La Festa

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Gli zoccoli dei cavalli battevano la stradina di terra brulla che portava nella sontuosa residenza in cima alla collinetta. La carrozza sbandava leggermente quando le ruote entravano in contatto coi sassi della strada facendo sobbalzare appena i due passeggeri.
"Oh mio buon Dio, mi si sgualcirà l'abito se il cocchiere non si decide a far andare dritti i cavalli!"

"Avanti smettila di lamentarti Cynthia, non si noterà nemmeno"

"Lo dici tu, John".
Il conte di Amburgo alzò gli occhi al cielo all'ennesima espressione seccata e contrariata della moglie accompagnata dall'ennesima scossa della vettura.
"Dovevi dirmelo che questo Richard abita n cima a una collina così ripida!"

"Te l'ho detto. Due volte."

"Beh, poteva comunque scegliere un posto meno scomodo per le carrozze..."

"Dai la colpa al suo antenato e ora basta lamentarsi, per l'amor del cielo! Sei insopportabile quando fai così e anziché una contessa rispettabile mi sembri solo una gallina isterica!".

Cadde il silenzio nel calesse e la contessa Powell si girò al finestrino, punta nel vivo dalle parole così acide del marito. Dal canto suo, il conte era tranquillissimo e per nulla adirato con la donna, era qualcosa che gli usciva naturale fare questi commenti sarcastici e piccanti; lo faceva per trattare le persone indisponenti con la loro stessa moneta, ma spesso trattava così chiunque senza rendersene conto.

John Winston Lennon era fatto così , e la contessa lo sapeva benissimo che sotto tutta quella maschera del sarcastico sempre pronto a sbeffeggiare il prossimo, c'era un giovane sensibile che magari non avrebbe chiesto subito scusa a causa del suo orgoglio smisurato... avrebbe solo girato la testa e lanciato un'occhiata d'intesa come a dire: "Se proprio devo, scusa".

Poco tempo dopo, la salita finì e i cavalli si arrestarono accompagnati dalle parole del cocchiere; i due coniugi poterono così scendere dalla carrozza. Il castello degli Starr era imponente e riccamente adornato già dall'esterno, con statue ovunque e due torri imponenti con in cima la bandiera della casata: luna d'oro in campo blu. Le finestre del primo piano erano illuminate e si intravedeva, tra le fessure delle pesanti tende blu scuro semi tirate, uno svolazzare incessante di abiti scintillanti e una musica allegra era appena udibile appena ci si avvicinava al portone d'ingresso sorvegliato da due impettiti camerieri. La porta massiccia quando venne spalancata emise un lieve cigolio sinistro e i due nobili entrarono, investiti dalla luce calda delle centinaia di candele contenute nelle miriadi di candelabri che splendevano tutti intorno a loro e dalla melodia giocosa di un quartetto di archi e di due flauti.

Un servitore con un lungo bastone si avvicinò ai due e, controllato il biglietto d'invito, esordì battendo a terra l'arnese con ben poca grazia: "Il conte e la contessa di Amburgo, lord e lady Lennon". Due giovani si fecero subito vicine a Cynthia e la portarono in un angolo per blaterale chissà quali sciocchezze nascoste dietro ai ventagli; per non essere d'intralcio,

John lasciò andare la moglie e scese la breve scalinata coperta da un tappeto rosso stranamente intonso, con tutti quei piedi che follettavano in giro per la grande sala da ballo. Da ballo in maschera quale era, tutti indossavano un costume a tema e coordinata avevano ciascuno una maschera; John si divertì per un po' a osservare tutti i bizzarri travestimenti che gli sfilavano davanti, quelli delle dame erano i più spassosi: alberi dalle intricate acconciature, pavoni con tanto di piume e persino una sirena con tanto di coda si palesò tra la folla.

John e Cynthia erano l'unica coppia del ricevimento ad avere un costume non abbinato: mentre lei era fasciata da un voluminoso vestito di tulle scintillante color rosa confetto con una maschera piumata in tono che faceva impazzire d'invidia le altre donne, John se ne stava in disparte con una ben poco appariscente giacca nera adornata con ricami d'argento; la sua maschera, argentea anch'essa, gli copriva solo metà del viso ed era tutta intarsiata in modo da ricordare le piume di un minaccioso falco mentre sorvola il cielo in cerca di prede.

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