3. Nodo

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La piccola July si è appena addormentata. Con delicatezza Romer le rimbocca le coperte e le sistema i quaderni nello zaino. Uscendo dalla camera ed attraversando il corridoio dà un occhiata alla camera di Thomas sorridendo alla vista della tranquillità proveniente dalla culla. Poi continua scendendo le scale ricoperte di moquette grigio chiaro fino a raggiungere il soggiorno dove la moglie, seduta sul divano, guarda con poco interesse il notiziario.

"Dicono che se le rivolte continueranno il governo instaurerà la legge marziale in tutta la nazione. Di nuovo", comincia la bella Sara, dai capelli biondi e chiara in volto.

"Questi stronzi. Prima vogliono l'immortalità e poi pretendono pure la libertà", borbotta Romer.

"Spero solo che nel nostro quartiere rimangano tutti calmi."

"Stai tranquilla. Non ci abbasseremo al loro livello."

"Ti identifichi troppo in questa gente."

"Ma no. Io faccio solo una semplice distinzione fra chi fa inutili rivolte e chi invece sta tranquillo a godersi la vita. Per quanto mi riguarda dovrebbero attivare la legge marziale ed eliminare tutti questi analfabeti. Non come l'ultima volta."

"Lo sai che non lo faranno mai. Gli serve quella gente, sono la loro assicurazione."

"Sei troppo intelligente, per questo ti amo. Cioè, anche per questo."

"Smettila, sono seria. C'è anche gente intelligente fra loro. "

"Sarà, ma a me importa solo che quando torno a casa trovo queste belle cosce ad aspettarmi", Romer le si avvicina con un sorriso.

"Dai, Romer..."

"Tranquilla, stanno dormendo."

Il mattino dopo l'odore calmo del pane tostato e del latte fanno aprire i grandi curiosi occhi blu di July che si getta immediatamente sulla fetta più grande cominciando ad immergerla nel latte fino a farla sciogliere per poi cominciare a mescolarla con un movimento rotatorio sempre più veloce con la cannuccia.

"Mangia tutto, prima che diventa freddo", le raccomanda il papà grattandosi la barba nera.

"Ma è troppo caldo."

"E allora soffiaci."

"Fiuuu."

Dalla porta della cucina entra anche Sara con in braccio il neonato Thomas.

"Ha rigurgitato di nuovo. Tre volte in un'ora", comunica con un filo di preoccupazione.

"Un'altra e lo portiamo da Jeff. È il pediatra più vicino."

"Che cosa significa ricurgido?"

"Si dice rigurgito, ed è quando il fratellino vomita un po' di latte."

"Blee. Che schifooo. Ma perché rigu-rgita?"

"Perché è così. Finisci il latte che altrimenti facciamo tardi per la scuola", la invita un po' spazientito Romer.

"Ma non mi hai risposto!"

"Il papà voleva dire che il fratellino è ancora piccolo ed è normale che ogni tanto rigurgiti un pochino. Dai su, ora finisci tutto il latte."

Non del tutto soddisfatta della risposta July ricomincia a soffiare nella cannuccia e creare bolle nel latte.

Una ventina di minuti dopo, July è pronta per andare a scuola con lo zaino in spalla, guanti e cappellino di lana. Romer, indossata una giacca pesante e preso il mazzo di chiavi, accompagna la bambina alla macchina legandola per bene alle cinture di sicurezza sul seggiolino nei posti posteriori.

NienteWhere stories live. Discover now