Capitolo 1

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foto in alto di scattata da me❤️
(Miami)

sono un'aereo, mi sembra di sognare, dopo tutti questi anni di studi c'è l'ho fatta, ho studiato a Los Angeles, in una famosa scuola di criminologia, mi sono laureata e mi hanno assegnato il mio primo lavoro nel dipartimento di di Detroit.
<< mi scusi>>
Il mio discorso esortativo viene interrotto da un hostess
<<vuole qualcosa da bere?>>
Noto il led sulla tempia, é un androide.
<<Oh no grazie >> le rispondo cortesemente e mi giro sul finestrino
Quello che vedo mi lasca a bocca aperta
Sotto di me si estende l'enorme Detroit, ci sono grattacieli strutture in costruzione. Il comandante conferma di essere arrivati all'alto parlante e dopo 30 minuti siamo atterrati.

Scendo dall'aereo e mi dirigo con le cuffie nelle orecchie al bagno, mi guardo allo specchio e noto subito di assomigliare ad un panda
<<Cristo>> impreco ridendo mentre mi lavo la faccia,ho il mascara colato, sembra di aver pianto e urlato per ore, un ricordo sfiora i miei pensieri, abbastanza da farmi uscire una lacrima, che mi asciugo,
<<Città nuova,lavoro nuovo, vita nuova, niente ricordi niente passato>>
In quel momento mi arriva una telefonata Folwer , è il mio capo colui che dirige il dipartimento di polizia di Detroit,
<<pronto>> esco dal bagno con il telefono in mano, e cammino a passo svelto,
<<oh che piacere agente Mills é arrivata a Detroit?>>
<< si con 20 minuti di ritardo ma ci sono arrivata>> dico con un leggero sorriso,
<<é successo qualcosa capitano?>>
<<i suoi colleghi sono all'aeroporto loro ti accompagneranno al tuo appartamento e domani in centrale per mostrarti dov'é>>
<<aspetti...ha detto i miei colleghi pensavo che c'è ne fosse solo uno o che...>>
< é un uomo di mezza età capelli lunghi in ogni caso ti riconoscerà>>
Mi ha attaccato il telefono in faccia.
<<ma che cazz...>>
<<Ginevra Swan giusto?>>
Alzo gli occhi davanti a me c'è un uomo con un cappotto fradicio, in effetti solo ora mi accorgo che piove,
<<si sono io lei è..>>
<<Hank, Hank Anderson>>
Io ho una faccia confusa e cerco di capire se dovrebbe essere lui il mio collega
<<saró il tuo partner>>
Ha una voce scocciata forse perchè ci ho messo troppo ad arrivarci
<<caffè macchiato come desiderava tenente>>
Vicino ad Hank arriva un ragazzo dai capelli scuri, che gli porge un bicchiere di caffè

<lui è Connor, un>>

queste ultime parole sembrano aver, vergogna di uscire

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queste ultime parole sembrano aver, vergogna di uscire

<<è un androide della Cyberlife, spero non sia un problema>>

perché dovrebbe esserlo?

<<no assolutamente no, non vedo come potrebbe esserlo>>

gli sorrido e  mi stringe la mano, per un istante lo fisso, ha gli occhi color nocciola, una pelle perfetta, i capelli leggermente bagnati sono di un marrone scuro, con un ciuffo che gli ricade  sulla fronte, ha il mento delineato ed uno sguardo serio e dolce allo stesso momento, mi riprendo e gli stringo la mano, mi fa un mezzo sorriso,un stupendo mezzo sorriso.

<<Bene, la dobbiamo accompagnare al suo appartamento e domani le mostreremo la  centrale>>

Hank si avvicina alla macchina apre il portellone e si gira verso di me

<<7.30 sotto casa non voglio ritardi intesi?>>

ok, forse non ha il carattere migliore del mondo, ma è pur sempre il mio superiore

<<certo, o..ovviamente Tentente>>

ho uno sguardo sicuro, dopotutto ci sono passata all'accademi di polizia, se li nsei insicuro o ti mostri spaventato, sei fuori, ti tritano,

saliamo in macchina, Hank mette in moto e partiamo.

Il mio sguardo si perde per Detroit è una delle città più avanzate, grattacieli si alternano a strutture commerciali,  alberi ormai dal colorito arancione scuro essendo ad Ottobre.

Dopo 30 minuti arriviamo al mio appartamento.

<< Grazie del passaggio Tenente>>

scendo dall'auto,

<<Grazie anche a te Connor>> gli sorrido e lui a sua volta fa un sorriso,

la macchina se ne va e io praticamente bagnata dalla pioggia apro il mio appartamento, con qualche sforzo, nonostante la vecchia serratura difettosa sembra non volermi far entrare.

<<ti sei beccato l'appartamento antipatico Ginevra>> dico mentre con un ultimo sforzo riesco ad entrare, quasi ribaltandomi a terra, mi giro e guardo la porta aperta che da sul mio portico la pioggia cade velocemente quasi non si vede, ma abbastanza fitta da avermi bagnato tutti i vestiti,

do un ultimo sguardo alla porta prima di chiuderla lentamente per evitare che si stacchi, appoggio le mie spalle alla porta e lascio scivolare lentamente i piedi fino a sedermi a terra stravolta, mi strofino la faccia, il mio sogno, per cui ho studiato tutta la vita si è avverato

ce l'ho fatta.
















SPAZIO AUTRICE

so che nessuno lo legge,comunque mi sto impegnando molto fatemi sapere se vi piace

questa è la mia prima storia, non mi uccidete per eventuali errori

Buon 2020 in ogni caso voi dove lo festeggerete?

|△ CONNOR △ | Become human Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora