Capitolo 14

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Pov Midoriya

Con la testa leggera ed i problemi a fanculo premetti ancora di più l'acceleratore lasciandomi trasportare dalle trepidazioni del momento.

Avevo un assoluto bisogno di estraniarmi dal mondo e fortunatamente la moto faceva al caso mio.

Avvertivo l'adrenalina pompare incessantemente nelle vene, le orecchie fischiare ed il cuore a mille che mi concedevano il lusso di poter assaporare una fetta di quella libertà che tanto bramavo.

Mi ero completamente abbandonato alla sensazione gelida e pungente che la brezza invernale mi conferiva trapassando all'interno delle maniche della giacca che portavo, rendendo inevitabile l'accenno di un sorriso stampato sulle mie labbra prettamente coperte dal casco.

Mi sentivo vivo.

Con una velocità che sicuramente superava i limiti consentiti dal codice stradale, raggiunsi indenne la mia meta in meno di mezz'ora.

Una volta che i miei piedi toccarono terra, il peso della consapevolezza di aver fatto una cazzata mi aveva ancorato nel cemento.

Passarono secondi,minuti ed addirittura ore, nella quale la situazione non era minimamente cambiata.

Ero rimasto fermo come un cretino, a fissare le poche persone che entravano ed uscivano dalle porte scorrevoli dell'edificio che mi si presentava davanti, senza mai ammiccare.

Mi stavo cagando sotto dalla paura e l'unica maniera per calmare l'agitazione che avvertivo consisteva nell'abbandonarmi al sapore ed all'odore suadente della nicotina.

Avevo perso il conto di quante sigarette mi fossi fumato nel giro di pochi minuti e dando un'occhiata per terra, si poteva benissimo dedurre che quel mazzetto di mozziconi spenti vicino alle mie scarpe, fossero abbastanza dal farmi desistere dal prenderne un'ennesima.

Feci un respiro profondo nel tentativo di infondermi forza e mi avviai all'interno dell'edificio.

Non appena varcai l'immobile, fu inevitabile per la mia mente intraprendere un viaggio nel tempo nella quale vedeva me e Katsuki all'età di quattro anni, giocare a nascondino correndo da una parte all'altra sul parquet circostante.

Necessitavo distrarre la mia mente da questi ricordi tossici con qualcosa che mi facesse riprendere il lume della ragione, ma fu solo una perdita di tempo in quanto essi peggiorarono.

Con la prepotenza di un uragano capace di spazzare via una casa in meno di due secondi, nella mia testa apparsero le immagini di un ascensore con me e Bakugo all'interno persi nell'euforia.

Ma che cazzo di problemi ho?!

Scossi la testa in un tentativo di sviare quei pensieri superflui nell'oblio e mi diressi dalla receptionist che stava dietro il bancone di marmo.

Con un colpo di tosse riuscii a catturare l'attenzione di Stephanie, che probabilmente nemmeno si ricordava più della mia esistenza, dal momento che erano passati circa 10 anni dall'ultima volta che mi ero fatto vedere da queste parti.

<<Midoriya Izuku, giusto?>>

Domandò severa lasciando trasparire una leggera nota di dolcezza e amarezza nostalgica che venne prontamente nascosta dal computer che stava utilizzando per lavorare e che le copriva gran parte del volto.

Cercando di non fare trapelare il mio sconcerto nel momento in cui pronunciò il mio nome, mi limitai ad annuire con il capo.

<<Seconda porta a d->>

<<Lo so>> dissi sbrigativo.

Salii le scale che portavano al secondo piano ed una volta giunto d'innanzi alla porta che mi interessava entrai senza esitare mandando a quel paese le buone maniere.

NON IMPORTA || BNHA [Bakudeku/Dekubaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora