Lunedì - Prima parte

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* linguaggio volgare, contenuti sensibili e di natura sessuale, accenni di violenza *

So che ti piaccio (so che ti piaccio), 

so che è così (so che è così)

e so che lo vuoi, è facile capirlo 

e nel profondo della tua mente 

so che dovresti essere a casa a scopare con me, tesoro

Kryzia's POV

L'aereo sta per atterrare. Sono molto ansiosa, agitata, ma una parte di me è anche felice.

Sto per fare qualcosa di molto importante, lo so bene. E anche se non farò la differenza, qualcosa dovrà pur contare, no?

Una macchina della Rai è venuta a prendermi, quasi mi commuovo. Mi sento una principessa. Salgo in auto e controllo il cellulare, la mia amica non mi ha ancora risposto, e questo mi fa stare male. Sbuffo e mi accomodo meglio sul sedile, osservando il paesaggio fuori dal finestrino, per tutto il tempo. Ho origini liguri io, anche se lo sanno in pochi. Vivo a Catania da anni, ma alla Liguria sarò legata per sempre.

Quando arrivo al mio albergo, quasi mi sento svenire. E' bellissimo. Mi scappa un sospiro, sono emozionata. Entro in punta di piedi, trascinandomi dietro il mio trolley strapieno, guardandomi attorno con gli occhi spalancati, come una bambina in un negozio di giocattoli.

Sono così assorta, che non mi accorgo di qualcuno che viene nella mia stessa direzione, finendo per sbattergli contro.

- Mi scusi... davvero, io non guardavo dove mettevo i piedi, e... - alzo lo sguardo, e non ci credo nemmeno io.

Ho appena sbattuto contro Fabrizio Moro.

Sono una grandissima cretina.

Lui si sfila gli occhiali da sole, e mi fissa da capo a piedi, in un modo che mi fa innervosire. Mi sta praticamente scannerizzando, ma come si permette?

Che ne è stato di tutti quei bei discorsi sulla forza delle donne?

Perché diamine mi fissa in questo modo?

Stronzo sfacciato.

- Nun te preoccupa'. - dice infine a bassa voce, roca ed avvolgente. Non posso fare a meno di sentirmi scossa da un brivido, che parte dalla nuca e mi attraversa tutta la schiena, fino all'osso sacro, riverberandosi fino alle mie parti più intime.

Sono anni, che non sento praticamente niente, e guarda un po' se il risveglio doveva arrivare per mano di quello che fino ad ora è stato un idolo per me, ma che ora vedo per com'è veramente: un cafone tutto tatuato, con lo sguardo pesante.

- Sì, ok. Scusa. - mormoro seccata, quasi brontolando, mentre sposto il peso da un piede all'altro.

- Te senti bene? Te sei fatta male, cara?

Cara?

Oh, ma chi ti conosce? 

Presuntuoso!

Pensa forse che solo perché è un cantautore famoso - e un bellissimo uomo, ammettilo, mi sussurra la mia coscienza traditrice - può dire e fare tutto quello che gli pare?

Arrogante!

Lo detesto!

- Quello che vedi è di tuo gradimento? - soffio sarcastica e piccata, molto piccata - Non so, vuoi continuare a farmi la radiografia? Magari mi giro pure, così ti mostro anche il lato B?

Stella cadente (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora