OUR DREAM - Paolo Bianchi

7 REVISIONATO

Mi svegliai come ogni mattina e mi preparai per andare a scuola. Solita routine quotidiana.

"Gian, questo pomeriggio dopo gli allenamenti vado a fare un giro con Julia. Vuoi venire, anche se ti annoierai tipo a morte? Magari ci puoi portare i vestiti e le borse." lo stuzzicai.

Sul suo viso comparve una smorfia di gelosia e come risposta si girò dandomi la schiena.

Perfetto, ora dovevo solo capire se a mio fratello piacesse davvero Julia.

I nostri cellulare squillarono in contemporanea.

Paolo aveva scritto sul gruppo della squadra di calcio.

PAOLO: Quesa sera si parte per il FFI. Andate a casa a prepararvi la valigia! Ordine del preside. La festa della qualifica la faremo là.

Sotto a quel messaggio c'erano faccine felici e sognanti dei giocatori. Stavano per sfidare il mondo. Ed io stavo per andare in "vacanza" con mio fratello a Liocott.

Dopo aver letto il messaggio Gian chiamó nostra madre per avvertirla mentre io andai a cercare Julia.

Mi misi a correre e mi girai per salutare Gianluca con la mano.
Passai per i vari vicoli di Venezia, davanti all'Hard Rock Cafe, in piazza S. Marco ed infine arrivai a scuola.

Sentii una leggera pressione sulla mia spalla così mi voltai di scatto.

"Hey!" mi disse Paolo in tono amichevole.

"Ciao! È fantastica la notizia. Sono felicissima per voi!" esclamai abbracciandolo.

"Ehy grazie!" mi disse ricambiando l'abbraccio ed iniziando ad accarezzarmi dolcemente i capelli.

Appoggiai il mio mento nell'incavo del suo collo dato che lui non era così alto in confronto a me e chiusi gli occhi per rillassarmi. Non volevo più staccarmi. Quel momento era perfetto.

"Paolo!" una voce ci costrinse ad allontanarci.

Nakata stava venendo di corsa verso di me ed il ragazzo.

"Sono molto felice per voi, però io me ne devo andare, di nuovo. La squadra continuerà anche senza di me!" disse il giapponese.

"Però sei arrivato da così poco tempo... perché te ne vai?" chiesi triste della notizia.

"Ho fatto una promessa, e devo mantenerla." mi rispose sorridendo.

"Grazie di tutto." mi sorprese l'affermazione di Paolo.

"Sei un vero amico, ci rivedremo presto." continuò il moro.

"Ci puoi contare, amico." ribatté Hidetoschi dando una pacca sulla spalla a Bianchi.

"Ora vado, ho già salutato il resto della squadra, mancavate solo voi."
ci disse prima di andarsene.

"Ora sarai di nuovo il capitano, eh, Paolo?"

"Già. Penso proprio di sì."

"Non ne sei felice?" gli chiesi vedendo il suo volto affranto.

"Ho paura di non svolgere il mio compito al massimo, se sbagliassi l'intera squadra ne subirebbe le conseguenze." mi rispose guardandomi negli occhi.

"Hey, tu non sbaglierai! In fondo sei la Meteora Bianca, riuscirai a portare la Orfeo alla vittoria." gli risposi convinta.

Ci dirigemmo dentro la scuola per assistere alla lezione, anche se, dopo la notizia della partenza, nessuno di noi si era riuscito a concentrare.

Subito dopo scuola mi preparai e con mio fratello e mia madre mi diressi in aeroporto: non era molto grande, infatti proponeva solo voli brevi, per questo avremmo dovuto fare uno scalo appena arrivati in Asia.

Appena vidi Paolo mi ci avvicinai, lui era distratto a guardare gli orari della partenza e dell'atterraggio del nostro aereo, così, per scherzare, gli coprii gli occhi con le mani.

"Hm... Michele?" domandò lui, anche se, dal suo tono di voce, si capiva perfettamente fosse cosciente del fatto fossi io.

"Andiamo piccioncini, è l'ora. L'aereo ci sta aspettando." ci disse Giorgio interrompendo quel momento.

Io arrosii leggermente per il modo in cui ci aveva chiamati mentre Paolo gli sorrise e mi prese per mano.

"Andiamo a sfidare il mondo!" urlò trascinandomi nella sua corsa per raggiungere l'aereo.

Appena salii notai mio fratello seduto di fronte a Julia nei posti da quattro. La mia amica ci fece segno di sederci così io ed il capitano prendemmo posto vicino a loro.

"Cosa stavate facendo?" chiese curioso ed insospettito mio fratello.

"Hm... niente" lo tranquillizzó Paolo con nonchalance.