Confronti

168 19 17
                                    

La festa nel maniero degli Starr proseguì spedito fino a tarda notte quando, facendo scricchiolare i brecciolini, le carrozze scesero dal pendio per poi dirigersi in direzioni diverse. Nella sala grande erano rimasti solo il Lord padrone di casa e il giovane pianista dagli occhi verdi che si era accasciato su una poltrona tutto sudato per riprendere fiato dopo aver suonato per così tante ore di fila.

L'occhio gli cadde sull'angolo della stanza nel quale erano stati impilati i pezzi della sedia che quel bizzarro e serio nobiluomo aveva fracassato col suo peso. Il solo pensare a quell'uomo fece correre un brivido su per la schiena di Paul che si drizzò in piedi e si andò a congedare al padrone di casa.
"Buonanotte
"Buonanotte a te Paul e complimenti anche per stasera, un'esibizione che ha colpito davvero tutti, anche i più duri di cuore come Lennon..."
"CHI?!" Paul era avvampato a una velocità straordinaria e aveva rumorosamente deglutito allentando il fiocco di seta che aveva al collo.

Lord Starr sorrise e lo guardò, poi aggiunse: "Attento ragazzo, il cuore è una bussola rotta; distogli gli occhi dalla via che conosci per guardarla e ti perdi per sempre...".

Paul annuì imbarazzatissimo e dopo un rapido inchino corse fuori dal portone ripetendo la frase che gli era stata detta mentre si dirigeva verso lo sgangherato carretto con attaccato una giumenta di razza shire imponente che scalpitava. Il ragazzo salì in cassetta e spronò l'animale verso la foresta.

Il sole stava sorgendo e quando il primo raggio colpì la carrozza facendo rilucere il manto castano e bianco sugli zoccoli e sul muso del cavallo e la sua criniera scura come la notte, il ragazzo sorrise: arrivava l'alba, il suo momento della giornata preferito, e la vista era mozzafiato con le alte chiome degli abeti fitti e le montagne poco distanti che si stagliavano giallastre e rosate come guardiani a difesa del bosco sotto di loro.

Dopo qualche ora di traversata, una radura abbastanza ampia si apriva nella fitta boscaglia lasciando intravedere un ruscelletto dietro alcuni cespugli di more; c'era anche una casa di modeste dimensioni che bastava a malapena per 3 persone fatta di pietra grezza e legno, con vicino una piccola stalla singola, un rudimentale ma funzionante mulino ad acqua e uno stanzino per la legna.

Fermato il piccolo calesse, il pianista scese, slegò il cavallo e lo condusse nella piccola scuderia costruita apposta per lui dandogli una carota e un secchio d'acqua fresca del ruscello. Dalla baracca uscì un sonoro "OUCH" e Paul, con un sorrisino, andò a vedere cosa fosse successo.

"George?", chiamò entrando dalla porta cigolante," stai bene?".

Steso a terra in cucina sommerso dalle pentole c'era un ragazzo un anno più piccolo di Paul, con i capelli scuri scapigliati e ribelli e i canini un po' acuminati; stava a pancia in su senza la minima intenzione di muovere un muscolo o cambiare la sua disagiata condizione.
"Ciao fratellone" articolò alla fine serio.

"Ciao fratellino imbranato... ma cosa hai fatto me lo spieghi?".
Per risposta l'infortunato sollevò uno sportello che teneva in mano. "Ho litigato con la credenza, ora la aggiusto...sono o no un falegname da quando avevo 7 anni"

"Si e sei il migliore di tutti. Vado a farmi un bagno, cerca di non ucciderti".

Nel piccolo angolo con la tinozza che fungeva da vasca George aveva lasciato pieni tre secchi d'acqua pieni che il maggiore prese e rovesciò nel contenitore.

Si spogliò, si lavò con un unguento fatto con le piante aromatiche e si asciugò con un telo di lana grezza; lavò anche i panni che aveva indossato e li mise ad asciugare fuori. Quelli erano per le grandi occasioni ed erano costati sette mesi senza pane in quella casetta, pensate un pianoforte; dopo essersi messo i calzoni di cotone e la blusa della medesima stoffa e degli stivali consumati, Paul aiutò George a mettere apposto lo sportello dispettoso e poi uscì a prendere il sole.

Forbidden Harmony Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora