Al Castello

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Un forte rumore di zoccoli al galoppo ruppe la quiete del bosco facendo volare via gli uccellini appollaiati sui rami degli alberi che presero a cinguettare impazziti.

John proseguiva spedito in testa agli altri e sembrava stesse andando tutto bene fino a quando una volpe che aveva fatto capolino da una tana fece impennare il suo destriero che fece dietrofront scalpitando spaventato e galoppando più veloce di prima ma nella direzione opposta, con il cavaliere che aveva perso aderenza sulle staffe e ciondolava appeso al collo del cavallo e gli sbraitava di girarsi.

Ormai il danno era fatto, la residenza era sempre più vicina e il pianista sempre più distante e non si riusciva in nessun modo a far voltare dalla parte giusta quell'animale che appena arrivato a destinazione si fermò di botto.

John cadde floscio a terra mugugnando e appena si rialzò vide la moglie che lo fissava incuriosita. "Dove sei stato? Che cosa hai fatto alla giacca nuova?" ,esordì la donna seria e abbastanza seccata dallo strappo che aveva logorato la manica sinistra dell'abito del marito.
"Ero a sconfiggere un drago Cynthia" disse amareggiato l'uomo entrando in casa e salendo nelle sue stanze a lavarsi senza dire altro. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------Intanto nella selva il messaggero coi tre cavalieri era arrivato davanti alla casa dei due ragazzi.

I cavalli vennero fermati nitrendo e battendo il terreno con gli zoccoli. George si avvicinò alle guardie ma venne spinto a terra con una pedata quando si accostò troppo e con eccessiva veemenza.

Paul si affacciò dalla finestrella della cucina e corse fuori raccogliendo una dose di coraggio che per lui era assurda; si accostò al ragazzo a terra facendolo rialzare e disse:" Chi cercate?".

Il messaggero srotolò la pergamena e lesse:
"Il Lord di Amburgo John Winston Lennon richiama alla sua corte il qui presente Paul McCartney come pianista e docente di musica privato, che sosterà alla sua corte per un anno retribuito. Accettate?".

Quella proposta fatta così su due piedi fece traballare il diretto interessato che guardò il fratello indeciso sul da farsi, ricevendo dall'altro un'occhiata ancora più confusa e spaesata.

"Lasciateci un attimo per favore, signore" disse Paul girandosi e camminando un po' più avanti con dietro George.

"Fratellino...non voglio lasciarti qui da solo. Chi bada alla casa, al cavallo e i soldi poi..."

"Non preoccuparti e basta; ci penso io qui. Non ho più 13 anni ora sono grande, venderò la legna nel villaggio giù a valle e caccerò qualche leprotto"

"Come un selvaggio insomma"
"Paul viviamo così da 10 anni assieme, da solo non sarà diverso. Non perdere questa occasione perché te sei il pianista più bravo del mondo e devi andare; me la caverò".

Paul aveva gli occhi lucidi alla fine della conversazione ma annuì al più piccolo ripetendosi che sarebbe andato tutto bene. Si abbracciarono, consci di non poterlo più fare per chissà quanto tempo, bisbigliandosi auguri e raccomandazioni.

Si staccarono dal doloroso addio appena in tempo per vedere le guardie che voltavano i cavalli. Paul corse come un matto e salì a cavallo di corsa senza nemmeno buttare sul dorso della giumenta una coperta per pararsi le cosce.

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