12.

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«Quindi ho vinto?» chiese Eden guardando ancora stupita il ragazzo davanti a lei. In poco meno di un ora aveva fatto cedere il ragazzo più ambito di quella scuola, senza fare nemmeno chissà cosa. «E cosa vinco?»

«Decidi tu cosa vuoi.» rispose la serpe senza portare gli occhi sul suo volto, era troppo impegnato a imprimersi nella mentre l'immagine della ragazza stesa sul suo letto, probabilmente non l'avrebbe rivista mai più così. Gli occhi scorrevano dal petto fino alle gambe, tutto del suo corpo sembrava urlare il suo nome, le gambe della ragazza continuavano ad avvolgergli i fianchi e sembravano combaciare alla perfezione. Chissà come sarebbe stato sentirla abbandonata tra le sue braccia, sentirla sussurrare il suo nome, perdersi tra le sue curve..

«Beh io- non lo so. Non me lo aspettavo.» disse la ragazza ridendo, attirando l'attenzione del ragazzo. Il viso era completamente rosso e Draco non riusciva a distinguere se per l'imbarazzo o per la situazione.

«Il nostro patto resta.» affermò il ragazzo prendendo posto accanto a lei sul letto. Quella situazione era estremamente imbarazzante, cosa doveva fare? Aveva vinto eppure non si sentiva di aver vinto. La ragazza continuava a guardare il soffitto senza avere il coraggio di abbassare lo sguardo, la posizione in cui erano era fin troppo intima per lei. Doveva alzarsi? Doveva addormentarsi? Cosa doveva fare?

Mentre Eden si domandava cosa dovesse fare, il ragazzo aveva puntato lo sguardo su di lei e sorrise quando capì che non avrebbe abbassato lo sguardo su di lui. Si approfittò della situazione e poggiò di nuovo la mano sul ventre della ragazza, poi la tirò più vicina a se per riportare le labbra contro il suo collo. La tortura del ragazzo riprese esattamente da dove si era fermata poco prima. Si era arreso, lei aveva vinto, poteva decidere qualsiasi cosa da fargli fare eppure sembrava lei ad essersi arresa. Con gli occhi chiusi si lasciò sfuggire un gemito che arrivò chiaro a Draco e lo prese come invito a continuare, così tornò sul suo corpo, con le labbra contro le sue e le mani che maneggiavano la gonna per farla scendere lungo le gambe e farla sparire come la camicia. Eden era inerme sotto di lui, non riusciva nemmeno a rispondere ai suoi baci, non ci riusciva nemmeno più a pensare.

«Vuoi che mi fermi?» chiese allora il ragazzo notando che non riceveva più le stesse attenzioni di prima. «Guardami.» riprese portando una mano sotto il mento della ragazza per girarle il viso verso di lui. Sentì sin da subito la mancanza delle carezze da parte della serpe ma non riusciva ad aprire bocca, non riusciva a dire una sola parola quindi fece ciò che le veniva meglio, si sporse verso di lui e lo baciò. Era un bacio calmo, dolce, di quelli che ti lasciano capire che in entrambi non c'era più interesse nel combattere, ma si erano arresi. Lentamente le mani della ragazza lo aiutarono a liberarsi della camicia, poi tornò a stringergli le spalle per tenerlo vicino a se. Intanto le mani di Draco avevano ritrovato la strada verso la gonna della ragazza che raggiunse finalmente il pavimento. Era davvero difficile resistere alle attenzioni del biondo, quando una ragazza di corvonero le aveva raccontato la sua esperienza con lui aveva pensato che leggeva troppi libri, era impossibile che di provassero certe emozioni, e invece ora capiva a pieno ciò che tutte avevano sentito.

«Noi- aspetta.» si allontanò dalle labbra di Draco e cercò di spostarlo dal suo corpo ma sembrava spostare un blocco di marmo, inutile. «Aspetta un secondo.»

