Un'ombra scura stava in piedi nell'angolo opposto al centro della stanza dove c'era Paul che tremava come una foglia ancora coi polsi legati e la benda.
Due mani piene di calli strapparono in modo poco gentile bendaggio e corde, liberando il pianista nel corpo ma incatenandolo dentro per la paura.
L'uomo era alto e robusto, col volto nascosto da un cappuccio; non sembrava troppo vecchio rispetto al suo nuovo prigioniero ma c'era sicuramente una differenza d'età.
L'ombra prese carta e penne e chiese nome, cognome, età e crimine del ragazzo davanti a lui con freddezza; appena gli venne detta la colpa, il boia sghignazzò avvicinandosi e apostrofando in tono scortese e canzonatorio il pianista con la voce dura e con l'accento tedesco leggero ma presente soprattutto sulle vocali:
"Un altro bel maialino, voi capre incestuose andreste fatte sparire dalla faccia della terra lo sai? Quando avrò finito con te avrai paura di specchiarti; cominciamo, gli abiti, svelto, toglili".Paul lo guardò confuso e a disagio per pochi secondi prima di ricevere una sonora sberla in pieno viso per non aver eseguito in fretta il comando che gli era stato impartito; rimase così nudo, rosso in viso e imbarazzato mentre l'alto lo toccava ovunque per vedere se avesse malattie evidenti o malformazioni, facendo commenti spregevoli su qualunque cosa vedesse.
Al ragazzo arrivò una sonora pacca sul sedere dall'altro, che lo fece girare inviperito alzando il pugno altrettanto furente; l'altro neutralizzò facilmente l'avversario con una mossa del braccio facendolo finire a carponi terra.
Il carceriere corse a prendere delle corde appese al muro e legò braccia e gambe del prigioniero a degli anelli sul pavimento, costringendolo a terra a quattro zampe mentre Paul si agitava sotto la presa bruciante delle funi muovendosi in continuazione tentando di allentarle.
"Che fai con queste cose?! Lasciami stare!"
"Qui do io i comandi ragazzino. Ora sta fermo, scalci come una pecorella"
"Non mi importa lasciami!"
"Oh no no, cosa penserebbe tua mamma se scoprisse che sei così maleducato"
"Lei è morta va bene?!"
"Capisco... beh, chi lo vorrebbe un ragazzo così irriverente. Non giocherei col fuoco fossi in te"
"Tanto finirà allo stesso modo no?!"
"Si, ma... attenzione, potrebbe anche arrivare prima di quanto credi quel momento se continui; e dopo di te toccherà al tuo fidanzatino"
"NON TI AVVICINARE A LUI HAI CAPITO?"
"Sarà lui a venire da te a cercarti disperato di non vedere più questi begli occhioni e quando arriverà gli mozzerò la testa davanti a te"
"NON LO DEVI NEMMENO SFIORARE O IO..."
"Tu cosa? Cosa farà questo povero agnellino tutto solo? Ora vedi di stare fermo".
Detto questo gli tirò una serie di sonore secchiate d'acqua ghiacciata addosso per lavarlo, dandogli un pugno non appena l'altro si lamentava troppo per i suoi gusti; l'aguzzino estrasse un coltello dalla cintura e montò, senza mettere tutto il peso, a cavalcioni della schiena del giovane tenendogli il collo fermo dalla collottola con la mano sinistra mentre con la destra gli faceva scorrere la lama della piccola arma affilata sulla testa per schernirlo.
"Scommetto che al tuo fidanzatino piaceva accarezzarti come sto facendo io eh? Toccarti i capelli mentre magari ti sussurrava parole tenere e disgustose all'orecchio"
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Forbidden Harmony
Fanfiction1800, Germania. Una sera come tante altre, una festa come tante altre ... una musica unica. John Lennon, che per l'occasione sarà nientemeno che un conte, sperimenterà il concetto di proibito sulla sua pelle quando incontrerà un pianista affascinant...