Capitolo 11

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Non sapevo come interpretare l'insistenza di Lorenzo: era davvero interessato a me o lo faceva per divertirsi a prendermi in giro?

Di solito per deridermi tutti quelli della squadra stavano alla larga da me, Lorenzo invece era vicino a me, mi parlava anche davanti a tutti e ora aveva coinvolto anche Samuele, la mia cotta di anni prima, probabilmente per farmi soffrire ancora di più pensando che io potessi provare ancora qualcosa per il nostro compagno alto e biondo. Ma in realtà non sentivo più niente per Samuele, lo trovavo ancora uno dei più belli della squadra, ma era stato il suo comportamento sia in passato sia anche in quel periodo a bloccarmi.

Il problema era che non riuscivo a sganciarmeli di dosso, più cercavo di farlo, più me li trovavo alle calcagna. E non potevo nemmeno lamentarmi perché in fin dei conti, all'apparenza, loro non stavano facendo nulla di male.

Quando arrivai a casa dopo l'allenamento ero molto stanca e ci volle una forte forza di volontà per aprire il libro di letteratura latina. Mi piaceva come materia, solo che in quel momento non avevo la concentrazione giusta e non mi andava di studiare, solo che dovevo.

A cena quasi non parlai, i miei genitori mi chiesero se andava tutto bene, io risposi che ero semplicemente molto stanca. Così tornai in camera a studiare subito dopo la frutta. Ripresi in mano i libri, ero un po' più rilassata, forse il cibo mi aveva dato la carica giusta per terminare un'ultima ora di studio. Riuscii a concentrarmi di più e finii in poco tempo. Poi accesi il computer per guardare se c'erano novità tramite email o facebook. Con mia grande sorpresa trovai una richiesta di amicizia, era di Samuele. Perché lo stava facendo? Non accettai e cliccai su "Ignora". Ora anche lui cercava di invadere i miei spazi. Ero sempre più nervosa.

Presi il cellulare e chiamai Riccardo, sapevo che a quell'ora era a casa, infatti mi rispose al terzo squillo.

-Ciao Anna! Come stai?- mi chiese subito.

-Bene, tu?- inventai.

-Stanco, oggi le prove sono state impegnative e a casa quasi non riuscivo a tenere la testa concentrata. E' un periodo orribile questo, non vedo l'ora arrivino le vacanze!- mi disse sbrigativo -Com'è andato l'allenamento?-.

Quella domanda mi colse un po' di sorpresa, solitamente non era così diretto nel chiedermi dell'allenamento e da questo mi fece capire che sapeva qualcosa di Lorenzo che io ancora non conoscevo o che semplicemente non volevo sapere.

-Bene-.

-Ah, allora con Lorenzo si è risolta bene-.

Cosa????

-Cosa si dovrebbe essere risolto con Lorenzo?- ero sconcertata.

-Beh, sai credo che a lui cominci a stare simpatica- stava balbettando come se avesse capito di aver parlato troppo.

-Infatti, gli sto così simpatica che oggi ha cercato in tutti i modi di parlare con me davanti alla squadra, tanto da convincere anche Samuele a intervenire nella conversazione e ora mi ritrovo una richiesta di amicizia da parte del biondo- avevo alzato la voce.

-E non è un bene?- Riccardo non capiva dove stesse il problema.

-E' un problema perché questa è la classica mossa per farmi credere che ci tengono a me, ma invece non è vero-.

-Oppure semplicemente si sono accorti di averti fatto un torto e ora stanno cercando di farsi perdonare. Non pensare subito male. E poi ho dato già una bella strigliata a Lorenzo e la sua reazione mi ha dato modo di capire che si sta, probabilmente, prendendo una cotta per te-.

-E allora perché usare anche Samuele?-.

-Perché è un suo amico e per dimostrarti che è disposto a non nascondere le sue attenzioni nei tuoi confronti davanti al resto della squadra. Da quanto mi hai raccontato, gli hai detto che ti feriva il fatto che lui non ti parlasse davanti agli altri perché sembrava che si vergognasse di te. Bene, ora vuole dimostrarti che il pensiero degli altri non gli interessa. E' positivo-.

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