«Sono fermo, novellina.» disse il ragazzo dopo aver preso un lungo respiro. Aveva pensato inutilmente che avesse già vinto, ma la ragazza stava distruggendo la sua idea dato che continuava a non concedersi completamente a lui.

«Io non voglio fare-» riprese a parlare la ragazza ma l'imbarazzo che sentiva durante quel momento non la portava a ragionare lucidamente, in più gli occhi del ragazzo erano fissi nei suoi ed erano meravigliosi, era un blu indefinito, avrebbe voluto trascorrere l'intera giornata a guardarli. «Non voglio entrare nella tua lista di conquiste facili.»

«Mi stai facendo dannare parecchio, ragazzina. Quindi tanto facile non sei.» disse il ragazzo allontanandosi da lei, sedendosi con la schiena contro la testata del letto, portando poi una mano sugli occhi per strofinarli. Se solo avesse raccontato questa storia a qualcuno si sarebbe addirittura imbarazzato, lui che era sul punto di implorare una ragazza che mettere fine a quel dolore che si stava irradiando nei suoi boxer, estremamente troppo stretti in quel momento.

«Sono in intimo nel tuo letto mentre pochi giorni fa ti ho cruciato. Sono estremamente troppo facile.» mormorò la ragazza coprendosi con le coperte del letto per non essere di nuovo sotto il suo sguardo. «Il patto resta, domani potrai vincere la tua scommessa con Nott. Tanto poi alla fine ci sei quasi riuscito, no?»

«Quasi, hai detto bene.» rispose allungando il braccio verso le sigarette che teneva sempre sul comodino. Eden intanto decise di spostarsi lentamente e cercare di raggiungere la camicia che era per terra. «Quella è mia.» disse ridendo e trovò la ragazza di nuovo completamente rossa in viso.

«Effettivamente è enorme.» commentò lasciando perdere il suo piano di fuga e tornò sul letto. In fin dei conti non poteva uscire da quella camera, l'avrebbero vista tutta. Tornò il silenzio nella stanza, interrotto solo dagli sbuffi della ragazza che intanto giocava con l'orlo della camicia. Ancora una volta si chiedeva cosa doveva fare, appurato che non poteva uscire le restava solo che dormire.

«Se vuoi puoi dormire, domani mattina ti sveglierò presto così da farti uscire senza che nessuno ti veda.» spiegò il ragazzo alzandosi dal letto. Eden continuò a guardarlo muoversi per la stanza, si chiedeva come fosse possibile che anche in quel momento i suoi movimenti risultassero eleganti, studiati. Il pantalone gli fasciava perfettamente le gambe anche se era sbottonato e notò che la sua eccitazione era ancora presente, facendola imbarazzare terribilmente. I capelli biondi erano leggermente spettinati, la spalle avevano qualche segno delle sue unghie, quasi sentiva i suoi muscoli sotto le sue mani.

«Ti piace la visuale?» chiese il ragazzo beccandola con le mani nel sacco. Non ebbe il modo di rispondere che Draco si sfilò velocemente il pantalone per infilarsi un pantalone più largo, probabilmente quello del pigiama, per poi tornare accanto a lei sul letto. Come se niente fosse successo, si infilò sotto le coperte e spense l'unica lampada in quel momento accesa nella stanza. «Vuoi continuare a guardarmi?» chiese ancora quando vide la ragazza ancora ferma con le mani strette sulle coperte. Senza rispondere decise di imitarlo e si stese accanto a lui, la distanza che aveva guadagnato fu nuovamente annullata dalle mani del biondo che la tirarono verso di lui.

Capendo che combattere con lui era praticamente inutile, avvolse le braccia introno al suo collo dopo che lui ebbe poggiato la testa sul suo petto. Si concesse un pò di tempo per accarezzargli i capelli prima di addormentarsi anche lei.

Eden Abernathy; Draco Malfoy. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora