Capitolo 14

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Era il compleanno di Anna, non potevo starmene a casa in panciolle, dovevo fare qualcosa, era un ottima occasione per farle capire ancora di più quanto ci tenessi a lei. Le avevo anche già comprato il regalo, tanto valeva darglielo. Al diavolo l'allenamento! C'era Anna in ballo! Per giunta quel giorno non avevo alcuna voglia di vedere quelle vipere infami delle nostre compagne di squadra, altrimenti rischiavo veramente di prenderle a pugni.

Alle otto del mattino mi suonò il telefono e io mi convinsi ad alzarmi dal letto. Era un messaggio di Samuele.

"Allora che intenzioni hai per oggi che è il compleanno di Anna?"

A lui cosa interessava che fosse il compleanno di Anna? Più lui mi nominava Anna, più mi convincevo che cominciasse a provare qualcosa per lei.

"Non lo so, perché?"

Ero impreparato e non volevo che lui si fosse già organizzato e io no.

"Sai dove abita?"

Ma cosa voleva fare? Andare da lei al posto mio? Era fuori discussione.

"Non mi ricordo con precisione"

Inventai, mi ricordavo perfettamente dove abitava.

"Hai il suo numero?"

E basta!!! Non esisteva che lui si mettesse in mezzo.

"No"

Mi venne un'idea però. Io non avevo il numero di Anna, però sapevo chi poteva darmelo. Riccardo.

Lo chiamai.

-Ciao Ricky! Come va? Spero di non averti svegliato- dissi con voce troppo arzilla per essere solo le otto del mattino.

-Ciao! No, non mi hai svegliato, tanto non ho chiuso occhio stanotte. Dimmi- aveva una voce stanca infatti.

-E' il compleanno di Anna-.

-Si, lo so-.

-Non hai organizzato niente?-.

-No-.

-Mi puoi dare il suo numero per favore?-.

-No, se lei non mi da il permesso di dartelo e al momento la vedo dura visto che non ci parliamo da giorni-. Cavolo! Avevo capito che avevano litigato.

-E non ti sembra l'occasione giusta per rimediare? Domenica aveva bisogno di te-.

-Cos'è successo?- era preoccupato. Non sapeva cosa fosse successo.

-Preferisco raccontartelo di persona, comunque tranquillo io e Samuele l'abbiamo aiutata-.

-Bene!-.

-Hai impegni oggi?-.

-Il mio ragazzo viene qui tra poco- .

-Ah, e Anna?-.

-Non ci parliamo più-.

-Senti io probabilmente non ho speranza con lei, ma tento lo stesso, tu puoi risolvere. Si vede che le vuoi bene, quindi alza il culo, abbiamo una festa da organizzare, sarò da te tra poco-.

-Mah...- Spensi la telefonata. Non volevo sentire scuse.

Mi vestii in fretta, presi il regalo di Anna. Scesi le scale. I miei stavano facendo colazione in cucina con mia sorella.

-Io esco- dissi loro dalla porta della cucina.

-Tesoro, dove stai andando?- mi bloccò mia mamma raggiungendomi. Mi guardavano tutti incuriositi, non mi ero mai comportato così.

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