"Cosa sono per te? "

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{Collegato al capitolo precedente}

Domenica 8 Marzo.
Gabriel rimase chiuso nel suo studio per tutto il giorno ignorando le goccioline d'acqua che cadevano sulla finestra accanto a lui provocando quel suono che tanto amava e tanto lo rilassava.
Adrien aveva lasciato la mansione in compagnia dei suoi amici per andare da Nino dove avrebbero studiato per i compiti del giorno successivo, la guardia del corpo aveva preso una settimana libera e Nathalie invece era rimasta per tutto il giorno chiusa in camera a leggere dato che, era il suo vero e unico giorno libero, si potrebbe dire.
Gabriel gettò il quaderno a terra e si tolse gli occhiali premendo con due dita sulla fronte: era frustrato.
Guardò il bozzetto di Emilie trovandolo solamente ripetitivo, senza sentimento ed emozioni.
Era la sua giornata nera per quanto riguardasse l'ispirazione.
Emilie non sapeva dargli altra emozione che non fosse il senso di dovere di riportarla indietro per suo figlio.
La vedeva come un amore si, ma mai più lo stesso di prima.
Aveva capito che l'amore più inaspettato e semplice stava nelle piccole cose: in quelle che fino ad adesso si era rifiutato di vedere.
Si alzò stirandosi lentamente e decise di interrompere quel bozzetto per dedicarsi a qualcos'altro: l'idea migliore che gli sovvenne fu quella di uscire, giusto per un'ora o due e dimenticarsi di tutto per un pò.
Attraversò il corridoio buio e inondato dal silenzio raggiungendo la sua stanza dove si trasformò.
Scivolò sui tetti con abilità sentendosi libero e assaporando a pieni polmoni il profumo dell'aria... senza seguire una linea di pensiero precisa si ritrovò sulla Tour Eiffel, nel punto più alto.
Appena si guardò attorno ricordò di colpo i momenti di passione vissuti con Mayura avvenuti solo due settimane prima.
Non lo negava a sé stesso ma era stata l'esperienza più passionale che avesse potuto vivere e al solo ricordo sentiva qualcosa crescere nel suo basso ventre.
Era stato solo un momento?
Gli mancava, gli mancava sentirla, tenerla vicino... si erano distanziati molto da quella volta.
Riprese la sua corsa notando che un fioraio aveva esposto fuori dal negozio dei fiorenti rami di mimosa legati da dei nastri colorati:
appena visto un rametto unito da un nastro rosso non esitò a prenderlo, lasciò la banconota e sorrise camminando mentre lo guardava.
Continuò il suo cammino verso la mansione e, una volta giunto sedette sul cornicione giardando la piccola pianta tra le sue dita.
Fece per rientrare quando sentì un suono familiare provenire dalla camera di Adrien.
Un pianoforte, una melodia lenta con pause d'insicurezza notoria, con un leggero tono di bisogno nel sentirlo...
-"Nath..."
Si avvicinò alla stanza e osservò dal vetro come la sua assistente avesse chiuso gli occhi facendosi trasportare dalla melodia che, andava sempre più acquisendo di sicurezza.
Aveva deciso di uscire dall'ordinario e dai panni di perfetta assistente per una volta e suonare... non perché fosse obbligata a farlo o altro, bensì perché era quello che in quel momento più desiderava.
Hawk moth entrò dalla finestra aperta e si avvicinò senza fare rumore fino ad appoggiarsi con i gomiti sul pianoforte mentre lei premeva sui tasti con maggiore decisione comunicando in esso tutta sé stessa.
Concluse la canzone e rimase ad occhi chiusi ascoltando i battiti del suo cuore rallentare:
-"Ti è piaciuto il concerto?"
Replicò con ironia.
-"Come facevi a sapere che ero quì?"
Chiese tranquillamente.
Fece una risatina aprendo gli occhi e guardandolo come una ragazzina innamorata:
-"Perché sono la portatrice del Miraculous del sentimento? Si suppone quindi che possa sentire cosa provano gli altri attorno a me, non credi?"
