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«Dovremmo controllare il resto del corridoio.» disse il biondo interrompendo il silenzio tra i due. Avevano appena iniziato la ronda e come sempre avevano deciso i piani superiori, e ancora una volta la ragazza si era diretta verso la torre di Astronomia.

«Il tuo nome è il nome della costellazione, vero?» chiese la ragazza lasciando perdere ciò che aveva detto il biondo poco prima. Le piaceva stare lì sopra a guardare il cielo.

«Si, la costellazione del Dragone.» rispose il ragazzo raggiungendola vicino alla balaustra. La ragazza alzò il dito verso il cielo ed indicò un mucchio di stelle vicine. «Cos'è?»

«È la tua costellazione. Non lo sapevi?» chiese ancora ridendo, portando per pochi secondi lo sguardo su di lui, per poi tornare a guardare il cielo. «Mi piace l'astronomia, era una passione di mio padre. Anche io avrei dovuto avere un nome di una stella ma a mia madre non piaceva nessuno dei nomi proposti e quindi decisero Eden.»

«Paradiso in terra, giusto?»

«Già.» rispose semplicemente alzando le spalle. Le conversazioni che avvenivano tra i due durante le ronde erano strane, forse avvenivano anche grazie all'assenza di occhi pronti a giudicarli, perché erano discorsi che non avrebbero mai fatto alla luce del sole.

«Comunque il panorama è anche più in basso, novellina. Non c'è bisogno che ti rompa l'osso del collo per guardare il cielo.» disse ridendo quando notò che la ragazza si portò una mano dietro il collo.

«Ho paura delle altezze, per questo non guardo giù.» ammise la ragazza allontanandosi dalla balaustra prima di abbassare lo sguardo.

«Oh, quindi sarà questo il tuo molliccio di domani? Di te che cadi nel nulla?» chiese il biondo seguendola fuori dalla torre, tornando alla ronda.

«Non so quale sia il mio molliccio, sinceramente. E il tuo?» chiede dopo aver aperto un'altra delle numerose porte. Quella scuola era infinita, e poi cosa si aspettavano di trovare?

«Non so la mia paura, non ho paura di niente.» rispose il ragazzo cercando di mascherare la sua voce. Sapeva perfettamente qual era il suo molliccio, Voldemort che gli ordina di torturare qualcuno o di uccidere Silente.

«Sei di carne ed ossa, Malfoy. Avrai sicuramente paura di qualcosa pure tu.» disse la ragazza ridendo, trovava stupido il fatto che dovesse mentire su una cosa così stupida. «Ma lo scopriremo, no?»

«Domani scopriremo anche se sei capace di combattere, novellina. Spero tu ti proponga contro di me, avere l'onore di batterti per la prima volta mi renderebbe soddisfatto.» continuò il ragazzo seguendola fino alla Torre di Grifondoro.

«Non ti ha soddisfatto la vittoria contro quel ragazzo l'altra sera?» chiese la ragazza fermandosi poco distante dalla torre Grifondoro. «C'ero anche io, l'altra sera.»

«Si, lo so. Ti ho vista.» ammise il ragazzo poggiandosi vicino al muro dove c'era una finestra per fumarsi una sigaretta. L'unica idea decente della preside adottata quest'anno era l'impossibilità di Gazza di dare punizioni ai ragazzi che compivano la ronda.

«Sembravi impegnato con altre ragazze, non pensavo mi avessi notato.» commenta alzando le spalle, con lo sguardo basso. «Ad ogni modo sei bravo, sembra che tu ti alleni tutti i giorni.»

«Ho avuto un periodo in cui dovevo essere ben allenato.» ammette il ragazzo riprendendo a fumare. Cercò di nascondere il sorriso soddisfatto quando notò che la sua tattica per farla cadere nella sua trappola stava funzionando. Sapeva di essere un bel ragazzo e sapeva che quell'atteggiamento affascinasse tutte le ragazze, perché tutte si fermavano a guardarlo quando fumava. La ragazza intanto aveva capito la strategia ma non riusciva a distogliere lo sguardo dal ragazzo.

«È così che ti porti a letto le ragazze, Malfoy? Bel fisico, faccino pulito, aurea misteriosa. Ma poi cosa offri?» si fece avanti la ragazza lasciando sorpreso il ragazzo che riportò lo sguardo su di lei.

«Nessuna ha mai avuto qualcosa da ridire sulle mie prestazioni, vuoi provare per confermare?» chiese il ragazzo lasciando che la ragazza si avvicinasse. Lei sorrise e si fermò a pochi centimetri di distanza, bastava sporgersi di poco per toccarsi. Gli occhi verdi della ragazza sembravano nascondere un mondo intero e Draco ci cascò dentro come un bambino. Fu lui ad avvicinarsi, fu lui a cadere nella trappola della ragazza. I loro nasi si sfioravano, il ragazzo già immaginava il sapore e la morbidezza delle labbra della ragazza, già immaginava di toccarla, di averla.

«Non serve architettare chissà cosa per sedurre una persona. Tu ci sei cascato, eppure non ho fatto nulla.» disse la ragazza poco prima di sparire nella sala comune della sua casata. Per la prima volta, Draco Malfoy era caduto come un pesce nella rete di una ragazza. La guardò andar via e strinse i pugni. La timida ragazza imbarazzata dalla sua ombra, conosceva bene il gioco e le regole, aveva accettato di giocare ad un gioco che lui aveva proposto e stava miseramente perdendo.

Tornò nella sua stanza velocemente e si domandò più volte come aveva potuto cedere, farle solo capire per un secondo di avere un interesse per lei. Mentre Draco Malfoy raccontava il fatto a Blaise, che intanto se la rideva e si complimentava con la ragazza, Eden era tornata nella sua stanza dove trovò Ginny e Hermione ad aspettarla.

«Hermione, come va la febbre?» chiese la ragazza cercando di far sparire il rossore dalle sue guance per la scena di poco fa. Dove aveva trovato il coraggio non lo sapeva nemmeno lei, ma l'idea che il biondo pensasse che lei essendo timida fosse una ragazza facile non le andava giù.

«In questo momento sembri tu ad avere la febbre? Tutto bene?» chiese Ginny curiosa come sempre. Eden sperava che Ginny non imparasse mai la legimanzia, altrimenti si sarebbero rovinati tutti.

«È per quel furetto vero? Quando capirai che non va bene per te?» chiese Hermione rigirandosi nel letto. Il viso della ragazza era ancora pallido e stanco, dedusse che la febbre era ancora alta.

«Non capisco perché siete tanto fissate con la storia, facciamo le ronde insieme. Punto.» dovette ripetere la ragazza, come ogni volta che tornava dalla ronda.

«Spero sia così.» sussurrò Hermione guardando la ragazza sistemarsi. Capiva bene l'interesse della serpe nei suoi confronti, anche se Eden cercava di coprire le sue curve il più possibile, era palese fosse una bella ragazza. Gli occhi verdi, i capelli lunghi ed ordinati, il fisico asciutto. Se non fosse stata timida, aveva tutte le caratteristiche per fingersi una Purosangue.

«Adesso dormiamo, che domani ci attende una lezione importante.» disse la ragazza stendendosi sul letto. Ginny spense la luce e decisero di seguire le parole della ragazza.

Eden Abernathy; Draco Malfoy. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora