Passai due mattinate intere a cercarli, ma niente, erano come spariti. I corridoi della scuola si facevano sempre più ingombranti e a volte mi capitava di essere sbattuta contro il muro. Ma volevo trovarli. Volevo sapere qualcosa di loro. Chi erano, da dove venivano, quanti anni avevano, come facevano ad essere così maledettamente belli... No, questo meglio che non lo chieda. Non c'era alcuna traccia di loro e mi rimpiansi di non aver chiesto ad Andrea quale fosse la loro classe.
Ora sono qui, su una stupida e vecchia panchina accanto alla scuola, ancora bagnata dalla neve e dai nuovi fiocchi che stanno iniziando a scendere. Da quando ho conosciuto quei due ragazzi, non smetto un attimo di pensare a loro. Ogni persona che mi passa davanti mi guarda male e se ne va facendo finta di niente. Era da un po' di tempo che succedeva. Le persone ti incontrano e poi se ne vanno. Ti abbandonano senza un motivo, ma non sanno che tu abbandoneresti te stessa per loro. Non mi riferisco soltanto a quel cretino di un Gabriele. Certo ci sono rimasta male ma conosco dolori molto più grandi. I miei genitori si sono separati da qualche anno, eppure non riesco a smettere di pensare alle feste, ai Natali insieme, ai Capodanni con lo champagne oppure ai semplici sorrisi che mi riservavano entrambi. È un dolore che non passa velocemente, forse non passa e basta. Li odio. Vorrei poter mentire e dire che sono la cosa più del mondo ma non è così, perché mi hanno rovinato. Meritavo tante di quelle cose brutte, liti, schiaffi, una prigionia, ma non questo, non una vita a metà. Perché se loro non stavano più insieme, io ero a metà. Distrutta. Spezzata. Demolita.
Chissà, se solo non lo avessi fatto, mio padre potrebbe continuare a guardarmi come una figlia normale.
Mi bruciano gli occhi e alzo lo sguardo per evitare di piangere. Non devo piangere, devo essere forte. Non posso permettere a me stessa di abbandonarmi al dolore e alla solitudine. Fanculo al mondo e alla dolcezza falsa che le persone provano nei miei confronti. Non sono una bambola e non li lascerò vincere. Combatterò e lotterò alla ricerca di qualcosa per la quale valga la pena vivere.
***
-Non provare nemmeno a uscire a quest'ora!!- mi urla dietro mia madre.
-Che palle, ma'.- sbraito scocciata. Cosa vuole adesso?!
-Ti ho detto che resti a casa e non discutere!!- grida ancora più alterata.
-Non me ne fotte. Ciao.- ed esco di casa dimenticando di prendete il giubbotto. Porca miseria. Corro via da quella casa e mi dirigo verso la discoteca. Almeno lì potro svagarmi quanto mi pare. Il freddo non tarda a farsi sentire e stringo le braccia sul mio petto, coperto soltanto da un top nero attillato. Almeno i jeans sono caldi. Arrivo davanti alla discoteca ed entro di nascosto grazie ad una porta laterale che solo la sottoscritta conosce. Le note di "I'm an Albatraoz" mi avvolgono come solo la musica può fare.
Mi inoltro nella folla che mi risucchia in un vortice di fumo e alcol. Il caldo si fa presto sentire e mi sento così bene da ballare con più ritmo del solito. È bello non esserci più per alcuni minuti, solo tu e la musica. Tu e basta. Niente famiglia, niente scuola, niente amori. Tu e basta. Tu e la tua forza di andare avanti. Dopo un arco di tempo a me sconosciuto, comincio a sentire su di me un caldo asfissiante. Me ne vado dalla pista da ballo, con ancora gli occhi di ragazzi sbavanti su di me, e mi dirigo verso il bar pieno zeppo di ubriachi. Ho bisogno di rinfrescarmi la gola perché sto letteralmente crepando dal caldo. Sto per chiedere l'ordinazione quando sento due braccia avvolgermi la vita e scappa un piccolo urlo dalla mia gola secca. Mi volto di scatto, levando quelle grosse mani dai miei fianchi, e incontro di nuovo quei occhi azzurri che per interi giorni ho pensato di rincontrare.
-Cazzo vuoi, Nicola- sbraito ancora incazzata, ma in verità quella sensazione del suo tocco mi è piaciuta più di quanto credessi.
-La gatta graffia- ride di gusto e lo guardo con infinito disprezzo. I suoi occhi freddi dell'altro giorno sono passati a occhi azzurri slavati, sfocati dall'alcol. Deve essere ubriaco fradicio perché mi prende per il braccio e mi porta verso la pista da ballo. Sento il suo corpo avvicinarsi al mio e mi tiene i fianchi con assoluta destrezza e senza imbarazzo. Inizia a muoversi come un cretino e scoppia a ridere senza alcun motivo.
-Nico, dovresti andare a casa!!- mi avvicino al suo orecchio per urlargli queste parole ma me ne pento immediatamente. Con le sue labbra mi sfiora delicatamente il collo, rilasciando su di esso dei respiri freddi e leggeri. Le sue mani si avvicinano ai miei capelli e me li scosta per lasciare il mio collo completamente scoperto. Le sue labbra arrivano al lobo del mio orecchio e mi sussurra: -Sei sexy stasera!-
Le mie guance arrossiscono violentemente e lo scosto poco delicatamente.
-Sei ubriaco marcio.-
Il suo sorrisetto malizioso si trasforma in una smorfia di offesa e, senza che possa contrastarlo, mi porta via dalla pista da ballo e mi sbatte sul muro poco distante.
Le sue braccia sono accanto al mio volto e da questa visuale posso vedere le vene dei bicipidi troppo gonfie.
-Dov'è tuo fratello?- domando, perché quel silenzio mi sta facendo delirare.
-A casa a farsi i cazzi suoi, credo!! È contro l'alcol il ragazzo. Che coglione. Ma perché ti interessa?- mi chiede avvicinandosi al mio viso.
I nostri occhi si incrociano bruscamente e il mio verde si perde nel suo azzurro puro, senza alcuna traccia del verde di suo fratello.
-Così.- rispondo impassibile.
-Non mentirmi!- e si avvicina lentamente alle mie labbra.
-Non mento.- rispondo in un sussurro.
-Come vuoi.- si allontana e cerca qualcosa nella sua tasca. Tira fuori un cioccolatino incartato e me lo porge. Lo guardo come per dire: "Sei pazzo?" e lui scoppia in una fragorosa risata. Scarta l'involucro e infila il cioccolatino in bocca. Quando finisce di masticarlo si avvicina alla mia guancia scoccandomi un leggero bacio al sapore di cioccolato.
-Ci si rivede, zuccherino!- e si allontana infiltrandosi nella folla ormai mezza drogata e mezza ubriaca. Mi porto una mano sulla guancia e sento ancora sulla pelle il suo respiro freddo ma così maledettamente dolce.
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Spazio AutriceNon ho molto da dire quindi sarò molto breve. In questo capitolo avete conosciuto il Bad Boy Nicola, ehehe vedremo se sarà dello stesso umore da sobrio.
Grazie per aver letto questo capitolo e... Ci si rivede!! ;)
CrystalScar23
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Heartbeat
RomanceBeatrice è una ragazza segnata dal passato: i suoi genitori la desiderano morta e i ricordi, col passare del tempo, influiscono nelle sue scelte e nel suo destino. Non ricorda più il significato del verbo "amare" ed ora il suo cuore è congelato in u...