Hawk moth prese coraggio e le estese il mazzo di mimosa dal profumo inebriante che la dama non esitò a prendere e ad annusare.
-"Per il tuo concerto... buona festa della donna Nath... la mia donna..."
-"G-Grazie!"
Sorrise a tali parole, sapeva bene che si riferiva al fatto che fosse l'unica impiegata femmina e ormai parte della casa.
Hawk moth strinse con delicatezza le sue piccole e fredde mani tra le sue grandi e inguantate sorridendo:
-"E cos'hai sentito portatrice del Miraculous del sentimento?"
-"Riguardo a te o a me?"
Chiese guardando a terra.
-"A entrambi."
Silenzio.
-"...riguardo a te... ecco è...complicato... sembra quasi che tu sia... confuso.
E lo sono anch'io...finiamola con questa storia."
-"Quale storia? Di cosa parli?"
-"Di quello che è successo tra noi Gabriel."
...
-"...Mi stai dicendo che dovrei ignorare tutto? Che dovremmo semplicemente far finta che non sia successo niente?
Nath... sei distante e ci vediamo ogni giorno: pensi non faccia già male da sé?"
Sospirò alzandosi e guardando il lento imbrunire in un cielo grigio chiaro, quasi bianco e silenzioso.
Si soffermò sulla finestra reggendosi ai bordi curiosando su ciò che la vista da lì offriva:
-"Cosa sono per te? Hawkmoth..."
La guardò in silenzio sospirando;
Che cos'era per lei?
Non lo sapeva per certo, la sua mente era un casino... un meraviglioso casino grazie a quella dea dai capelli cobalto.
Gli aveva cancellato tutti i dubbi e automaticamente ne aveva fatti apparire molti altri.
Si alzò e camminò lentamente verso di lei: carezzò le sue braccia facendo contatto con lei da dietro mentre ricorreva col naso la clavicola, si soffermò in un punto specifico lasciandovi un piccolo bacio mentre Nathalie, impassibile, guardava a diritto aspettando la sua risposta.
Hawk moth guardò le goccioline che scendevano lentamente sul vetro e tenendo lo sguardo fisso su di esse sospirò:
-"Guarda quelle gocce là fuori Nath.
Diresti che è pioggia o neve?
Non puoi saperlo fin quando non guardi a terra, dove toccano il fondo e quindi scopri di cosa si tratta.
Potrei darti una risposta ma...
entrambi forse sarebbero deludenti.
Forse non vuoi sapere né l'una né l'altra... o forse non voglio saperlo io."
Concluse lasciandole un bacio sulla testa e stringendo più forte le sue spalle distrutte.
Cadde il silenzio e stavolta nessuno dei due sapeva come iniziare, anche se nessuno dei due aveva intenzione di separarsi.
-"E riguardo a te?" Chiese Hawk moth.
-"Come?" Sollevò lo sguardo a lui.
-"Tu cosa stavi provando mentre suonavi?"
-"Hai il Miraculous rotto per caso?"
-"Perché non accetti il fatto che proviamo lo stesso Nathalie? Perché non accetti che le cose non saranno più come prima?" Afferrò con delicatezza una delle sue mani e la porto sul suo petto, dove il cuore batteva.
-"È meglio dimenticarcene... per Emilie, per noi..."
-"Per noi?"
Assentì mantenendo la mano sul suo cuore:
-"Voglio quella risposta Gabriel..."
Strinse la mano di Nathalie sul suo cuore
-"...Ti amo. Non lo capisci? Non lo hai ancora capito che il mio cuore muore ogni volta che..."
Un bacio di Nathalie gli bloccò le parole in gola e non poté fare a meno di corrispondere automaticamente stringendola con entrambe le mani alla cintura:
-"Non mi lasciare Nathalie...
Ho bisogno di te..." Disse tra i sospiri stringendo il piccolo corpo tra le sue braccia.
Nathalie abbassò la testa e Hawk moth sollevò il suo mento con il pollice guardandola negli occhi:
-"No... non ho bisogno di te per qualcosa... voglio te."
-"Quindi era neve?" Sorrise astuta la mora.
