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Dopo aver fatto colazione ci dirigiamo tutti sul campo da calcio e i ragazzi iniziano con l'allenamento.
Julia continua a guardare mio fratello quasi come lui fosse un Dio non degandomi nemmeno di uno sguardo.

"Hey Ju. Non prendermi troppo in considerazione eh" la richiamai.

"Sì sì, scusami. Allora, come è andata ieri?" chiese la mia amica ancora abbastanza noncurante.

"Bene bene, io e Paolo ci siamo baciati. Ma non stiamo le assieme" le dissi io tranquillamente.

Lei voltandosi mi sorrise e come se non avessi detto niente tornò a guardare la partita.

Sbuffo e mi alzo per prendere un po' di asciugamani e delle borracce. Mentre vado verso gli spoglitoi guardandomi attorno vedo un bus blu con delle scritte in una lingua incomprensibile passare, poco dopo, non appena vedo un ragazzo coi capelli blu e la maglia della squadra affacciarsi, mi rendo conto che quello apparteneva alla nazionale giapponese.

Inizialmente mi incanto, tutti quei ragazzi felici, esultavano, erano entusiasti. Mi ricordavano proprio la Orfeo... certo che sono proprio tutti uguali! A questo pensiero mi scappa un sorriso che non passa affatto inosservato a mio fratello, allontanatosi appena dal campo insieme agli altri per bere. Non mi ero nemmeno accorta di quanto tempo fosse passato.

"Uh ma questo sorriso? Ricordi, ora dobbiamo dirci tutto" mi ammonisce lui dandomi una leggera pacca sulla spalla.

"Niente... in realtà pensavo a tutta la grinta che tutti voi ci mettete." gli spiego brevemente.

"Eh...?" continua interrogandomi.

"Eh beh, mi fa piacere. Vi state tutti impegnando così a fondo"

"Certo... ma vedi sorellina, il calcio non è l'unica cosa esistente al mondo. Ci sono altre passioni, altri pensier-"

"Come ad esempio una certa biondina..." lo interrompo io.

"Come Juls - continua lui senza darmi corda - come gli amici, come lo studio (ogni tanto), come l'amore o come una relazione ad esempio."

Detto questo mi rivolge un leggere sorriso, quasi impercettibile.

"Si hai ragione, peccato queste non siano cose che ci entrano nella mia testa" concludo.

"Seh seh non ci credi nemmeno te. Ora dici così, ma quando incontrerai una persona con un sorriso tale da toglierti il fiato vedrai che nella tua testolina ci sarà spazio per un ragazzo" mi incoraggia Gian.

Non avrei mai creduto potesse essere così moralista e filosofico. Pensavo di conoscerlo bene, ma invece stava maturando e non di poco.

"Certo, forse hai ragione."

"Come forse? Non hai capito che io ho SEMPRE ragione?". Eccolo qua il solito "Gianluca-sbruffone-io-sono-meglio-di-Byron-Love".

Faccio gli occhi al cielo e mi giro verso gli altri componenti della squadra. Molti stavano bevendo dato che si erano già tolti le divise sudate e cambiati, mentre mancavano ancora Paolo e Michele, i soliti lentoni.
Decido così di andare a chiamarli. Se non si fossero sbrigati sarebbero arrivati in ritardo per il pranzo e poi per il pranzo.
Mi dirigo verso l'altro spogliatoio, quello in cui si cambiavano gli ultimi 6 componenti.
Appena arrivo alla porta mi ritrovo davanti una chioma rossa.

"Sonya io vado a bere, sto morendo. Chiama tu Paolo" mi dice Michele prima di andarsene senza lasciarmi un momento per rispondere.

'ok' dissi fra me e me.

Busso. Non sentendo nessuna risposta, nonostante fosse lo spogliatoio maschile decido di entrare. Subito vedo dei vestiti per terra e dietro a quelli Paolo con addosso solo un asciugamano. Istintivamente mi porto una mano davanti agli occhi scusandomi per l'irruzione nella stanza.

