La Goccia Scura

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Il giorno della festa era arrivato finalmente, Paul non vedeva l'ora di debuttare davanti a tutte quelle persone; era sempre stato a suo agio col pubblico, cosa che usciva difficile a John.

Qualcuno di meno felice invece camminava nervoso per il castello: Cynthia era furiosa che Paul stesse ancora meglio di prima, serviva qualcosa di più potente, qualcosa nascosto tra i suoi corsetti: una boccetta scura col tappo d'oro lavorato a forma di testa di serpente.

Prima che il pranzo fosse servito, una goccia di liquido scuro finì nel bicchiere del vino pieno del pianista. Eppy, nascosto dietro una colonna, si preparava ad agire avendo riconosciuto il siero.

Il giovanotto sgambettava felice sotto il tavolo per l'emozione e bevve a grandi sorsi il vino scuro del suo calice per caricarsi ancora di più e andò subito dopo a dormire un'oretta per essere fresco e riposato per la grande serata.

Contro ogni aspettativa, non riuscì a chiudere occhio come di solito faceva prima di esibirsi; aveva forti dolori all'addome che lo portavano a contorcersi violentemente sul letto e a mugugnare.

Epstein aveva ben capito cosa fosse successo e per non far agitare il diretto interessato o il suo ragazzo preferì agire nell'ombra, mettendosi una fiaschetta in tasca e scambiando la posizione con un altro cameriere per stare accanto al pianoforte se ci fosse stato bisogno di lui.

A mezz'ora dalla sua entrata in scena, gli ospiti stavano già arrivando accolti da Cynthia e da John, tirati a lucido per l'occasione e sorridenti; tutti i lord e le rispettive consorti vicine alla casata Lennon erano tutti a discorrere nella sala da ballo.

Mancava solo il pianista; John si congedò educatamente e andò a cercarlo sulla torre un po' in ansia.

Lo trovò sul letto con pantaloni, scarpe e giacca ma che combatteva con la camicia; aveva il volto pallido e sudato e le mani gli tremavano in modo impressionante e incontrollato.

Il conte si avvicinò al ragazzo sull'orlo di una crisi di nervi e lo accarezzò, afferrando i lembi della camicia e infilando i bottoni; prese poi la mano del ragazzo e lo mise seduto sulla sedia della scrivania rivolto verso di lui.

"Quanto manca John?"

"Mezz'ora, non sei ancora in ritardo ma non ti sei né rasato né pettinato. Se ci sbrighiamo riusciamo a finire in tempo. Che cos'hai? Ansia da prestazione?"

"Ho un mal di stomaco incredibile da dopo pranzo, non so bene perché, mi fa tremare le mani e non riesco a fare nulla praticamente"

"Riuscirai a suonare?"

"Io.... ci proverò al massimo delle mie capacità, non voglio deluderti".

Il conte annuì speranzoso, si alzò e andò a prendere sul comodino di Paul il rasoio e il sapone che gli aveva fornito riempendo successivamente un piattino d'acqua.

Il nobile legò un telo al collo di Paul e gli fece segno di alzare la testa per potergli insaponare meglio il collo; infine sciacquata la lama, prese delicatamente il naso dell'altro ragazzo e iniziò a passarla sulle guance paffute e sulla gola, stando attento a non tagliarlo.

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