Capitolo 34

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Lorenzo parcheggiò la macchina e corse ad aprirmi la portiera, che galante! Chiuse la portiera alle mie spalle e mi sbatté contro di essa, mi baciò così intensamente che mi sentii avvampare. Prese a palpeggiarmi lungo i fianchi e poi a mani alterne più su o più giù, desiderava farmi ammattire come io ero riuscita in macchina.

-Tu vuoi davvero farmi arrivare al limite, giuro che prima di riportarti a casa una botta te la do- mi disse ansimando quando mi lasciò prendere il respiro.

-Allora tutti i giri con mia mamma sono serviti a qualcosa- commentai con un sorriso malizioso sulle labbra.

-Te la darei anche subito se non fossimo in un parcheggio pubblico- disse a denti stretti guardandosi intorno.

-Quanto mi dispiace!- lo stuzzicai e andai verso l'ingresso della pizzeria.

-Fortuna che ti ho presa in doccia prima, altrimenti non saresti scampata dalla sveltina in auto ora- mi raggiunse -Sono curioso di sapere dove ti ha portato tua madre, tanto per conoscere le sue mosse-.

-Estetista, per ceretta e trattamento viso- iniziai.

-In effetti hai un viso più luminoso, ma conosco un metodo ancora più efficace e tutto gratuito per darti una sistemata- doppio senso, ecco cosa mi attirava tanto di lui -Continua-.

-Parrucchiera, in cui ho scommesso con mia mamma: tanto entro fine serata mi torneranno dritti-.

-In realtà più che dritti saranno tutti spettinati- disse facendo fatica a trattenersi.

-E infine Coin per il vestito, quella è stata la parte più difficile, non riuscivo a trovare un abito che mi stesse bene-.

-Per quello mi bastavi anche senza. Visto? Sono economico-.

-Più che economico, sei un porco!- e mi misi a ridere. Ma mi bloccai subito quando raggiungemmo il tavolo dove erano seduti i nostri compagni di squadra e il resto degli invitati. Le ragazze mi squadrarono e da un'espressione iniziale di sorpresa passarono a una più invidiosa prendendo subito a bisbigliare tra loro. Quella sera avrei cercato in tutti i modi di star loro più distante possibile. Lorenzo invece si concentrò a guardare Samuele e Francesca che erano seduti vicini, sembravano anche molto affiatati. Lorenzo era sorpreso, quanto me. Ma da uno sguardo di sorpresa, si volse verso di me con un sorriso: -Almeno non viene dietro a te- e si calmò.

Ci sedemmo negli ultimi posti liberi, proprio vicino a Riccardo e Samuele. Mi consolò quella posizione perché almeno ero ben distante dalle altre.

Quando passò il cameriere, ordinai una pizza con porchetta e pomodorini. La mia scelta però destò vivo interesse in Lorenzo.

-Quanto sei porcellina questa sera! Ti nascondi sotto un vestitino candido e da brava ragazza ma in realtà hai una gran voglia! La porchetta è il primo segnale, i pomodorini la completano adducendo al tuo rossore quando vieni- mi disse a bassa voce in un orecchio in modo che nessuno potesse sentirlo.

-Non ti smentisci mai!- lo rimbeccai ridendo.

-No- mi rispose divertito.

Passammo la cena a ridere e scherzare con tutti. Notai che Lorenzo non perdeva mai d'occhio Samuele e Francesca, era curioso di capire cosa stesse accadendo tra loro due.

-Non so se dovrei dirtelo ma Samuele oggi pomeriggio non era con i suoi genitori- dissi ad un certo punto a Lorenzo mentre raggiungevamo la macchina.

-Come? In che senso? Con chi era? Non con te spero- sembrava preoccupato, ma allo stesso tempo conosceva già la risposta.

-Non con me, con tua sorella, erano seduti in un bar in piazza a chiacchierare- gli risposi.

-Ti hanno vista?- mi chiese, era curioso.

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