John Lennon guardava incuriosito e un po' stupito il cane e il ragazzo sotto di esso che era sbiancato e subito dopo arrossito violentemente prima di alzarsi in piedi e fare un piccolo inchino dicendo: "Perdonatemi milord, non era mia intenzione disturbarvi ma lui..."
"Lei", intervenne l'altro."...lei", continuò Paul, "è stata così tenera".
"Abitualmente è timida, gioca solo con chi le va a genio fin da subito o con me e mia moglie. Ora a cuccia Martha da brava", comandò infine Lennon indicando all'animale il lato destro in fondo del salone buio con l'indice puntato che eseguì obbediente il comando e zampettò via.
"Comodi gli abiti Paul?" chiese John squadrando attentamente l'altro.
"Sì molto, grazie infinite, e qui ci sono quelli vecchi che..."
"Nel camino" comandò atono il Lord guardando il fuoco danzare.
"Cosa ma... ma perché?", chiese stupito e un po' confuso il ragazzo dai capelli scuri, "sono il regalo di mio fratello George, ci sono costati mesi di lavoro, le dispiacerebbe se li tenessi?".
"Osi disobbedire quindi? Sai che finché sei qui sei sotto alle mie regole e alle mie punizioni di conseguenza. Allora, vuoi bruciare quei panni o no?".
Paul diede un'occhiata ai vestiti che aveva in mano tutti stropicciati e alla fine alzò gli occhi determinato e rispose con un "no" secco e risoluto.
Il nobile rimase sorpreso e annuì: "Prova superata. Volevo vedere se fossi stato disposto a lasciare per sempre un pezzo di te solo perché te l'aveva ordinato qualcuno. Hai fegato, ma attento, questo coraggio può ritorcersi contro di te se diventa spudoratezza. Attento", intimò.
Si sedettero quasi contemporaneamente sul divano e guardarono il fuoco che danzava, lanciando alte le sue lingue scintillanti e seducenti ma pericolose, come quello che stava succedendo tra i due.
"Parlami della tua famiglia Paul"; a quella domanda il diretto interessato sudò freddo e un brivido lo colse facendolo trasalire di colpo.
"Sono stato adottato da un boscaiolo, George è mio fratello naturale più piccolo di un anno ed eravamo figli di una lattaia che ci ha lasciati abbandonati in mezzo alla foresta dove abitiamo. Tutto qui" ,concluse tutto d'uno fiato coi palmi sudati.
Quella storia quasi recitata non suonava bene alle orecchie di John che però lasciò correre e annuì. Quando il suo protetto gli rilanciò la domanda, il conte sospirò, si alzò e guardò il quadro sopra il camino che ritraeva un uomo austero, una donna sorridente e un bambino seduto in terra che giocava con un cavallo di legno.
"Sono stato cresciuto da una balia che chiamavo affettuosamente Mimi, ed è stata come una madre per me dato che fino ai miei 17 anni mia madre non ha voluto saperne di me, dato che nacqui da un suo rapporto "forzato" con mio padre che vidi poco e niente durante tutta la mia vita prima che morisse. Anche mia madre venne a mancare, fu trovata morta in mezzo a una via di montagna dopo un incidente tra due carrozze...".
La luce sparì dagli occhi del giovane che si stava lasciando andare ai ricordi dopo molti anni di silenzio; un raggio di sole svanì dal suo cuore facendogli salire un groppo in gola che lo zittì e lo fece girare con una mano sul volto per non farsi vedere così dall'altro.
"So come vi sentite a crescere senza una madre, è terribile" disse Paul avvicinandosi lentamente al nobile.
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Forbidden Harmony
Fanfiction1800, Germania. Una sera come tante altre, una festa come tante altre ... una musica unica. John Lennon, che per l'occasione sarà nientemeno che un conte, sperimenterà il concetto di proibito sulla sua pelle quando incontrerà un pianista affascinant...