"Ei" dice una voce squillante a pochissimi centimetri da me
"Ei, non ci sentiamo da un sacco"
"tre giorni"
"Eh si dai sono tanti senza di me"
"Ma stai zitta"
"Allora..." inizio io prontissima per la conversazione che ho intenzione di intraprendere
"Allora..." dice lei, ha già capito che c'è qualcosa sotto
"Ho saputo che hai conosciuto Oscar"
"Giaaa! Mi piace un sacco!" Strano, ci è voluto pochissimo per farglielo dire
"Ah, ok, così secca, pensavo che te lo avrei dovuto estorcere in qualche modo.
Ma ti piace ti piace o ti piace nel senso che è un bel ragazzo e stop?""In realtà non lo so, sai come sono fatta, potrebbe smettere di piacermi tra un secondo o potrei innamorarmene"
"Giusto" dico io ridacchiando, siamo molto simili io e lei "Allora aspettiamo un po' di tempo e poi ne riparliamo, nel frattempo se vuoi parlare di qualsiasi cosa ci sono".
"Grazie El, lo so" dice lei ridendo "Tu? È arrivato qualcuno di carino dall'altra scuola? Quelli della nostra che sono partiti non erano un granché, per fortuna i migliori girano ancora per i corridoi"
"In realtà c'è qualcuno di carino"
"E perché non me ne hai parlato fino ad ora? Chi è? Da che scuola viene? Occhi? Capelli? Muscoli? Sorriso?"
"Frena. Non te ne ho parlato perché all'inizio non sapevo come prenderla, sai come sono fatta in queste cose, ci vado con i piedi di piombo. Lo conosco da poco più di un mese, da poco dopo che sono arrivati qui. Sai la cosa più strana? È la copia spiccicata del protagonista della mia storia".
"Il protagonista della tua storia? Intendi quella che non mi fai leggere perché 'devo aspettare che tu la finisca per apprezzarla per bene'?"
"Sì esatto, quella" sto appunto aspettando di finirla prima di farla leggere ad una delle persone più importanti, e anche allo stesso Oscar ho fatto leggere soltanto qualche passaggio per un consiglio ogni tanto.
"Uhh attenzione, allora sarà un cesso. Scrivi sempre di gente brutta"
"Ma cosa vuoi" le dico, anche se ha ragione, nella maggior parte dei casi nelle mie storie stereotipo i ragazzi della nostra età fino a farne una caricatura, e alla fine esteticamente diventano dei Quasimodo 'viventi'.
"...Arianna, vai a dormire che poi la mattina mi chiami in crisi" sento una voce ovattata dal telefono, deve essere sua madre Sofia, e non ha tutti i torti. Arianna va a letto tardissimo ogni giorno e poi la mattina non riesce a prendere gli autobus per arrivare in tempo a scuola, quindi nella maggior parte dai casi finisce che chiama la madre per sfogarsi, togliendole dieci preziosi minuti della sua mattina.
"Elly devo andare, scusa" sbuffa lei, che in quinto liceo si rapporta alla madre come se avesse ancora undici anni.
"Tranquillissima" dico io, almeno riesco a finire di scrivere e andare anche io a letto presto.
Chiudiamo la telefonata ed è la seconda volta che non parlo di Leo a qualcuno, Oscar non ne sa ancora nulla e ad Ari ne ho appena accennato, non so perché, di solito raccontare mi fa fare chiarezza.
Vorrei scrivere adesso, ma penso sia meglio chiamare Dominique. Quando mi sento strana mi rivolgo a lei, mi capisce benissimo questo genere di cose, sa ascoltarmi e capire i miei pensieri meglio di tutti in questo.
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on time
RomanceElena conduce una normalissima vita da diciottenne, non scambierebbe la sua quotidianità con nessun altro e se c'è una cosa che adora fare è scrivere, scrivere di personaggi ai quali permette di vivere ciò che lei ancora non ha vissuto. A inizio ann...