Capitolo 9

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Connor's pov
non parla, sta solo osservando, il finestrino, ha ancora del sangue sul labbro nonostante il disinfettante, guardo Detroit, e poi guardo lei, le luci della città si confondono con le macchine diventando tanti punti sfocati, la guardo per un ultima volta, non ha detto una parola per tutto il viaggio, dovrei parlarle? Forse è meglio lasciare le cose come stanno, i capelli nocciola  completamente bagnati,
e gli occhi marroni che a volte si confondono tra riflessi verdi  , propio come le luci di Detroit, il suo sguardo, sempre attento, e quelle poche volte che la vedo sorridere, senza abbozzarmi un mezzo sorriso, quello è il momento migliore della giornata,
torno a guardare la strada, siamo arrivati nel posto in cui era scappata dopo averle medicato la ferita, dove era quasi ubriaca, accenno un sorriso ricordando un momento, dove mi aveva detto di essere "perfetto",
<<Ferma la macchina>> è la prima cosa che dice da 30 minuti, accosto,
<<tutto bene?>> non mi guarda nemmeno
apre la portiera
<<ho bisogno di riflettere, da sola>>
abbasso lo sguardo
<<a domani>> mi sorride ma si vede che nel suo volto c'e solo stanchezza,
chiude la portiera e si incammina,
dovrei seguirla? Potrebbe combinare qualcosa o finire di nuovo sull'alcol,
no Connor non è questa la tua missione, tornerai a casa da Hank e domani sarà tutto apposto, riaccendo la macchina e parto voltandomi a guardarla un secondo

Instabilità software ⤊

più tardi
Connor's pov
sono vicino alla strada per arrivare a casa di Hank, e continuo a pensare a lei, non avrei dovuto lasciarla li, e se si ubriacasse? Combinerebbe sicuro qualcosa e non riuscirebbe a tornare a casa, faccio inversione e svolto sulla strada per tornare indietro.

Ginevra's pov
Guardo la bottiglia di birra che ho in mano,
<<di nuovo>> mi sono dinuovo lasciata trasportare dall'alcol, 
diciamo che ne avevo bisogno, faccio un sorso per poi appoggiarmi alla ringhiera
<<devianti>>
<<perchè ? Si comportano cosí>>
<<e se stessimo solo dalla parte sbagliata>>
guardo Detroit con gli occhi socchiusi, per via delle luci che ora vedo sfocate per l'effetto dell'alcol,
ho sempre fatto cosí, scappare dai problemi per isolarsi, chiudersi dentro di se, fa freddo, ho ancora un taglio sul labbro che mi fa dannatamente male,
non importa, è buio, e sono sola, non lucida, vorrei che Connor fosse qui,
mi scende una lacrima, mi sento persa, ho un lieve mal di testa e so che peggiorerà a momenti, chiudo gli occhi e faccio un respiro, sono nello stesso posto in cui ero scappata dopo che Connor mi aveva medicato la ferita, non so perché io faccia così, forse avevo davvero bisogno di stare da sola,
mi guardo in torno, non mi ricordo nemmeno da dove sono arrivata, vorrei non essere da sola, vorrei che mia sorella fosse qui, vorrei che lei fosse viva, quelle ragazze, si amavano, e io ho premuto il grilletto,
singhiozzo sempre di più finche sento qualcuno dietro di me, mi giro e alzo gli occhi al cielo, rigirandomi verso Detroit
<<ho detto di voler stare da sola>>,
Connor mi guarda e fa un sorrisetto appogiandosi alla staccionata vicino a me
<<stai mentendo>>, in effetti avrei voluto che lui fosse qui con tutta me stessa, mi asciugo velocemente le lacrime,
guarda la bottiglia che ho nelle mani e la prende,
<<Connor ridammela>> cerco di prenderla con la mano ma barcollo,
forse ha ragione
quindi non dico niente e torno a guardare Detroit,
sbuffo,
<<perchè sei venuto?>> sputo acida, odio il mio carattere,
appoggia i gomiti sulla ringhiera di ferro fredda, ma non mi guarda,
<<non avrei dovuto?>>
faccio silenzio oer poi rispondere secca
<<No>> si alza
<<posso andarmene se vuole>> si incammina lentamente a qualche metro come se sapesse che mi pentirò di quello che ho detto,
gli afferro il braccio e solo ora mi rendo conto che ha uno strato di pelle morbida come se fosse veramente umano,
<<si?>> ha una faccia come se sapesse quello che sto per dirgli
<<resta>> ,
si rimette dove era prima e mi guarda
<<quando ha premuto il grilletto>>, ingoio la saliva al pensiero,
<<perchè lo ha fatto?>> continua,
cedo e lascio che una lacrima scivoli sulla mia guancia,
me la asciugo nervosamente e mi giro a guardarlo,
<<non lo so>>, abbaso gli occhi a terra, e sospiro,
non stacco gli occhi dal pavimento,
<<ho giurato che avrei impedito a vita che qualcuno potesse far del male alle persone>>, faccio un respiro e guardo Connor,
<<cosí ho sparato, come se avessi avuto paura che quell'androide avesse potuto farlo prima di me, se non avessi premuto il grilletto in quell esatto momento>>, batto nervosamente la mano sulla ringhiera completamente bagnata dalla pioggia, ecco un'altra lacrima, non sono mai stata cosí debole come lo sono qui,
<<ho trattenuto cosí tante lacrime nella mia vita che sembra voglia liberarmene adesso>> faccio un sorrisetto che va in contrasto con i miei occhi lucidi rivolgendogli uno sguardo distratto, per poi fissare Detroit, l'ennesima volta, sembra che io voglia fare finta che tutto sia apposto, come se non fosse successo niente, non ce la faccio, non riesco a tenermi piu niente, guardo Connor, e lascio libero spazio sui miei sentimenti alle lacrime,
<<quando ho visto quelle ragazze tenersi per mano>>, la mia voce é tremante, cosí come lo é il mio corpo, per il freddo e le lacrime,
<<gli occhi di quella ragazza>> il mio respiro inizia a farsi pesante,
<<era come se chiedessero perché io abbia fatto tutto questo>>, non riesco smettere di tremare
<<io..>> vengo interrotta da un corpo caldo e delle mani stringermi, mi pietrifico, poi mi lascio andare stingendolo forte, singhiozzando,
si stacca, e mi guarda negli occhi, io non ho bisogno neanche di pensarci, avrò fissato così tante volte quegli occhi, che ormai sembra che io li conosca meglio dei miei;
<<andiamo a casa>>, mi stringe con una mano mentre torniamo alla macchina,
mi sento protetta, in quel corpo molto piu grande del mio, nonostante io sia alta, mi sento piccola stando con lui.

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