Venerdì - All'alba

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Tu non lo dici ed io non lo vedo
L'amore è cieco o siamo noi di sbieco?
Un battibecco nato su un letto
Un diluvio universale
Un giudizio sotto il tetto
Up con un po' di down
Silenzio rotto per un grande sound
Semplici eppure complessi
Libri aperti in equilibrio tra segreti e compromessi
Facili occasioni per difficili concetti
Anime purissime in sporchissimi difetti
Fragili combinazioni tra ragione ed emozioni
Solitudini e condivisioni

Kryzia's POV

Ammetto che una parte di me vorrebbe tornare indietro, andare da lui. Ma non posso, non ce la faccio. E in tutta onestà, non so nemmeno io cosa mi blocchi, cosa mi terrorizzi così tanto da negarmi la possibilità di essere felice. E non la sto negando solo a me, mi dico, mentre passo attraverso i controlli, togliendomi l'orologio, gli orecchini di perle della nonna e il braccialetto coi grani del rosario, che poggio dentro ad un piccolo contenitore in plastica, insieme al mio bagaglio a mano, lo zainetto nero in finta pelle che avevo lasciato quella terribile sera all'Ariston, e che poi Fabrizio ha recuperato per me. Quella terribile sera, sì, ma anche quella meravigliosa, intensa, speciale serata.

- Signorina, le sue cose. - la voce di una delle hostess mi riporta alla realtà. Alzo lo sguardo, lei mi rivolge un distaccato sorriso di cortesia, che non ricambio. Annuisco in silenzio, prendo le mie cose e passo oltre.

Mancano pochi minuti alla partenza, mi fermo un momento davanti alla vetrata trasparente e abbraccio con gli occhi la mia Liguria, pensando che a quest'ora sarei potuta essere nella Città Eterna. Sospiro, e le lacrime mi rigano copiose il viso.

Sono maledettamente infelice, ed è solo colpa mia.

Voglio tornare indietro, con tutta l'anima.

Non c'è nulla, che io desideri di più.

Fisso il biglietto che ho tra le mani, non so bene che fare.

E' troppo tardi per tornare indietro, lui sarà già andato via. Sì, è così. Me lo ripeto fino a convincermene.

Lancio un'occhiata alle mie spalle, e ovviamente lui non è lì. Ma che cosa mi aspettavo?

Scuoto la testa e cammino verso l'imbarco. Dopo qualche minuto, sto attraversando il gate, diretta all'aereo.

E' finita.

Cammino come un automa, sono morta dentro.

Nulla ha più importanza.

Non ho nemmeno più un cuore.

Quello è rimasto a Sanremo, con Fabrizio.

Quanto vorrei, adesso, che lui avesse fatto un colpo di testa, che venisse qui, e mi portasse via con sé. Ma questi sono solo sogni, favole, sciocchezze, cose che nella vita reale non esistono.

Non mi volto indietro, continuo a camminare, col viso inondato di lacrime.

Avrei dovuto saperlo, che avevo ragione, che ce l'ho sempre avuta e che non sarebbe durata.

Però no, non mi pento di nulla.

Quelle emozioni, me le sono vissute tutte, fino all'ultima, senza precludermi niente.

Se chiudo gli occhi solo un momento, posso ancora sentire le sue labbra calde e tenere sulle mie, la sua voce dolce e roca che mi sussurra all'orecchio.

Stella cadente (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora