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I giorni passano in modo veloce e monotono. Decido di disintossicarmi dalla faccenda di Filippo perchè "magari è meglio così" (è quello che dicono tutti). Non ho più occasione di passare da Lorenzo al bar per restituirgli il libro, poiché troppo impegnata con lo studio prima del rientro a scuola. Indubbiamente queste vacanze natalizie sono state le più strane e le più cariche di emozioni contrastanti. Ho conosciuto Filippo, o meglio, il destino ha fatto si che le nostre vie si incontrassero, ed è proprio grazie a lui se adesso ragiono meno in maniera razionale. Ricordo che, durante una delle nostre classiche chiacchierate post lezione, mi dette un consiglio che tutt'ora tengo bene impresso nella mente.

"Platone disse che nell'animo di ogni uomo vive un bambino capace di provare emozioni intense e ingenue al tempo stesso e sta all'uomo preservare questa parte di sé e abbandonare quella razionale. La ragione a volte non è la strada giusta Iside, devi imparare a seguire più il cuore, le emozioni che ti sovrastano con così tanta potenza da lasciarti senza fiato sono indicatori molto importanti. L'importante è saperle maneggiare con cura, senza metterle da parte nè tantomeno sottovalutarle, perché è principalmente grazie a loro se l'uomo riesce ad apprezzare un particolare momento della vita, per poi inciderlo nella mente in modo indelebile. Perché alla fine, noi viviamo di momenti e la nostra felicità dipende solo da quegli attimi in cui le  emozioni sono gestite e maneggiate amorevolmente.".

Sorrido al pensiero. Mi mancano le tazze di caffè fumante e le conversazioni che solo con lui riuscivo ad avere.

Con Lorenzo è diverso. La cosa che mi attrae di lui è il suo modo di non presentarsi mai completamente alla persona che ha davanti, la sua tendenza a rimanere sempre nella penombra senza essere né troppo visibile né totalmente invisibile. Si tratta più di una specie di sfida che ho accettato, quella di far sì che si esponga di sua volontà a me in modo da conoscere le sue insicurezze che evidentemente opprime, nella speranza di arginare completamente. Ogni tanto ci sentiamo per messaggi, ma non si è mai palesato con una richiesta di un caffè e sicuramente non lo farò io per lui. Per quanto riguarda il libro che mi ha prestato, è riuscito a prendere parte del mio cuore, credo sarà uno dei numerosi libri che consiglierò a più amici possibile. Semplice e apparentemente insignificante, lascia al lettore l'accuratezza che dovrà avere nei suoi confronti.

Un messaggio mi scuote dai pensieri: sono le mie amiche (nella mia città, tra amiche ci chiamiamo bimbe da quando nasciamo fino a quando muoriamo... questa è una delle peculiarità livornesi che adoro di più) che si lamentano della loro situazione per quanto riguarda i compiti per casa:

Elisa: Ma ancora con questa lezione? Siamo in quinta superiore, mica in prima media!

Marta: Solo io non avevo niente da fare??

Carolina: Solo io non ho ancora studiato niente e domani mattina si rientra?!

Come sempre, ci siamo trovate tutte all'ultimo coi compiti, e gli ultimi giorni di vacanza li abbiamo passati tutte in casa a sperare in qualche miracolo divino. E ora mi ritrovo di fronte alla scrivania di camera mia, invidiando Bruce che russa sul mio letto, mentre mi chiedo cos'ho fatto di male per meritarmi una situazione simile, circondata da libri di ogni materia. Mi immergo nello studio disperato e perdo la cognizione del tempo fino a che mamma bussa alla porta, avvisandomi che la cena è pronta. Ho praticamente finito tutti i compiti assegnati per le vacanze, e già mi immagino dopo cena sotto il piumone con Netflix che mi concilia il sonno. Ma, come ho già detto, certe volte vorrei tanto avere delle amiche asociali, o almeno che stanno in casa quando ancora devono studiare praticamente tutte le materie assegnate per la mattina seguente. Il cellulare squilla ininterrottamente e appena leggo il nome di Carolina sullo schermo so già cosa mi vuole chiedere.

"Non uscirò stasera." rispondo subito, senza nemmeno salutarla. Come dice spesso mia madre, "conosco i miei polli" e so già cosa sta per propormi la mia amica.