"Tranquilla Sonya, non c'è nulla di scandalizzante o che tu non abbia già visto" mi rassicura ridendo leggermente.

"Hm va bene."

Lo guardo e per un attimo mi perdo a contemplarlo, per fortuna lui non se ne accorge dato che era impegnato a buttare la divisa d'allenamento nel suo borsone.

Appena si alza si avvicina a me ed inizia a baciarmi. Dopo qualche minuto mi stacco rendendomi conto di ciò che stava accadendo.

"Paolo. Non può funzionare così. Prima mi dici che sono una distrazione, ora invece mi cerchi-"

"Lo so. Scusami io non so cosa mi sia preso. Non stiamo assieme ora, quindi non devo trattarti così. Sappi che per me sei libera di frequentare altri ragazzi. Non posso tenerti sulle spine così, a mio piacimento".

La sua risposta inizialmente mi spiazza e mi lascia leggermente perplessa.

"Grazie. Stai dicendo una cosa giusta. Magari questo non è il nostro momento. Dobbiamo solo aspettarlo." concludo io mentre il moro annuisce in risposta.

Mi volto così da lasciargli il tempo di cambiarsi.

"Ok finito, andiamo" dice prendendomi per un braccio.

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Appena finito il pranzo io e Julia andiamo verso il campo della nazionale americana per portare in anticipo l'acqua e gli asciugamani.
Mentre camminiamo vedo un ragazzo biondo scuro tirare in porta. Un tiro molto potente e di certo complicato da parare.

"Ah però" reagisce così Juls spiazzata.

"Già, sono molto bravi anche loro" ammetto.

Il tiro finisce in rete senza alcun problema e i ragazzi esultano facendo molti complimenti a Mark.

"Così, sarebbe questo il tuo tiro capitano?" urlo io dal bordo campo mentre mi dirigevo con l'altra manager verso delle panchine mezze occupate dalle sacche dei giocatori.

"Hey" mi fa anche un cenno con la mano e si avvicina.

"Lo ammetto: quello è il mio tiro. Ma Sonya, promettimi di non spiegarlo alla tua squadra, è la nostra arma" mi dice l'americano poggiando dolcemente il suo indice sulla mia bocca.

"Sennò cosa mi farai?" rispondo ammicando.

"Non so... ma di certo lo vedrai" dice sorridendomi con uno sguardo a dir poco malizioso.

Piano piano mi avvicino, inclino la testa e alzo le sopracciglia.

"Nessuno, e dico nessuno, mi può sfidare" gli intimo anche io maliziosamente.

"Wow wow che bel caratterino che hai. Ecco una delle tante cose che mi sono subito piaciute di te" fa Mark avvicinandosi anche lui di un passo.

Mi guarda per un momento negli occhi e poi entrambi scoppiamo a ridere.

"A proposito. Questa sera Edgar e gli inglesi daranno un Galà, tu ci sarai?" mi chiede lui totalmente alla caso.

Intanto vedo i suoi compagni prendersi una pausa mentre il loro capitano era impegnato con me.

"Non so... nessuno mi ha invitato..." scherzo io. Entrambi sapevamo cosa sarebbe successo dopo.

"Ok, allora ora hai un accompagnatore, per giunta il migliore" fa toccandosi i capelli lucenti.

"ok campione. Intanto concentrati sulla partita con la Orfeo. Se stasera sarai ancora integro ci vedremo" lo stuzzico.

"Certo!" sorride prima di tornare in campo.

ANGOLO AUTRICE

Questa sarà la parte che nessuno leggerà, ma ok.
Vorrei lasciare uno spazio per domande (sulla storia, su me, sulla matematica, su ciò che volete in pratica) e consigli.
Detto ciò, buona notte a tutti
B4E

OUR DREAM - Paolo BianchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora