7° Capitolo

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Dopo circa 20 minuti, vedo Lapo arrivare con la sua macchina.
Non gli do nemmeno il tempo di scendere, che mi precipito tra le sue braccia scoppiando in lacrime. Non so di preciso perché io l'abbia fatto, ma sentivo il bisogno di stare tra le braccia di qualcuno, qualcuno di vero.
《Tranquilla, piccola, andrà tutto bene.》, dice mentre mi dà un bacio sulla testa e mi stringe a sé.
Non mi ha mai chiamata piccola fino ad oggi, ma devo ammettere che mi fa piacere sentirgli pronunciare questa parola solo per me.
Stasera è, beh, diverso...
È vestito come un ragazzo normale. Indossa una maglietta bianca aderente, un paio di jeans neri e un paio di scarpette da tennis bianche e nere. Ha i capelli spettinati e gli occhi più chiari del solito. È meraviglioso.
Accorgendosi del fatto che io lo stessi fissando, precisa sorridendo imbarazzato:
《Beh, in casa nessuno mi vede con questa spazzatura addosso.》
Dio, che sorriso che ha!
Lea, torna in te. È sempre Lapo, il tuo migliore amico che a volte sembra una ragazza.
La mia coscienza riesce sempre a rovinare tutto. Ma ha ragione, non è un'altra persona, è solo Lapo. Devo smetterla di pensare queste cose di lui.
Sorrido sentendo i miei stessi pensieri e Lapo sembra accorgersi di questo particolare.
《Beh, se ti faccio questo effetto, mi vestirò più spesso così .》, dice scoppiando a ridere.
《Non mi fai nessun effetto. Solo che sei diverso stasera. Ma sei comunque noioso.》
Non so mentire, nemmeno io credo a me stessa.
《Hahah, dai andiamo, dobbiamo cercare Mike.》, dice sciogliendo l'abbraccio.
《Mi ero quasi dimenticata di mio fratello!》, dico entrando in macchina.
《L'ho notato. Sono io la causa.》,  scherza lui.
Beh, non ha tutti i torti, ma domani tornerà lo stesso Lapo noioso di sempre, quindi non c'è niente di cui preoccuparsi.
Alzo gli occhi al cielo ed entro in macchina.
Dopo circa mezz'oretta dalla partenza, arriviamo in un autogrill. Ci fermiamo per fare benzina ed io ne approfitto per andare al bagno.
Mi risistemo i capelli e mi sciacquo la faccia con l'acqua fredda. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco.
Do un ultimo sguardo alla figura riflessa nello specchio e, mentre sto per uscire dal bagno, mi squilla il telefono. È Mike.
《Finalmente!》, grido a mio fratello, che però non risponde.
《Mike, mi senti?》, chiedo guardando lo schermo del telefono per capire se ci sia segnale o meno.
Il segnale c'è, magari è lui che non ne ha.
《Mike, ascoltami. Chiama Lapo.》, gli dico nella speranza che mi abbia sentito.
《Lea...》, sento dire.
《Mike, tutto bene? Cosa sta succedendo?》, gli chiedo preoccupata.
《Fai presto...》, dice con un tono strano; quasi come se gli mancasse il respiro.
Inizio a preoccuparmi davvero.
Esco correndo dal bagno e vado subito alla  macchina.
《Mi ha chiamato Mike.》
《Cosa ti ha detto?》, chiede lui decisamente più tranquillo di prima.
《 "Fai presto" 》
《Ho paura che sia successo qualcosa, ma non so da dove cominciare. Non so dove si trova, non so dove ci troviamo noi, non so se devo andare direttamente dalla polizia, non so nemmeno...》
《Ehi. Calma. Ce la faremo, okay?》, mi dice prendendo il mio viso tra le mani per guardarmi negli occhi ed essere sicuro che io lo stia ascoltando.
《Non lo so.》, dico sospirando. Sto crollando e niente e nessuno può fare qualcosa per evitarlo. Non riesco a calmarmi, ho solo bisogno di piangere e stare da sola, ma non voglio sentirmi sola. Dubito si possa star soli senza sentirsi tali.
《Guardami. 》, mi ordina dolcemente.
《Io credo in noi e credo in Mike.  Se è  successo qualcosa, io so che Mike riuscirà a resistere finché non lo troveremo. Dove potrebbe mai essere andato di così lontano? Pensaci e calmati.》, dice accarezzandomi la guancia.
《Grazie.》
《Non devi ringraziarmi.》
Mi dà un bacio sulla guancia e mi sorride.
Non avrei potuto chiedere conforto migliore di questo.

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