testa. So cosa vogliono fare,vogliono farmi impazzire per rinchiudermi in un manicomio,cosí sarò piú facile da gestire. Peccato per loro che sia passato un mese e io sono ancora sano di mente,sano come un pesce. Non intendo arrendermi. Mi hanno chiuso nei peggio posti,affidato ad un figlio di puttana e creato un buco personalizzato,ma non riusciranno a piegarmi. Già sto escogitando il piano. Devo solo liberarmi di questa camicia di forza. Ovviamente non è una comune,è magica. Rido. Tutto magico,perchè io non sono un mago. Non faccio incantesimi,nè riesco a decifrarli,ovviamente. Resta solo il mio potere. Faccio una capriola,per cambiare posizione. Ogni tanto lo faccio per sgranchirmi le gambe,almeno quelle,visto che non posso muovere altro. Solo quando faccio pipí,o altro,mi fanno usare una mano. Ho già selezionato quel momento. Una mano è abbastanza per stendere una guardia e creare scompiglio. Per uno come me è piú che sufficiente. Devo solo capire il mondo fuori queste mura. Da qualche parte c'è la creatrice di tutto questo. Una strega penso. Fa passare avanti e indietro le persone,penso che abbia creato un incantesimo tutto suo. Sceglie le persone da fare entrare e uscire, e solo quelle entrano. Magari se afferro la guardia mentre piscio e minaccio di ucciderla,posso guadagnare un pò di tempo. È un opzione piú che sufficiente. Manca solo la pratica. Ticchetto col piede nudo a terra. Quà non fa nè freddo né caldo. C'è aria ed è gia abbastanza. A volte i giorni con Jin rischiano di mancarmi,almeno con lui facevo qualcosa. Fra spari e morti,ma sempre cose diverse. Poi vorrei raccontargli tutti i sogni che ho fatto solo per mandarlo nel caos. Coltelli,i soliti fuochi d'artificio e morte. Qualche volta sopravvivo nei sogni,in altre muoio. Kaputt. Spero tanto non siano essere viventi veri a morire la fuori,perchè ho perso il conto.

"Su,non fare il testardo. O devo far tornare Jane? Non vuoi vedere Jane vero?" Fa la stessa voce che si fa ai bambini. Jane è una pistola spara sonniferi. Quando si stancano,vengono quà e mi sedano. Sbuffo e scuoto la testa,facendo cadere il ciuffo nero davanti al naso. E ci risiamo. Non ho voglia di cadere come un sacco di patate a terra,solo perchè devono fare il cambio della guardia o si sono rotti le scatole di guardarmi da uno schermo. Oltretutto,mi tocca tenermi il prurito causato dai miei stessi capelli,sono cresciuti troppo perchè sia passato un mese. Ma io ne sono sicuro. Ho contato i giorni. Siamo esattamente al ventinovesimo. Provo a scostarmi i capelli col piede,fallendo miseramente. Non sono cosí bravo coi piedi.

"E va bene,l'hai voluto tu" Ma cosa vuole? Non mi ha nemmeno dato il tempo di contare fino a venti o di sdraiarmi sulla brandina. Un infame,ecco cos'è. Un dannato infame. Ora arriverà,farà la sua grande entrata e mi sparerà nuovamente uno di quei cosi dritto nella gamba,fa sempre cosí,e io non sarò altro che un sacco di sangue e ossa addormentato a terra. Mi stendo,almeno sono già in posizione. Tanto non gli importa niente se dormo sulla branda o per terra. Sono solo un rifiuto umano per loro. Il rumore dei passi preannuncia la sua entrata. Quà non esiste la porta,almeno nelle celle hai il preavviso dello scricchiolare delle giunte metalliche,quà niente. Passano i muri come fantasmi. Quanto meno le sue scarpe scalpicciano sul pavimento foderato. Le mie orecchie fremono per quegli impulsi. Se non fosse per gli annunci sporadici,penserei di essere sordo.

