CAPITOLO 41 - Una Creatura bellissima

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Dicono che certe cose non si possono capire: si devono soltanto accettare, così come il destino le manda. Ingiuste, assurde, precoci o dolorose che possano essere, lasciano un inevitabile senso di vuoto, ma non si può fare nulla per cambiare il corso degli eventi... Arrabbiarsi, disperarsi, o il soffrirne fino a perdere il sonno non può cambiare la situazione, pertanto non rimane che accettarle nella loro fredda ineluttabilità.

Abraxas ascoltò tutto ciò che Astaroth aveva da dirgli... Non si rese nemmeno conto di piangere, con lo sguardo vitreo di chi sa di avere un peso sulla coscienza.

Onestamente non aveva mai amato quella moglie imposta, tuttavia non rimase indifferente quando gli venne comunicata la sorte di Sophie: bene o male avevano condiviso un importante percorso di vita durato nove anni, e per due ragazzi - all'epoca minorenni - non erano certo pochi. Poteva anche essere 'solo una cugina', ma nessuno meritava una fine del genere. Non sapeva cosa Septimus le avesse detto precisamente in quell'ultimo incontro, pertanto non sapeva se si fosse suicidata per una scelta di dolore, di rabbia o di commozione. Poteva finalmente comprendere lo smarrimento di Samael, avendo perso la compagna in una circostanza simile, nella scelta egoistica di togliersi la vita senza dare risposte.

Per quanto Abraxas non fosse un ragazzo sentimentale, non riusciva a smettere di pensarci: in pochi giorni aveva perso il padre, la moglie e la sorellastra, e in particolare la sorte di Victoire lo avrebbe tormentato più del resto, perchè era l'unica vittima a non aver potuto fare una scelta. Cosa doveva aver patito la bambina in quei giorni, spegnendosi nell'inedia e nella solitudine? Era qualcosa che avrebbe tormentato gli incubi del Lord fino all'ultimo dei suoi sonni.

Da quel momento Xas prese a guardare Lucius con occhi diversi: restavano soltanto loro due, gli ultimi Malfoy vivi al mondo... Se gli fosse accaduto qualcosa avrebbero decretato l'estinzione della loro Stirpe. Non aveva mai provato così tanta ansia, e non aveva mai guardato suo figlio con tanta apprensione: aveva solo 8 anni, e sarebbe stato fertile fra altrettanti. Come poteva dormire serenamente? C'era anche un altro problema: le tempistiche biologiche di Aradia.

Tentò di parlare col Reggente, in merito.

[Abraxas] « È necessario che i nostri figli si sposino? », aveva chiesto a bruciapelo una settimana dopo aver inumato Sophie al Mausoleo dei Malfoy nella Sala che, un giorno, avrebbe ospitato anche lui.

[Astaroth] Aveva alzato un sopracciglio - « Devo fare finta di non avere sentito? » - chiese con forzata calma.

La loro alleanza era stata restaurata con tanta fatica dopo due secoli, vertendo proprio su quelmatrimonio, eluiosava a chiedergli se quell'unione fosse necessaria?

[Abraxas] Imbarazzato, dovette giustificarsi. « Sì, mi è stato accennato qualcosa riguardo alla loro necessità di accoppiarsi. Quello che ti chiedo è se sia necessario che si sposino: potrei Promettere Lucius a una sua coetanea, come mio padre aveva fatto con me... »

[Astaroth] Indispettito, non fece nessun giro di parole. « Mi spieghi quale sarebbe il problema? È perchè Aradia non appartiene alla vostra specie, o cosa? »

[Abraxas] Non voleva litigare con lui. « Ehm, no... È che... Se potrebbe diventare fertile a trent'anni, la mia Casata sarebbe in pericolo per un lasso di tempo molto lungo... Insomma, cerca di capirmi, voi Antica Notte siete in tanti, ma noi Malfoy siamo soltanto in due »

[Astaroth] « E allora risposati » - suggerì - « Pensa, non hai avuto neanche la scocciatura e l'onta del divorzio, come temevi »

[Abraxas] « Sì... Ma... »

[Astaroth] « Non c'è una Purosangue di un'età consona che possa darti altri eredi, senza che tu venga a mettermi ansia riguardo al menarca di mia figlia? »

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