Cynthia tornò a palazzo dopo l'Epifania, quando la neve era già sciolta e il vento di tramontana si era calmato, non certo come l'umore della donna.
Erano passate appena due settimane dal suo rientro nella reggia e già la contessa tramava qualcosa che non avrebbe fatto cacciare il pianista che le suscitava una folle gelosia, lo avrebbe solo fatto punire per bene.
Ignaro, il giovanotto era in giardino a giocare col cane da pastore dei Lennon che saltellava festoso e abbaiava, sotto lo sguardo vigile di John che lo osservava dal suo studio, intento a scrivere delle lettere; appena il giovane si accorse dello sguardo del suo mecenate si guardò rapido intorno e poi lo salutò sorridente.
L'altro ricambiò lanciando un bacio che l'altro prese al volo prima di essere assalito da Martha; John scese le scale e si avviò verso il suo amante, sdraiato a terra col cane sopra che lo leccava dappertutto.
"Che tempo piacevole per una passeggiata, vero?"
"Si milord, il vento è basso e il sole è alto, giornata ideale per stare in giardino"
"Capisco... vedo che Martha ha un debole per te. Fallo alzare bella...", disse John spostando il cane da dosso a Paul.
"Grazie signore, lei è molto tenera e ogni tanto mi capita di..."
"Di inciampare sotto il suo peso, lo so bene; questa draghessa ama giocare. Invece che mi dici del...".
Guardando in alto John si interruppe bruscamente; il sangue si gelò nelle sue vene e gli corse un brivido su per la schiena. "Paul...mia moglie nella tua torre, l'ho vista scendere le scale. Vieni dentro e...preparati al peggio".
Entrarono entrambi nella residenza aspettando che i passi ticchettanti della contessa arrivassero nel salone; Cynthia irruppe nella sala con la gonna tirata su dalla mano sinistra senza la minima grazia, mentre con la destra sventolava una bisaccia cenciosa: quella di Paul.
Il proprietario della sacca sbiancò, l'altro andò incontro alla moglie che era talmente adirata dall'essere sul punto di piangere istericamente. "Amore mio, Cyn, cosa è successo?".
L'altra fulminò Paul con lo sguardo e poi molto teatralmente tirò fuori una pagnotta di pane fresco dalla borsa.
"Non è colpa mia! Cosa volete insinuare? Non ce l'ho messo io!" disse il pianista indignato, senza riuscire a nascondere un velo di paura nella voce."Oh, bugiardo! Ci vuole rubare il cibo marito mio, questo infame sfruttatore... puniscilo come si deve!". John sudò freddo mentre abbracciava la moglie sconvolta che singhiozzava talmente bene da apparire davvero disperata.
"Amor mio, non possiamo fargli del male senza prove". Cynthia si liberò dalle braccia del marito alzando il pane e strillando:
"Questo è stato appena fatto! Non può essere vecchio! Di la verità piccolo insolente meschino...".
"Cynthia!", la interruppe John, impaurito da cosa avrebbe dovuto fare e dire al suo ragazzo che lo guardava tremante;
"Paul, hai rubato il pane dalla cucina come se non ti sfamassimo mai qui. Hai tradito la nostra fiducia e meriteresti di essere cacciato. Chiedi perdono e....".Non fece in tempo a finire la frase che l'accusato era ai suoi piedi e teneva le mani giunte sopra la testa domandando clemenza. "Non basta! Chi ci garantisce che non lo farà ancora! Puniscilo Johnny, con la frusta!"
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Forbidden Harmony
Fanfiction1800, Germania. Una sera come tante altre, una festa come tante altre ... una musica unica. John Lennon, che per l'occasione sarà nientemeno che un conte, sperimenterà il concetto di proibito sulla sua pelle quando incontrerà un pianista affascinant...