"Tieni" L'ago appuntito si conficca nella carne,dopo un sordo "pof". Stasera Jane è al quanto giú di morale,i poveri bastardi devono caricare l'aria compressa,ormai ne saranno a corto. Contraggo il muscolo percependo il solito dolore pungente,seguito dall'intorpidimento. Ho tempo solo per un vaffanculo,prima di svenire in un altro sogno pesante e osceno. Questa volta non c'è una folla,non ci sono spari. Solo un parco,silenzioso e calmo. Da quanto posso capire non c'è nessuno,forse nemmeno io. Ci sono le altalene,gli scivoli,con una serie di panchine tutte intorno. Scorgo qualcosa dello stesso colore,ci sono seduto sopra. Allora esisto? Alzo lo sguardo,ritrovandomi davanti Jin con il suo ragazzo. Quest'ultimo non è piú biondo. Stanno litigando penso. Il suo colosso è accigliato,chiuso in una smorfia sconfortata,non usa un tono molto calmo. Lo stesso vale per l'altro. Un qualcosa nel mio petto si muove,la prima cosa che mi viene in mente è proprio una risata. Non ne so il motivo,ma lo faccio. Io rido, senza motivo

"Perchè non vuoi dirmi la verità? Cosa ti passa per la testa Jin?" Namjoon,mi pare si chiamasse,adesso ha una folta chioma castana. È adirato per qualcosa. Non era Jin quello tutto fuoco e niente arrosto? O lo erano entrambi?

"Veramente? Stai seriamente pensando che io ci incastri qualcosa in tutto questo bordello?" Il detective prima era seduto al tavolo,adesso si sta sporgendo sul tavolo,per raggiungere l'altro. Gli ha sparato le parole in faccia,con cattiveria e disgusto. Come se lo avesse tradito? È cosí? Sto guardando una telenovela?

"Jin,sei continuamente ovunque. Al momento giusto. Durante gli attacchi. Non ne hai mancato nemmeno uno." Dall'altra parte,il ragazzo sembra aver abbassato la cresta,ma continua a pronunciare le parole come se fossero delle pugnalate.

"Io non ero presente durante l'attacco a Londra e in Argentina." Non capisco bene a cosa si riferisca.

"Si,ma non eri raggiungibile. Sei sparito,poi questo." Oh,sul tavolo c'è il mio Tatak non segnalato. Come cazzo ha fatto a trovarlo?

"Non stai dicendo quello che stai dicendo. Nam. Riprenditi per favore. Io sono innocente è solo che...come posso spiegartelo? Non posso." L'orologio viene sbattuto sul tavolo,vorrei pregarli di fare piú attenzione,quell'oggetto vale un mucchio di soldi.

"Non puoi? Perchè no? Non mi parli piú di niente,già siamo lontani,non puoi chiuderti cosí. Cosa devo pensare? Stanno per metterti sotto accusa,Jin rischi la galera." Che meraviglia,è proprio un bel sogno. Jin in galera è una cosa al quanto ironica. Il poliziotto nel suo stesso buco. Nella sua stessa trappola. Probabilmente sto ridendo proprio per questo.

"Non so come spiegare. Nam,ti prego. Credimi. Io non ci incastro niente. Sto solo indagando qualcosa piú grande di me."

"Io,non so che dire. Ti conviene consegnarlo." Il povero Tatak viene fatto ruzzolare nuovamente sul tavolo. Mi si rizzano i capelli sulla testa,se solo potessi averlo fra le mani,lo custodirei col giusto amore. Faccio per alzarmi,quando la conversazione cambia piega. La porta viene sbattuta e rimane solo Jin,a fissarla. Cè pure un'aria strana,puzza di rabbia e dolore. Un misto di emozioni inconsueto e l'aria ne è appestata. Quei due devono litigare pure nei miei sogni. Fanno proprio schifo come coppia. Non hanno una via di mezzo,o troppo sdolcinati,o troppo incazzati. Il tempo passato insieme a loro mi è bastato. Raggiungo finalmente il dannato orologio e lo afferro,contento. Il quadrante lucido è contornato dal del grigio,come le lancette per l'orario. Mentre quelle per i viaggi sono di un rosso acceso. Va,ticchetta. Penso sia carico. Imposto delle coordinate casuali,qualsiasi posto va bene,seppure fuor di quí. Mi manca tanto...la mia libertà. L'ho sempre data per scontata e adesso è il mio tormento. Clicco il tasto per far partire il viaggio ma non mi muovo. Rimango lí,dove sono e mi sento affogare dentro. Posso solo guardarlo mentre gioca col mio Tatak. Toglie le coordinate. Dopodiché sparisce e pure io me ne vado, continuando il sogno fra le ombre e assassini.

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