Non ho fatto in tempo. Non so cosa sia successo. Tutto troppo veloce per un comune essere mortale come me. Le bombe sono esplose, ferendo uomini e bambini. I morti non mancano. Ustionati, feriti, uno peggio dell'altro. Alcune giostre sono esplose mentre erano in funzione. Il parco divertimenti è diventato un colabrodo, un opera d'arte battuta a fuoco. Gli esplosivi seminati come funghi, stavano lí da tempo, sono io ad essere arrivato in ritardo. Se solo avessi interrogato prima la ragazza...
Sotto ad un caso anomalo si nascondeva la disgrazia. Un qualcosa di maligno, piú che inaspettato. Oltretutto ho pure perso Jungkook, spero sia vivo. È sbucato come una manna dal cielo. Quella ragazza, o dovrei chiamarla bestia, mi ha praticamente steso con una forza inaudita, pensavo di lasciarci le penne. Adesso non so dove sia, ho paura a richiamarlo, immagino che il legame non possa richiamare i morti e se è gravemente ferito peggiorerei la sua situazione. Possibile che mi stia preoccupando per uno come lui? A questo punto non dovrei meravigliarmi piú di niente. La prima bomba è saltata a mezzo giorno, tirando giú parte di una montagna russa. Piú precisamente alle 12:34 Questo è quanto mi è stato riferito dalle guardie a comando delle video camere. Quei numeri li ho già sentiti:la chiamata. Perchè mi hanno avvisato? Come potevo capirlo? Nonostante sappia che solo un indovino aveebbe potuto comprendere una cosa del genere,non riesco a non sentirmi in colpa. Un goccio di arguzia in piú e magari potevo evitare questo casino."Sarem, vado a vedere dov'è finito quel latitante." Al momento sto dando una mano ai paramedici, nel recupero dei feriti. Ho smolecolarizzato un pò di ferraglie e tirato giú i vagoni di una montagna russa, che si è fermata giusto in tempo, prima di fare l'ultimo volo in picchiata, per sempre.
"D'accordo, se hai bisogno chiama" Dice lei, alzando una signora. Mi metto in moto, perlustrare tutto non mi conviene, devo tornare vicino all'attrazione d'acqua e cercare nelle vicinanze. Dopo che l'ho lasciato, nemmeno dieci minuti che tutto è esploso. Non sarà andato molto lontano, almeno che non abbia iniziato a correre come una lepre, ma sembrava abbastanza fiacco per farlo. Raggiungo il posto, dopo aver superato casette a tema distrutte, corpi coperti e bambini che piangono. L'aria è ancora appestata dal fumo dei piccoli incendi e dalla puzza di zolfo. Le squadre antiterrorismo sono alla ricerca di eventuali bombe inesplose. Il posto dovrebbe essere sgombro, senza nessuno, ma il parco,non è riuscito a farlo evaquare in tempo. Mi mordo l'interno della guancia, con una frustrazione non indifferente. Chissà se pure quel ragazzo, Idan, era coinvolto in questa assurda situazione. A quale scopo potrebbero fare una cosa del genere se non fare del male a degli innocenti? Sorpasso la giostra nella quale, per poco, non ci lascio le penne e lo trovo, seduto a terra, che fissa un telo davanti a se. Piú mi avvicino, piú vedo il suo sguardo vitreo. Sotto al telo sbuca una mano, con un palloncino legato.
"Sei vivo?" Sente la mia voce, si volta lentamente, mi lascia uno sguardo smarrito e torna a fissare il corpo. Sembra che stia per scoppiare a piangere. I suo vestiti sono sporchi e strappati. Dalla fronte gli è sceso del sangue, ormai seccato e sulla guancia ha altri segni freschi. Sembra proprio che un esplosione l'abbia battezzato. Ovviamente, come se non bastasse c'è del sangue a terra. Accompagnato da caramelle e vetro. Poco piú in là, la vetrina di un negozio è stata sventrata. Completamente esplosa, emana ancora del fumo.
"Aveva perso il padre. Voglio aspettarlo." Non è una constatazione, ma quasi un ordine. Il tono con cui lo dice è triste, quasi mi fa male al petto.
"Lo ritroverà. Dobbiamo andare" Nega col capo, tirandosi un ginocchio al petto con una faccia dolorante. Perchè vederlo cosí mi fa sentire strano, in lui non avevo concepito questo essere sensibile. Difficile assimilare sentimenti ad uno come lui, eppure sembra veramente abbattuto.
"No, le faccio compagnia. Ed era una lei, non un ragazzino" Sospiro, lasciandomi cadere le braccia sui fianchi. Non posso perdere tempo, nè voglio portarlo via con cattiveria. Non me la sento, è provato, ci pensa già il destino a castigarlo.
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UNDER FATE
FanficQuando l'uomo si crede piú furbo del mondo che calpesta,quest'ultimo si ribella ribaltando le carte in tavola. Il tempo e lo spazio,sono unici e irreplecabili,basta una piccola goccia,un battito di ciglia per stravolgere le sorti di vite innocenti...