13.(Ancora) Ripetizioni

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Beatrice

«E tu cosa ci fai qui?» Esordisco in questo modo, una volta essermi ripresa dal trauma iniziale per l'aver trovato Umberto Loffredi nella mia cucina, a conversare con mia madre.

«Bea, ti sembra questo il modo di trattare un tuo amico?» chiede mia madre; decido di non pensare che abbia perso del tutto la testa, solo perché lei non sa quanto io odi Umberto.

«Lasci perdere, signora... Evidentemente Bea è solo sorpresa di vedermi qui.» Risponde il cretino.

E - anche se mi sembra impossibile - mia madre si calma per davvero. Nemmeno quando le parlo io, fa in questo modo, ma stiamo scherzando?!

«Scusa se non ti faccio la riverenza, Umberto... È che sono una tantino stanca.» Gli dico utilizzando l'ironia pungente che mi contraddistingue.

«Lo capisco, dopotutto hai passato l'intera giornata fuori casa... Non ti preoccupare.»

Se solo fosse legale, in questo momento lo strangolerei!
Non riesco a capire come mia madre non riesca a notare le scintille che in questo momento attraversano la stanza.

«Comunque, si è fatto tardi per le ripetizioni quindi forse è il caso di rimandarle...» Fa per dire, poi.

Io non lo lascio nemmeno finire, che subito rispondo: «Ecco, bravo. Credo sia un'ottima idea!»

«Bea, ma che ti prende?» si intromette di nuovo mia madre, come se avessi detto la peggiore delle bestemmie «Questo ragazzo ha avuto la pazienza di venire fin qui e di aspettarti fin'ora.»

«Nessuno glielo ha chiesto...» Ok, forse ora ho esagerato un po', ma non è colpa mia se questo ragazzo riesce a far uscire fuori il lato peggiore di me.

«Bea, smettila!» insiste mia madre, poi si rivolge a lui e continua «Ti chiedo scusa per lei, ma ha appena visto il padre e questo è il potere che quell'uomo esercita su di lei.»

Io alzo gli occhi al cielo: è facile per lei dare la colpa a mio padre!

«Ma non lo dica neanche per scherzo, non me la sono presa. Fortunatamente sono uno dalla corazza dura!» risponde l'altro, accompagnando le sue parole con un colpo a pugno chiuso sul proprio petto.

Mia madre scoppia a ridere, realmente divertita. Ci mancava solo che si mettesse a fare la groupie con Loffredi!

«Magari quando avete finito, mi avvisate!» esclamo io irritata e raccogliendo la cartella - che fino ad ora è sempre rimasta a terra.

Spero ancora che i vari cameraman e tecnici escano allo scoperto per avvisarmi che sono finita su "Scherzi A Parte", quando mia madre riprende a parlare: «Bea, accompagna Umberto in camera tua.» Quindi suggerisce, ma deve essere completamente fuori di senno.

«Sei impazzita?» le chiedo, infatti.

«Affatto. Tu hai bisogno di ripetizioni di matematica e questo povero ragazzo non può aver aspettato inutilmente tutto questo tempo.»

«E scusa che bisogno c'è di andare in camera mia? Possiamo anche studiare qui in cucina, o in salotto.» Le rispondo; poi cercando di mandarle un messaggio che spero recepisce, aggiungo «Dove tu puoi vederci!»

«Ma non c'è bisogno che io vi veda, e in camera tua potrete sicuramente concentrarvi meglio.» Ovviamente, questa donna non riesce mai a capire quando qualcuno le grida aiuto.

«Allora, Bea...» Mi dice Umberto, nel pieno della soddisfazione e prima che io possa insistere ulteriormente «Mi mostri la strada per camera tua?»

***

La prima a entrare nella mia camera, sono io; e una volta dentro accendo la luce - che il caso malauguratamente vuole sia soffusa come sempre, a causa delle piccole lucine natalizie rosse e gialle che utilizzo - e getto la cartella ai piedi della porta.

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