"Ciao Iside, sto bene grazie. Senti, ci sei stasera per una birrettina veloce e poi subito a casa? Prometto che non faremo tardi, devo ancora studiare 20 pagine di filosofia e preferirei arrivare a domani con minimo 5 ore di sonno." sento Carolina dall'altra parte che ridacchia. La odio quando fa così, è sempre riuscita a convincermi in queste situazioni e sono certa che ci riuscirà anche stavolta.

"No Caro, veramente, sono stanca e voglio arrivare a domani riposata e fresca come una rosa." rispondo seria, cercando nel frattempo di autoconvincermi a non cedere.

"Dai suvvia! Hai 18 anni o 90? E' l'ultima sera che abbiamo da donne libere! Ti assicuro che alle 23:30 massimo siamo tutte sotto le coperte." insiste lei. Non ho neanche il tempo di rispondere che vengo interrotta dalla sua voce, mi da velocemente appuntamento alle 21:45 al pub e butta giù. Sbuffo e guardo l'orologio sul display del cellulare: sono le 21:10, devo prepararmi in fretta. Mi infilo un paio di pantaloni, un maglione (sì lo so, mi vesto spesso così, ma non sono una che segue troppo la moda) e le mie polacchine verdi scure. Arrivata al pub decido di entrare intanto e ordinare una birra mentre aspetto le altre che saranno sicuramente in ritardo, fuori fa freddo e non voglio rischiare di prendere qualche malanno. Appena entro, subito vengo invasa dal calore del posto e da un odore che è un misto tra cibo fritto e polvere, ma ormai ci sono abituata. Saluto Michele, che sta servendo dei clienti, e mi siedo di fronte a lui sugli sgabelli vicino al bancone. 

"Solita birra?" mi chiede, sorridendo. Quanto può essere bello conoscere un barista di un pub? Alcol molte volte gratis e sedute con un analista ogni volta che vuoi. Spesso associo Michele al mio analista scherzando, ma è successo che abbia ascoltato senza perdersi alcun particolare i miei drammi personali quando l'alcol non mi permetteva di smettere di parlare. Ma sono segreti tra me e Michele, e anche lui ogni tanto si confida con me, oltre a darmi consigli e a farmi compagnia quando le mie amiche sono in ritardo. Tipo adesso.

"Solita birra, grazie Michi" dico prendendo il cellulare dalla tasca per controllare se le bimbe sono tanto in ritardo o se stanno per arrivare.

"Perchè continui ad arrivare in orario se hai amiche ritardatarie croniche?" mi chiede ridendo lui.

"Hai ragione, ma sai, c'è un barista carino che mi offre sempre le birre e voglio parlarci il più possibile da sola" scherzo facendogli un occhiolino. Si mette a ridere, si allontana per servire due ragazzi in fila per una birra e poi torna da me.

"Come stai? Veramente, intendo." mi chiede mentre pulisce il piano del bancone. Sorrido. Sono grata del fatto che si preoccupi per me, e non mi pesa affatto raccontargli tutto. Inizio a parlare, partendo dal giorno in cui trovai il volantino, fino alla visita di Filippo a casa mia, passando per il libro di Lorenzo. Mi ascolta attentamente, qualche volta annuendo e qualche volta interrompendomi in modo gentile per servire qualcuno. Proprio nel momento in cui concludo di raccontare i fatti accaduti, entrano Carolina ed Elena. 

"Quando saremo di nuovo soli ti dirò cosa penso, ora credo non sia il caso." mi sussurra Michele, mentre vedo le ragazze venire verso di me. Gli sorrido riconoscente, per poi lanciare uno sguardo severo alle mie amiche.

"Prima che tu possa dire qualcosa, scusa per il ritardo. Siamo rimaste senza benzina ed è stato difficile trovare un benzinaio nel paraggi." mi interrompe subito Elena. Scuoto la testa sorridendo per poi seguirle verso il nostro solito tavolo nella stanza fumatori. Il pub è affollato, ma per fortuna la nostra postazione non è stata occupata da nessuno. Appena apriamo la porta per accedere alla stanza dei fumatori un brusio mi arriva alle orecchie: molte facce si girano verso di noi, curiose di sapere chi sta entrando nella stanza. Noi facciamo lo stesso: esaminiamo se c'è qualcuno di interessante nei paraggi. Il mio sguardo distratto vaga da un angolo all'altro, fino a quando non si posa su un tavolo di fronte al nostro, e il sorriso che ho sulle labbra svanisce.

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