4

18 0 0
                                    

Ricevetti la risposta al messaggio nel tardo pomeriggio. Filippo, guardando la foto del profilo su Whatsapp, era un ragazzo giovane più o meno della mia età, moro, occhi verdi e un gran sorriso. Da quello che avevo intuito era un ragazzo con la passione per la chitarra che aveva messo su una specie di studio dove dava lezioni per pagarsi l'università.
"Ciao! Come avrai letto dal volantino io sono disponibile il lunedì, mercoledì e venerdì nel tardo pomeriggio; per il prezzo ci accorderemo appena vieni, la prima lezione è gratis!". Perché no? Ogni tanto mi sento così oppressa dalla routine giornaliera che non riesco a trovare una via di fuga che non sia la musica mentre sono a letto la sera o un buon libro quando non ho da studiare. E allora "carpe diem". Coglierò questa occasione per sfidare me stessa.
***
I giorni passano velocemente, tra banchi di scuola, interrogazioni e una mole di studio non troppo grande. Siamo vicini alle vacanze di natale e per fortuna i professori si sono accorti che è inutile dare troppi compiti per il rientro, tanto nessuno li farà. Arriva, senza che me ne accorga, il mercoledì. Verso le 17.30 esco di casa e mi prende un po' di ansia. Le situazioni nuove mi mettono sempre in confusione: non sai mai se la cosa andrà bene o male, se ti aiuterà a crescere o ti farà piombare nel buio. Questo dubbio mi attanaglia ogni volta e lo scaccio con fatica.
Parcheggio la vespa davanti al portone di un vecchio palazzo, suono il campanello con su scritto "Filippo corso chitarra" (vago ma efficace) e in men che non si dica mi ritrovo a salire le classiche scale antiche alte e ripide. Arrivo fino al secondo piano e bussò alla porta.
"È permesso?"dico aprendo leggermente la porta. Subito noto che non mi trovo in uno studio ma in una casa. È un piccolo monolocale, con un soffitto altissimo, il parquet chiaro e un arredamento molto minimale. Ci sono molte piante di diversi tipi, e subito un gatto nero si affaccia alla porta fissandomi con enormi occhi gialli.
"Si! Arrivo!"sento la voce di Filippo che viene dal fondo della casa. Poi appare. È come nella foto: alto, moro con gli occhi chiari che illuminavano il volto e il sorriso a trentadue denti.
"Piacere, sono Filippo. Entra pure, e non fare caso a Nerone, sembra cattivo ma non lo è"dice guardando il gatto. In effetti io non sono una grande amante dei gatti poiché non riesco a capirne le intenzioni, e credo che il legame uomo-cane sia di un altro livello.
"Ciao, sono Iside."rispondo stringendo la mano, un po' in imbarazzo.
"Iside.. che bel nome! Cosa ti ha portato qui, Iside?"intanto Filippo mi aveva fatto strada verso la sua camera. Era di modesta grandezza, con un letto a una piazza e mezzo e numerosi poster attaccati alla parete riguardanti vecchi gruppi musicali come Pink Floyd, AC/DC e Rolling Stones. Anche in camera c'erano numerose piante, le pareti erano bianche e la prima cosa che mi saltò all'occhio fu il vecchio giradischi accanto al letto.
"Ho trovato il volantino fuori scuola e ho pensato di sfruttare l'occasione di svagarmi un po'. La musica ha sempre avuto un ruolo importante per me, mia madre è una musicista e anche mio padre ama l'arte in ogni sua forma, perciò possiamo dire che è di famiglia."rispondo sorridendo, senza smettere di guardarmi intorno. Anche solo la camera di una persona è in grado di svelare tanto di lei. Mi piaceva come era arredata e tenuta in ordine.
Parlammo molto di scuola e mi spiegò i primi accordi e un po' della storia della chitarra. Si vedeva dai suoi occhi che la musica era fondamentale per lui e infine, con un po' di imbarazzo, gli chiesi di suonarmi il suo pezzo preferito. Si mise a sedere sul letto e iniziò a sfiorare le corde dello strumento con una tale naturalezza che lui e la chitarra sembravano una cosa sola. A metà del pezzo, il mio cellulare iniziò a vibrare e solo in quel momento mi accorsi che erano le 20. Ero in ritardo di un'ora e mamma mi stava chiamando, sicuramente preoccupata per la mia assenza a casa. Filippo smise subito di suonare e io risposi al cellulare.
"Mamma? Si, sono leggermente in ritardo, arrivo tra dieci minuti."mi affrettai a dire. Intanto Filippo stava riponendo la chitarra nella sua custodia.
"Non mi ero accorto che fosse così tardi, scusami tanto."disse prendendo il gatto e accarezzandolo sul letto. "Ti accompagno alla porta.".
"Non ti preoccupare, anzi scusami, magari avevi da fare qualcosa e mi sono trattenuta più del dovuto!"dissi seguendolo. Inizialmente non avevo notato che aveva dei tatuaggi sulle braccia. Aveva tanti piccoli simboli e scritte in lingue straniere che mi incuriosivano, ma non volevo sembrare troppo invadente.
"Allora ci vediamo venerdì? Stessa ora?"si rivolse a me con il suo sorriso radioso, aprendomi la porta.
"Certo! A venerdì"dissi con slancio. Subito mi accorsi che il mio tono era strano, più acuto del solito e arrossii subito. Scesi le scale e mi avviai al motorino; ormai il cielo era buio e la luna piena illuminava fievolmente la strada. Mi misi le cuffie e tornai a casa con la canzone che Filippo suonò prima: Wish You Were Here.

La vita sbaglia spesso i momenti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora