Alexander
Nei giorni a venire la morte di mio padre mi ha tenuto in un lutto che sembrava infinito, o almeno, avrei voluto che lo fosse.
Mi sono bastati pochi giorni per prendere il totale comando del branco, ma troppo pochi per realizzare la botta presa. Il mio dolore non è stato vissuto a pieno, e ho risentito questa cosa perché una parte di me è come scalfita, lacerata, e da Alpha quale sono ormai, non posso permettermelo.Fisso la vetrata che affaccia sul bosco con lo sguardo assorto nei miei pensieri, quando vengo interrotto da una timida bussata alla mia porta.
"Chi è?"
Il mio tono è ancora perso, ma quando sento la voce di Åke mi raddrizzo sulla sedia e burbero replico.
"Avanti."
Il ragazzo entra accompagnato da un altro giovane lupo, Niclas."Sbaglio o è la seconda volta che voi due vi presentate qui nel mio ufficio nell'arco di un'ora?" Chiedo piuttosto stupito. Non sono solito a ricevere le loro visite frequentemente.
"Alpha, cacciatori. Sono stati avvistati ad Ovest del nostro territorio," prende parola Niclas per primo.
Mi sporgo notevolmente dalla sedia verso i miei beta, facendomi serio.
"Continua.""Erano circa.. non lo so, tre o quattro. Erano tutti ben attrezzati, e non sembrava una caccia ad un semplice cerbiatto la loro."
Lascio che il ragazzo moro continui, mentre nella mia testa cerco di mantenere i pensieri in ordine per non farmi assalire dal caos più totale."Qui nessuno deve farsi del male," -dico ad entrambi, facendo vacillare il mio sguardo tra i due- "se li rivedremo li uccideremo. Niclas, Åke, date l'ordine agli altri."
"Che cazzo stai dicendo Alexander, sei impazzito?" Sbotta il mio beta. Il mio sguardo si incendia per il tono di ribellione che Åke ha usato nei miei confronti, contraddicendo un mio ordine.
"Se uccidiamo tutti i cacciatori che si aggirano in queste zone, come pensi che reagirà la gente? Si creeranno dei sospetti e verranno cercarci, è questo che vuoi? Mettere in pericolo il branco?"
Aggiro la scrivania di legno massiccio e mi ritrovo faccia a faccia con il ragazzo. Il mio lupo è nervoso, lascio che un ringhio abbandoni la mia bocca.
"La prima a finire nel loro mirino potrebbe essere Lillemor. Vuoi davvero ritrovare la tua compagna morta, magari con un buco in fronte?"
Le mie parole sono crude, lo ammetto, riconosco che toccherebbero anche me, ma ora che il branco è sotto la mia protezione niente e nessuno deve comportare una minaccia.Åke non replica, mi guarda con occhi vuoti, spenti. Sento il suo respiro farsi più profondo, conosco questa sensazione.
Non ribatte più, esce dal mio ufficio sbattendo violentemente la porta alle sue spalle.Il mio sguardo ricade su Niclas.
"Fai ciò che ho chiesto."Edith
I nonni sono partiti per l'Inghilterra questa mattina mentre Ophelija ieri sera è atterrata in Irlanda.
Cosa potrà mai combinare una ventiduenne a casa da sola per una settimana?Accendo la tv buttandomi a peso morto sul divano color senape che stona decisamente con il resto dell'arredamento.
La casa dei nonni non è moderna come le case in Inghilterra, però è molto accogliente. Ha uno spazioso salotto unito alla cucina, il camino è la prima cosa che salta all'occhio, ovviamente dopo tutte le foto appese ai muri e accostate sulle mensole. Si divide in due piani, e loro dormono al primo.
Il secondo piano lo definisco quasi tutto per me: ci sono due camere per gli ospiti, delle quali una è occupata dalla sottoscritta, entrambe disposte di un piccolo bagno, e uno studio dove invece di essere munito con scrivania e libri, sono deposte tutte le cose che mio nonno adoperava quando andava a caccia.Lo zapping tra i canali non è decisamente il mio passatempo preferito però al momento sono troppo pigra per muovere un solo muscolo e fare qualcosa di produttivo.
Riesco a trovare una soap opera che non sembra così male, la solita storia d'amore che ti tiene incollata al divano nonostante tu sappia già il finale.
Arrivata al punto cruciale della storia però bussano alla porta e sono costretta a richiedere l'aiuto di tutte le mie forze per alzarmi dal divano, abbandonare il mio caldo giaciglio e andare ad aprire alla porta.Davanti a me si presenta un ragazzo alto circa trenta centimetri più di me. Il viso ha lineamenti familiari, ma non riesco a identificarlo, e prima che possa chiedergli chi è lui mi precede.
"Edith? Sei davvero tu?"
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Werewolf Syndrome.
Manusia SerigalaDopo aver scoperto il tradimento dell'ex fidanzato, la ventiduenne Edith accoglie la proposta dei suoi nonni di trasferirsi qualche mese da loro in Svezia, nella piccola cittadina di Bradford che conta meno di centocinquanta abitanti. Per quanto des...