12. Save me

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Il rumore della sveglia è diventato troppo familiare per me. È giovedì e sono passati quattro giorni dall'ultima volta che ho parlato con i gemelli, eppure sembrano trascorsi anni.

Faccio finta di ascoltare la professoressa e fisso fuori dalla finestra i fiocchi di neve che sono ricominciati a cadere. Perché la vita è così ingiusta? In fondo è stato Lui a volerci qui, non noi. Una minima quantità di giustizia poteva tranquillamente donarcela, no?

-Signorina Martinelli!!- il mio nome mi fa risvegliare dai miei pensieri e la professoressa sta già sbuffando irritata.

-La neve le interessa così tanto?- mi chiede ironica.
Te la do io l'ironia...

-Credo che all'intera classe interessi di più quei fiocchi di neve alla civiltà greca o dove diavolo siamo arrivati col programma.-

-Come si permette... Signorina..-

Meglio che me ve vadi, prima di farle esplodere quella sua faccia da culo che si ritrova.

-Sì, "filo in presidenza", stia calma.- mi alzo dalla sedia ed esco da quella classe di pazzi.

-Che palle..- borbotto.

All'ultima svolta per il corridoio che cerco vado a sbattere contro un ragazzo.

-Ma che cazz...- rimango basita e interrompo la mia frase -Nicola!-

-Scusa ma sono di fretta- e si allontana. Lo prendo per il braccio e lo faccio voltare verso la sottoscritta.

-Aspetta..- mormoro.

-Che vuoi Bea? Ti sei già stufata con mio fratello e vuoi fare la puttana anche con me?-

Mollo la presa e rimango a fissarlo sbalordita.

Sento il mio cuore spezzarsi e cadere nell'intestino, non più nel suo posto originale. Respiro a fatica. Forse qualche pezzo di cuore si è infilato nei polmoni.

Tutti i dubbi, le paure, le incertezze, si sono appena stabilizzate.

-Senti.. io.. non volevo.. ecco..- balbetta.

Stringo i denti e me ne vado. Arrivo alla porta dell'uscita e ignoro la bidella che mi sta urlando di non uscire.

-Bea!- mi urla da dietro Nicola.

Cerco di non piangere e continuo a camminare fra la neve. Prima o poi si stancherà di rincorrermi.

Sbagliato.

-Bea, mi spiace ma ora fermati- mi raggiunge e mi supera, fermandosi di fronte a me.

-Vaffanculo!!- strillo e cerco di sorpassarlo, invano. Mi prende per le braccia e mi blocca di fronte a lui. Non riesco a fermare le lacrime, che iniziano a scorrere sulle mie guance.

-Vaffanculo!- ripeto meno convinta.

Lui mi abbraccia e rimaniamo così per qualche minuto.

-Non volevo darti della puttana.. È che.. dobbiamo parlare Bea-

Mi scosto dal suo abbraccio. -Lo so.- affermo.

***

Il luogo dell'appuntamento era davanti alla discoteca alle 21:00. Mi cambiai in fretta e furia, cercando di vestirmi decentemente. Alla fine optai per una camicetta di jeans, un paio di leggins neri e le Converse. Legai i capelli in una coda alta e dopo un filo di eyeliner, fui pronta. Ora sono di fronte alla discoteca, e ci sono alcuni tizi che mi stanno fissando da alcuni minuti. Spero che Nico arrivi presto. Mi stringo ancora di più nella giacca.

Inaspettamente, quei ragazzi iniziano ad incamminarsi verso di me, e solo ora vedo chi sia quel ragazzo biondo che tanto mi scrutava. Gabriele.

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