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Si svegliò da un sonno senza sogni e bevute le sue due tazze di caffè, andò, ancora in pigiama, nel suo antro, dopo alcuni controlli, si accese tutto come un albero di Natale il suo mondo: un server, sei pc e dieci monitor. Ognuno che stava svolgendo dei lavori preimpostati. Collegò il portatile a dei filtri e lo aprì prendendo le cose che gli aveva mandato l'altro hacker.

Gli ci volle un ora buona per scomporre alcuni codici. Sì, era stato bravo, ma una piccola traccia l'aveva lasciata. Controllò i codici di quello che gli aveva chiesto aiuto, Guardian, e trovò tutte le differenze. Sospirò scegliendo un dvd da un contenitore lo infilò in un lettore e lanciò il programma, di sua creazione, inserì i due codici e mise la ricerca profonda sia nel deep che nel dark web. Avrebbe trovato entrambi. Lavorò sulle altre cose, mentre scriveva anche la relazione per il lavoro svolto durante la notte. Spedì la mail scritta in modo da far capire ad un neofita cosa aveva fatto e diede un occhiata al programma lanciato per ultimo. Strinse gli occhi, quando mentre leggeva alcuni dati, si accorse di non avere gli occhiali. Andò a metterli e al suo ritorno tutto era spento.

Che cazzo era successo?

Sullo schermo centrale comparve una scritta "L'UOMO NERO TI PRENDERÀ".

Di colpo tutto tornò normale.

Meno lui. Il suo shock era evidente. Si era rimpicciolito sulla parete e si stava abbracciando le gambe, quando aveva smesso di tremare era corso in bagno a rigettare i caffè.

Entrò nel deep con tutti i suoi account, li lasciò di guardia e con il suo principale entrò nella stanza imbottita agganciò il microfono e urlò chiamando il nickname dell'altro hacker.

Ci volle un ora prima di trovarlo.

"Avevi detto ventiquattro ore" gli scrisse.

Non aveva il tempo per le battute. Parlò nel microfono dando alcuni codici di comando dentro la stanza imbottita e oltre le protezioni di lui, aggiunse le sue. L'altro sentì la sua voce e capì che stava mettendo anche lui il microfono.

-Cosa è successo?- Una voce bassa e sensuale lo fece sobbalzare.

Finì di immettere codici, e rimase qualche secondo in silenzio.

Lui ripeté la domanda.

-I suoi codici sono dei delle cose che non ho mai visto , e l'ho capito sulla mia pelle, trova le parole chiave e ti dà un calcio morale nello stomaco.-

Lo sentì sospirare. -Avrei dovuto avvisarti-

-Ohhhh, proprio no! Ora è una cosa personale!- Il suo tono era duro.

Lui rise.

-Mettiamo su una squadra.- Gli disse. -Ho cinque persone, trovali e portali qui.-

-E tu cosa farai?-

-Sveglio un vecchio amico.-

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-No!-

-Vaffanculo!Papà mi servi!- Zackary guardava suo padre svaccato sul divano. Era ingrassato un po', aveva dei vestiti sporchi addosso. C'era una schiera di barattoli e di bottiglie di birra vuoti sul pavimento.

-Ho smesso con quella roba lo sai!- Lo guardò un secondo. -Non sono piu aggiornato, sono obsoleto.-

-Mi serve la tua mente analogica, e i tuoi pc. Solo tu sai farli andare.-

Lui chiuse gli occhi, e scosse il capo.

Si abbassò di fronte a lui. -Guardami papà.-

Lui lo guardò, lo fissò negli occhi e vide che era spaventato.

Spalancò gli occhi e si alzò in piedi, abbracciandolo, aveva capito. Solo un'altra volta aveva avuto quello sguardo, lo strinse ancora un attimo.

Poi si allontanò. -Ci serve uno spazio grande e molta energia elettrica.-

-Non ti preoccupare ho già tutto. Siamo una squadra ora. La tua roba è già là da anni, ci sto trasferendo la mia, e nel giro di alcuni giorni anche di chi vorrà unirsi a noi.

Suo padre annuì, si passò una mano sul viso accorgendosi che aveva la barba lunga.

-Hai tre giorni per prepararti. Porta dei vestiti pesanti.-

La Tana del Bianconiglio * spin-off/prequel Serie Investigation Agency 3*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora