Agre è a terra, si sta riprendendo dal colpo subito dalla mazza di Bancip. È rimasto svenuto per diversi minuti, ma adesso ricomincia a sentire il freddo sulla pelle del viso ed i muscoli ricominciano a muoversi. Le palpebre si muovono ad intermittenza per riabituare gli occhi alla poca luce mentre il gelo lo avvolge e lo fa saltare in piedi. Poi vede degli altri piedi, quelli di Bancip, i quali sorreggono il grassone proprio lì davanti. Agre controlla le tasche, la chiave non c'è e di scatto alza la testa puntano Bancip dopo aver estratto la lama trasversale. Ma non riceve risposta. Il grasso operatore è disarmato, le sue mazze sono a terra inutilizzate, mentre il suo sguardo è rapito da qualcosa. Che abbia ricevuto altri ordini? Agre si guarda intorno, non c'è traccia di Pik o Famira.
Poi Bancip fa un cenno rivolto ad Agre, è amichevole, pare addirittura sorridere, e lo invita a seguirlo. Ma Agre non capisce, mai aveva assistito a cenni di quel genere in battaglia, mai aveva assistito ad altro che non sia battaglia. La curiosità però prende il sopravvento ed Agre decide di seguire Bancip che è stato incuriosito e distratto da una donna che è intervenuta appena dopo l'attacco suo e di Famira, fermando l'inevitabile scontro.
Si chiama Camara ed ella ha portato come una perturbazione nel perfetto equilibrio creato dagli ordinati assoggettati dagli ordini di soggettivi ordinanti.
Interferendo con le loro menti, Camara ha portato un certo ordine negli ordini inseriti nelle menti degli operatori, slegandoli da essi. Camara è riuscita in ciò che in anni di servizio non era mai accaduto a quei tre operatori, una sorta di sortilegio dominato dalla sorte, ecco cosa accade. L'unico a non averne ancora usufruito è Agre, era infatti privo di sensi quando Camara è spuntata dai tetti richiamando a se l'attenzione dei tre vigili operatori, i quali non hanno resistito alla forza priva di resistenze applicata sulle loro menti, governate dall'artificialità, da parte della mente di Camara, artificialmente governante.
Camara ha un abbigliamento scarno e comodo. I pantaloni neri sfilano le sue gambe toniche ed abituate alla perenne fuga, una giacca in finta pelle le copre interamente le braccia mentre le bende orizzontali che le ricoprono il petto fanno intravedere la parte inferiore del seno.
Questa figura ha portato in Bancip e, prima ancora, in Famira e Pik una curiosità infantile ed ingenua mai provata prima. Una diversa curiosità è quella di Agre, il quale attende gli incerti ma continui passi di Bancip verso l'incrocio di strette stradine in cui si sta infilando. Poi si ferma.
La luce calda di alcune lampade ad olio illumina il trio formato da Camara, Famira e Pik. I due operatori sono seduti a terra e stanno ascoltando, sorridenti ed attenti, come fossero bambini le parole di Camara, che dà le spalle agli appena arrivati Agre e Bancip.
Agre è sconvolto. Non sa di preciso perché, ma quell'immagine lo sconvolge, c'è qualcosa di inesatto, di sbagliato, di nuovo, di inedito. Gli operatori non conoscono Camara, anche se lei è molto più importante di quanto potrebbero mai pensare.
Lei è la prima operatrice, loro antenata. Ma ha qualcosa di diverso dagli altri, possiede ancora le corde vocali e riesce persino a controllare la propria volontà. Lei è la prima ad essere riuscita a ribellarsi al controllo neuronale attivo, la prima a vincere il niente. Da quel momento si è impegnata ad aiutare gli altri che erano come lei, sbloccandoli, restituendogli il controllo delle proprie volontà.
"Benvenuti", li accoglie Camara appena li vede sbucare curiosi e guardinghi da dietro l'angolo. "Sedetevi, vi prego."
Bancip guarda Famira, poi sposta lo sguardo su Pik e senza neanche voltarsi li raggiunge sedendosi a terra. Agre rimane in piedi, manifestando quasi diffidenza.
"Ho preso io la tua chiave. Mi occuperò io della consegna, Agre."
Agre è attraversato come da una scossa. I suoi ordini sono come saltati, non ha più una missione, una meta programmata.