-"Era pioggia ma... continuavo a credere che fosse neve e mi ha coperto la vista, impedendomi di vedere questi due occhi turchesi che hai, queste dolci labbra al sapore di liquirizia e soprattutto la donna della quale mi sono innamorato."
Sorrise ricongiungendosi alle labbra di lei mentre camminavano fuori dalla camera di Adrien.
Hawk moth spingeva sensualmente Nathalie verso la sua stanza dandole dei lussuriosi baci sul collo, sfiorando le sue curve pronunciate e i fianchi facendola ridere per il solletico.
Nathalie si fermò di colpo mordendo il labbro inferiore di Hawk moth per poi iniziare a correre per l'immensità della mansione rinchiudendosi nella camera di Gabriel seguita da lui.
La catturò tra le sue braccia, lei con le spalle alla parete e andimante per la corsa.
Iniziò a lasciarle baci umidi sul collo che sembravano adentrarsi nella carne e cercò con le dita il centro del suo petto, impaziente di sciogliere i lacci neri di quel pigiama blu che aveva ideato sul suo corpo per mesi.
Sciolse il fiocco sfiorandole la pelle al centro del petto, tra i due seni, spostando un poco le spalline fini le quali si dedicò a baciare lentamente.
Le sue dita continuarono il loro percorso verso il basso facendo impazzire la dama dai capelli cobalto, slacciando adesso l'intera camicetta.
Hawk moth la guardò come per chiederle il permesso e lei assentì:
Iniziò a succhiare uno dei capezzoli passando le dita sotto all'altro facendo dì che si sciogliesse completamente.
Nathalie si contorceva di piacere alle sue attenzioni e gemeva il nome di quel temuto supercattivo ogni qual volta che intensificava quella lenta tortura mandandole scosse elettriche a tutto il corpo.
Continuò a baciarle lo stomaco e l'ombelico fino a ricorrere l'intera linea V della sua amata... le ritirò i pantaloni facendo scivolare la mano inguantata al centro della sua intimità sotto l'indumento intimo; Nathalie si strinse al collo di Hawk moth per non collassare proprio adesso che iniziava a tremare.
Hawk moth le aprì le gambe e iniziò a sfiorarle dalla cima fino alle pieghe con studiata lentezza;
Nathalie pensò che avrebbe ricevuto un'invasione dentro ma si sentì improvvisamente attaccata dalle dita di Hawk moth che adesso giocavano col suo clitoride.
Inarcò la schiena stingendosi a lui, stavolta aveva inserito dentro di lei le dita e la stava portando velocemente alla pazzia.
-"Fot...t..iti"
-"Pensavi di vincere tu questo gioco? Mia piccola Nathalie...
perché sei mia adesso... no?"
Spinse più a fondo trovando un punto sensibile:
-"Ah... Si... Si."
Cercò di durare più a lungo possibile ma Gabriel riuscì a trovare il suo punto più sensibile aumentando la velocità, facendola così arrivare ad un poderoso orgasmo.
...
-"Stringiti forte al mio collo va bene? E non lasciarmi mai."
-"Mai Mon petit papillon." Assicurò lei aggrappandosi con le gambe al suo torso e nascondendo il viso nel suo collo.
Hawk moth iniziò lentamente, entrava e usciva da lei costantemente, ogni volta spingendosi sempre più a fondo aiutato dalla sua dama che con movimenti circolari aspettava impaziente, pur godendosi la continuazione di terminare con questo momento che aveva tanto atteso.
-"Ansiosa Mon amour?"
-"Gabriel..." Replicò con un pizzico di frustrazione unito all'ordine implicito di non fermarsi.
Hawk moth entrò in lei facendole stringere i denti:
-"Dicevi?"
Continuò ad entrare e uscire da lei con ritmo altalenante dimostrandosi il loro reciproco amore per l'altro, quella notte passò tra i gemiti e i sospiri di piacere, con una domanda irrisolta... o almeno così sembrava: la domanda aveva ottenuto la sua risposta pur necessitando del silenzio perché Nathalie per Gabriel significava l'Universo intero racchiuso in quella deliziosa confusione che aveva stravolto e cambiato la sua vita per sempre.

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