7. Chills

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La musica è l'unica cosa che mi aiuta a smettere di pensare. Pensare alla mia vita, ai miei ricordi, pensare alla mia famiglia. Sì, la musica è qualcosa senza la quale non potrei vivere. Ogni singola nota è qualcosa di speciale che, come i momenti della nostra vita, rimarranno nella nostra memoria per sempre.

È ora di pranzo, ma non ho assolutamente voglia di scendere in cucina e affrontare quella furia di mia madre.

-Bea, è pronto il pranzo- mi urla mia madre da sotto.
Le sarà già passata la scazzatura?

Beh, meglio per me.

Dopo mangiato, decido di fare un salto dai gemelli.

Decido di non avvisare del mio arrivo e quando Nicola mi apre la porta, me la richiude immediatamente in faccia.
Non mollerò, mio caro, penso ironicamente.

Suono un'altra volta il campanello. Nessuna risposta. Suono per la dodicesima volta, quando decide finalmente di aprirmi.

-Che vuoi?!-

-Ma che ti prende? Sempre agitato..- entro in casa senza il permesso e mi volto per guardare in faccia il ragazzo -Dov'è tuo fratello?!-

-Non qui.- risponde e si volta verso la cucina. Non prima che io noti due lacrime accanto ai suoi occhi.

Una stretta al cuore si fece sentire più forte rispetto alle altre emozioni.

-Stai piangendo?- domando più cauta. Mi avvicino a lui e cerco un contatto fisico, che scosta sgarbatamete.

-Un chilo di cazzi tuoi, no eh?!-

-Odio vedere le persone piangere.- ammetto secca.

Si volta finalmente per guardarmi e il rossore agli occhi è ormai svanito.

-Non puoi capire.-

-Non puoi saperlo.-

Nicola si avvicina a me e solo pochi centimetri ci distanziano.

-Lo so, invece.-

E sale le scale per dirigersi in camera sua.

-Aspetta- lo rincorro, scocciata da quel suo comportamento.

Quando lo raggiungo, lo prendo per un braccio e lo faccio voltare verso la sottoscritta.

I suoi occhi freddi sono tornati quelli di una volta, senza alcuna traccia di lacrime.

Mi sbatte contro il muro e le stesse azioni dell'altra sera si ripetono. Un dejavù.

-Ti ricordi?- domando.

Si allontana poco dal mio collo e inarca un sopracciglio, per farmi segno di continuare. Anche se l'unica che vuole che lui continui sono io. Adoro quella sensazione di vuoto che provo al suo contatto. Tocco la sua mano fredda e torno sui suoi occhi ghiaccio.

-Ti ricordi di quella sera, in discoteca?!- chiedo avvicinandomi leggermente al suo viso.

-Sì..- mi osserva per qualche secondo le labbra, ma poi torna sui miei occhi verdi. L'unica cosa che voglio fare ora è unire le mie labbra con le sue, più di un semplice tocco, più di un semplice sguardo.

Le sue labbra si avvicinano al mio collo e mi sussurra -Tu cosa ricordi di quella sera?!-

Un brivido mi sale lungo alla schiena alla sua mano sul mio fianco.

-Eri ubriaco-

Sento una risata proveniente dal suo petto.

-Cos'altro?!-

-Hai detto che ero sexy-

La sua bocca sfiora il lobo del mio orecchio, giocando con l'orecchino argentato.

-Non solo quella sera- ammette.

Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi. Il suo respiro sulla mia pelle mi fa andare fuori di testa. Non capisco più un cazzo, tutti i miei ricordi spariscono solo con la sua vicinanza.

La voglia malata di baciarlo sta prendendo il sopravvento.

-Hai finito le domande?!- domando seccata.

-Sei suscettibile!!- replica con una risata. -Comunque no, cosa ho fatto poi?!-

-Mi hai sbattuta contro il muro-

Le sue labbra stanno baciando la mia guancia, in fiamme. Mi mordo il labbro, nervosamente. Non saprei descrivere la mia confusione in testa. Smetto di mordermi il labbro, ormai rosso da quel poco di sangue che sono riuscita a far uscire. Quanto vorrei, però, mordere le sue labbra, fino a farle diventare qualcosa di mio.

#DESIDERIOTIME

-E cosa non ho fatto, quella sera?!- mi avrebbe chiesto con quella sua voce suadente.

Io avrei preso il suo viso con le mie mani e dopo una carezza ai suoi capelli perfetti, lo avrei baciato. Baciato come nessun'altro. In quel momento ci sarebbe stato lui e basta. Ci sarebbero state le nostre labbra e basta. I nostri corpi e basta.

Non ci sarebbe più stato nessun ex-ragazzo stronzo, nessuna madre sofferente, nessun padre che desidera vederti morta, nessuna scuola, nessun.. nessun Andrea.

Sì, perché in quel momento Nicola sarebbe stato l'unico a farmi sentire in quel modo. Io sono come lui. Soffriamo entrambi per qualcosa, anche se non so il suo motivo. La dolcezza di Andrea non farebbe per me. Io ho bisogno di fuoco, fuoco ardente, che solo Nicola avrebbe potuto darmi.

Mi sarei staccata leggermente da quel bacio e gli avrei sussurrato, guardando sciogliere quei suoi occhi così freddi. -Questo-

#FINEDESIDERIOTIME

-E mi hai offerto un cioccolatino- affermo, ancora con gli occhi chiusi. Sento il suo corpo irrigidirsi e la sua stretta sul fianco più forte, come se possedesse tutta la sua rabbia repressa solo in quel punto.

Si allontana di scatto da me e si passa una mano fra i capelli -Perché.. Perché..- continua a ripetere, senza alcun senso.

Perché cosa?? Perché mi stava baciando? Oppure perché avrebbe voluto baciarmi?

Non ho il tempo di chiedere spiegazioni, ché lui entra nella sua camera e si chiude a chiave. Lontano da tutto, da tutti, e soprattutto lontano da me.

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Spazio Autrice

Sì, è finito! Mi spiace lasciarvi così. Davvero!! :(

Quale significato hanno quei cioccolatini?? Voi cosa ne pensate? Vorrei sapere cosa passa nelle vostre testoline!! *.*

Nel prossimo capitolo non so se fare un NICOLA'S POV oppure farlo più avanti, vedrò.

Io sinceramente amo questo capitolo, anche se un bacio ci sarebbe stato d'incanto *.*

Va be, poi capirete più avanti ♥

Ciao Zuccherini ^.^

CrystalScar23

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