Intro

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Rula Jebreal fa il mio nome. 

Le telecamere si spostano su di me.

Sto piangendo, mi asciugo il viso.

Ma non mi vergogno.

Non ho vergogna di nulla, io.

Il mio passato mi ha resa ciò che sono, e sono fiera della donna che sono diventata.

Il mio sguardo incrocia il suo, mi osserva incredulo, poi inizia ad applaudire.

Lo fanno tutti, applaudo anch'io.

Mi alzo, ho il viso rigato di lacrime.

Le telecamere continuano ad inquadrarmi.

Perché?

Perché adesso non mi lasciano in pace, solo per un momento?

Partono le note di Caruso, non sono mai riuscita ad ascoltare questa canzone, mi fa piangere.

Amadeus porge dei fiori a Rula, si abbracciano.

Mi sento soffocare, voglio andarmene da qui.

Annunciano la pubblicità, lascio il mio posto e mi dirigo vero l'uscita dell'Ariston.

Sento dei passi alle mie spalle, qualcuno mi sta seguendo.

So che è lui, ma non mi volto, non voglio leggere la pietà nei suoi occhi.

- Kryzia? Kryzia, aspetta... aspetta n'secondo, te prego!

Urla. Mi volto, ci fissiamo per un lungo momento.

- Cosa vuoi? - stringo gli occhi, lo guardo con rabbia.

Si tortura il labbro inferiore, sposta il peso da un piede all'altro.

Si passa una mano tra i capelli, rovinando il lavoro dei truccatori.

- Io nun immaginavo... me dispiace... me dispiace, sa'? Dico sur serio...

Vorrei abbracciarlo, ma non lo faccio. Non abbraccio nessuno, io.

Rimango a fissarlo immobile, per una manciata di secondi, poi sorrido, ma è un sorriso amaro.

- Non voglio parlare con te... non voglio la tua pietà!

Sto urlando, nel backstage qualcuno si volta a guardarci, stiamo dando spettacolo.

- Nun è pietà, sa'? E' ammirazione...

Scuoto la testa e gli volto le spalle, ma lui mi raggiunge, mi prende per un braccio.

Non voglio che lui mi tocchi, che nessuno mi tocchi.

Provo a liberarmi, lui stringe appena la presa, mormora parole nel suo dialetto, parole che non comprendo.

Ho paura. Tanta.

Alzo la mano e gli mollo uno schiaffo. MI fa male la mano. E mi fa male il cuore.

Lui si porta una mano al viso, mi fissa allucinato.

E allora ne approfitto, e fuggo via.

***

Nuovo esperimento.

Il discorso di ieri sera di Rula Jebreal, a Sanremo, mi ha colpita.

Tanto. Troppo.

La ragazza che piangeva tra il pubblico mi ha ispirata.

Potevo essere io o tu, che stai leggendo.

Poteva essere chiunque di noi.

E ci farò una storia sopra.

So che devo pubblicare la terza parte di Fab & Futura, finire la favorita, fammi tremare l'anima, le altre, e scrivere Mi hai rubato il cuore.

Ma questa storia, merita di essere raccontata.

Stella cadente (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora