Tutte le famiglie felici si assomigliano, ogni famiglia è infelice a modo suo.
Certe volte capita di litigare, piangere, sbattersi in faccia verità che nessuno avrebbe mai la capacità di sopportare. A volte capita di dirsi cose orribili, ma poi subito pentirsi di quello che si è detto. Queste cose succedono nelle famiglie e certe persone desiderano anche che succedano, ma non perché siano pazze a voler vedere la famiglia andare a rotoli, semplicemente perché se qualcuno desidera una cosa simile, forse qualcosa manca nella sua vita.
Questo è il discorso che faccio a me stessa ogni maledetto giorno. Provo a darmi coraggio per andare avanti ed accettare la mia vita così com'è, ma dubito di riuscire a risolvere questo problema se poi continuo a fare pasticci come quello che ho appena fatto.
Ero così presa dai miei pensieri da non rendermi conto di aver sbattuto contro qualcuno.
《Lea, stai un pò attenta!》
In una frazione di secondo ho immaginato di litigare con qualche arrogante di questa stupida scuola.
Quando alzo lo sguardo mi rendo conto che, per fortuna, è solamente Lapo, il mio migliore amico.
Il suo vero nome è Jacopo, Jacopo Lynch. Sono stata io a volerlo chiamare Lapo, non c'è un perché. Forse una sera in cui avevo bevuto un po' troppo ed eravamo usciti, continuavo a chiamarlo Lapo. La cosa divertente è che tutti lo chiamano così oramai. È alto, ha i capelli neri e gli occhi azzurri. Ha un fisico pazzesco, è simpaticissimo, ed è irlandese.
《Lea, mi hai sentito? Mi hai sporcato la nuova camicia!》
Lo guardo con uno sguardo divertito, ma fingo di essere dispiaciuta.
《Ehm, scusami signor perfettino, non volevo.》, affermo cercando di non scoppiare a ridere per come si è vestito.
È un bel ragazzo, ma diciamocelo, il suo look è noioso. Mi sono ripromessa che un giorno lo aiuterò a migliorare questo suo aspetto, ma per ora lasciamolo così, almeno mi faccio qualche risata.
《Cara mia signorina in cerca sempre e solo di guai, vorrei informarti che questa camicia fa parte di una collezione di Pierre Balmain, uno stilista di alta qualità. Tu non puoi neanche...》
《Ah, zitto. Andiamo o facciamo tardi a lezione.》
Non la smette più di parlare. Non lo sopporto quando fa così.
Lo prendo per il braccio e faccio per incamminarmi, ma lui si ferma tirandomi indietro.
《E come faccio per la camicia?》
《Tieni, prendi questa maglietta.》, caccio una maglietta nera dallo zaino e gliela porgo.
《Dove l'hai presa?》
《È di mio fratello. L'ho portata ieri in discoteca perché gli serviva, ma non me l'ha più chiesta.》
《Ah,ma per caso...》
《Dio santo quante domande fai!Indossala e basta.》
《Va bene, va bene. Scusi.》, ridacchia e indossa la maglietta, finalmente.
Ci avviamo per andare in classe.
Il resto della giornata prosegue abbastanza bene, a parte qualche rissa di qua e di là, l'ennesimo 2 preso in matematica e Lapo che mi ha sfinita con i suoi racconti sugli stilisti francesi e sulle nuove uscite dell'alta moda. A volte mi sembra di parlare con una ragazza, non con il mio migliore amico.
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Remember
RomansaNon si può programmare sempre tutto. Non si può avere il controllo su ogni cosa. Non si può neanche scegliere chi amare. L'amore arriva e basta, senza avvisare. Ti può cogliere alla sprovvista, per poi farti innamorare di chi non avresti mai pensato...