11° Capitolo

55 8 0
                                    

Finiamo di prepararci e scendiamo giù nel cortile.
《Sapevo che le ragazze ci mettessero tanto per prepararsi, ma non pensavo di certo che avrei perso 3 quarti della mia vita aspettando voi. 》, sento gridare dalla macchina nera parcheggiata proprio davanti all'entrata della scuola.
《Ah, Allen, non hai capito niente dalla vita. 》, replica Evie con aria scherzosa.
Dalla macchina scendono due ragazzi: uno alto, capelli rossicci e un bel sorriso e un altro leggermente più basso con i capelli marroni.
《Ragazzi, vi presento Lea, la mia compagna di stanza.》
《Piacere, bellissima, io sono Evan.》, mi sorride e ricambio timidamente il sorriso.
《Ciao. 》, dice secco l'altro ragazzo. Non si è scomodato nemmeno a dirmi il suo nome.
Mi guarda per qualche secondo e accenna un sorriso leggero.
La prima cosa che ho notato, devo ammettere, sono stati i suoi bellissimi occhi verdi.
È stato molto freddo, quasi mi sembra di non stargli affatto simpatica.
E se tutta la gente qui è così, penso che sarà una serata interminabile per me.
《Vogliamo andare? Stiamo facendo tardi. 》, dice il rosso.
Ha ragione, prima andiamo, prima torniamo a casa.
Durante il tragitto solo Evie e Evan hanno parlato, mentre io ero presa dai miei pensieri e lui non aprì bocca.
Ammetto di aver pensato che fosse un bel ragazzo, ma...
"E lo pensi ancora."
Perfetto ci mancava solo la mia stupida coscienza.
"Ammettilo, lo trovi affascinante."
"Non ammetterò un bel niente. È così scorbutico!"
"Ed è proprio questo che ti piace di lui."
"Oh, guarda, penso stia parlando proprio con te."
《Vuoi scendere dalla macchina o ci rimani dentro? 》
《Cosa?...》
Alzo gli occhi e mi rendo conto che tutti gli altri sono scesi dall'auto, mentre io battibeccavo con me stessa.
"Ma che problemi ho!?"
《Senti, ti muovi o no? 》
《Oh, ehm...》, cerco di levarmi la cintura il più velocemente possibile, ma non faccio altro che agitarmi.
《Ah, leva quelle mani. Fai fare a me. 》
Si avvicina a me e apre la cintura. Mi guarda negli occhi e accenna un sorriso forzato. Le nostre facce sono  così vicine che posso sentire il suo respiro.
《Grazie...》, dico quasi arrossendo.
《La prossima volta rimani a casa, che è meglio. 》
E mentre mi dice ciò, si incammina verso la villa di Mason.
"Che antipatico! A questo punto avrei preferito che mi lasciassero sola in macchina. Perché è rimasto lui? Non poteva andarsene dalle sue ragazze? No? Doveva davvero farmi sentire un'imbecille?"
Mi guardo intorno e purtroppo non vedo nessuna faccia conosciuta.
Sono già stata a qualche festa, ma questa sembra esagerata.
Mi chiedo se Hall conosca almeno la metà di queste persone.
Entro nella grande villa e rimango stupita di quanta gente ci possa essere.
Gruppetti che ballano di qua, altri che fumano di là, gente che farebbe meglio a cercarsi una camera e tanto, tantissimo alcool.
Decido di andare a prendere un cocktail.
Almeno mi tengo occupata e non mi sento sola e, inoltre, la cucina sembra molto meno affollata. Non c'è praticamente nessuno.
《Posso offrirti da bere? 》, sento dire dietro di me.
Mi giro e noto, con mia grande sorpresa, che è proprio Hall a parlarmi, in carne ed ossa.
《Allora? 》, insiste.
《In realtà era proprio ciò che stavo per fare. 》, gli dico indicandogli il bicchiere che tengo in mano.
《Che gentile! Mi stavi offrendo da bere? 》
《Cosa? No! Cioè... 》
Scoppiamo a ridere entrambi: io perché sono la solita ritardata e lui perché evidentemente pensa che io lo sia davvero.
Gli verso della vodka nel bicchiere e gli sorrido leggermente.
《Sei nuova da queste parti? 》, mi chiede posando il bicchiere sul tavolo, mentre io me ne prendo un altro.
《Sì, ho iniziato da poco il college. 》
《Vieni alla Washington? 》
《Sì e suppongo tu non abbia minimamente idea di chi io sia. 》, gli dico ridendo.
《Esattamente. In realtà forse conosco solo una ventina di persone, le altre 200 non le ho mai viste in vita mia. 》
《Si era capito. 》
《Che sbadato, piacere io sono Mason, tu sei? 》
《Io sono Lea. 》
Parlammo del più e del meno nell'ultima mezz'ora. Mi ha raccontato della sua officina e anche di come prima fosse stato il più bullizzato in questo college.
Dopo una lunga passeggiata per la casa, inizio ad avere vertigini, ma non voglio minimamente pensare di essere ubriaca.
Lo guardo divertita e mi rendo conto di aver bevuto un pochino troppo solo quando gli dico:
《Ne ho visto di ragazzi carini qua, ma tu, tu li batti tutti. 》
Mi guarda esitante per una attimo, ma subito dopo mi risponde:
《Anche io ne ho viste tante stasera, ma tu sei decisamente la più sexy. 》
Si avvicina lentamente a me e mi prende per i fianchi.
《Oook! Basta così.》
A rovinare tutto, o forse a salvarmi da quella situazione che sarebbe stata  decisamente imbarazzante il giorno dopo, è proprio Evie.
《Tu hai bevuto troppo. 》, dice togliendomi il bicchiere dalle mani.
《Stavamo solo parlando. 》, dice Mason alzando le mani a mo di difesa.
Io annuisco e sorrido innocentemente.
《Certo, ho visto. 》
Lo guarda storto e mi porta in macchina.
Per quanto io non sia sobria, so bene che domani sarà una giornataccia.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 18, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora