La Vera Prigione

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Il pomeriggio alle 16, come fissato, John era davanti alla stanza di Paul col tomo antico in mano che aspettava di bussare per entrare e far cantare il gallo una volta per tutte; l'altro aspettava che l'amato bussasse per capire cosa volesse dirgli così urgentemente.

Appena il conte batté le nocche sulla porta, la maniglia venne subito aperta lasciandolo entrare senza salutare con gli occhi fissi sulla scrivania dove poggiò il volume con pesantezza studiata.

Il più piccolo lo guardò perplesso e si ripeté di stare calmo svariate volte senza ottenere risultati.

Il nobile sfogliò il libro fino ad arrivare al segno che aveva lasciato col pezzo di carta l'altra sera, puntando il dito su uno stemma col campo bianco e un fiordaliso al centro e fissando successivamente Paul, intimando con voce dura:" Lo conosci".

L'altro ribatté fermamente:" Mai visto".

John lo afferrò alle spalle e lo portò al muro, pericolosamente vicino mentre gli sibilava:

"Non era una domanda zuccone, era un'affermazione. Quell'emblema lo conosci alla perfezione, è della tua casata estinta vero McCartney? O forse dovrei chiamarti principe James McCartney?"

"Lasciami Johnny... perché ora mi tratti così?!"

"Alla morte della regina madre per avvelenamento, i due eredi maschi Mike e James vennero dispersi nell'incendio che devastò il castello, il padre venne ucciso in battaglia quella stessa notte così come il principino più piccolo che morì soffocato dal fumo dell'incendio, del principe suo fratello non si hanno più notizie"

"Basta! Lasciami John! Non sono io!"

"C'è solo un modo per capirlo, serpe bugiarda, e non è il cognome che ormai non sei più l'unico ad avere qui ad Amburgo; la tua famiglia tramanda da generazioni ai figli maschi la voglia sul fianco destro a forma di punta di freccia. È ora di fare una ricerca più approfondita; come ho fatto a non notarla prima? Sempre il tuo zampino, vero Paulie? Hai un unguento, guarda caso che contiene estratto di fiordaliso, ecco perché sentivo quell'odore, che copre la macchia. Basterà solo sfregare e vedremo chi è il bugiardo; perlopiù Eppy l'ha notata mentre ti aiutava a fare il bagno e lui non è un bugiardo Paul.".

Detto questo John mise una mano sui pantaloni dell'altro che si dimenava inutilmente, schiacciato dal suo peso e incapace di difendersi; appena la mano del maggiore scostò la stoffa e sfregò il fianco leggermente con le nocche, Paul venne smascherato.

I due si guardarono negli occhi, uno arrabbiato e l'altro imbarazzato e spaventato con le mani che tremavano vistosamente per lo stress. Le mani del conte si strinsero sulle spalle del pianista.

"Sei solo un meschino bugiardo..."

"John, ti supplico mi... mi fai male"

"Smettila di frignare!"

"Oh, ti prego lascia che ti spieghi almeno! C'è stata una taglia sulla mia testa per anni, io sono dovuto scappare quella notte, e ho portato con me il mio stalliere tuttofare George promettendoci che avremmo mantenuto il silenzio per tutta la vita, spacciandoci per fratelli fin da undicenni"

"Beh il tuo segreto ora lo so anche io, anche se..."

"Parla"

"Quella sera a devastare il castello furono mio padre e mio nonno, ricordo ogni attimo di quella notte, c'ero anche io. Le cicatrici sul polso destro provocate dalle fiamme quando tentasti di salvare il tuo fratello minore dalla sua culla andata in fiamme, tirando fuori solo una coperta mezza carbonizzata e...vuota"

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