Chapter X

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Alexander

"Credo di sentirmi già molto meglio, sai?"

Edith scuote il capo accennando un sorriso.
"Frena, Alexander."

Il sole è già alto nel cielo da poche ore, mentre la ragazza accanto a me invece si è alzata da una decina di minuti nemmeno. I capelli arruffati, il pigiama bianco ancora indosso e i continui sbadigli me lo fanno intuire.

Io sono sveglio da ormai un'ora, ma non mi sono ancora mosso da questo letto. Ho passato la notte pensando solamente al mio branco. Mi staranno cercando e mettendo in pericolo loro stessi avvicinandosi alla città, con i cacciatori nei paraggi.

Edith mi aiuta a sfilarmi la maglietta, da un'occhiata alle bende e inizia a scioglierle tra di loro.

La scruto aprire l'acetone che goccia per goccia cade sull'asciugamano pulito, e in quel momento penso a quanto starò facendo lavorare questa ragazzina.

Saranno solo due giorni, ma nessuno si era mai preso cura di me in questo modo.

"Come hai dormito?"

La mia domanda sembra spiazzarla, evidentemente non se l'aspettava. Esita qualche secondo sulla risposta da darmi mentre inizia a medicare la ferita.

"Bene, e tu?"
La noto mentre fa vacillare lo sguardo attento tra la ferita e il mio volto.

"Ho dormito bene anche io."
I miei occhi sono fissi nei suoi per una manciata di secondi, e la cosa deve metterla in soggezione vista la velocità con la quale li abbassa.

Finisce di richiudere le ultime bende e poi prende parola.

"Mi fa piacere. Hai fame? Ti porto qualcosa?" mi chiede Edith mentre io cerco di mettermi seduto sul bordo del letto.

"Scendo io, e faccio da solo. Ieri sera quella sottospecie di panino che ti stavi mangiando mi ha fatto venire il voltastomaco." ammetto sincero con un sottotono di ironia.

La rossa si porta una mano al petto fingendosi offesa.
"Non insultare la mia cucina, preparo tutto con amore." ridacchia dirigendosi verso la porta.
"Vado a vestirmi, scendo tra poco."

Scuoto il capo passandomi una mano tra i capelli castani leggermente annodati tra di loro. Mi alzo a fatica ed entro nel piccolo bagno della stanza alla ricerca di un elastico, che per mia fortuna riesco a trovare.

Edith

Prima di fare il mio ingresso in cucina appoggio l'album da disegno sul divano insieme alla matita e alla gomma.
Non mi rintanerò in casa tutt'oggi.

Ad accogliermi in cucina è un Alexander soddisfatto che tiene uno yogurt alla nocciola tra le mani.

Si è legato i capelli in un alto codino mentre addosso ha ancora i vestiti che gli ho fornito. Solo dei vecchi pantaloni della tuta e una maglietta nera.

"Buon appetito."

Sorrido superandolo per aprire il frigorifero, ho bisogno di fare un po' di spesa. Afferro il barattolo di burro di arachidi e dopo essermi munita di due fette di pane da sandwich, inizio a prepararmi la colazione.

"Non puoi vivere mangiando solo panini, lo sai?" Il tono di Alexander mi fa alzare gli occhi al cielo e sorridere inevitabilmente.

Questa mattina non mi ha ancora irritato o spazientita con i suoi "soliti" toni scorbutici, deve essersi svegliato di buon umore.

"Oggi pomeriggio andrò a fare la spesa, e comunque sono cresciuta mangiando così" -faccio una piccola pausa per finire il mio sandwich- "quindi posso mangiarne quanti ne voglio."

Addento con gusto il mio panino, e non curante di rimettere a posto gli ingredienti mi avvio verso il divano per recuperare il mio album.

"Se mi cerchi sono sul portico a disegnare."

Il ragazzo mi fa un cenno con la testa.

L'aria di mattina non è troppo pungente, il lungo copri spalle nero in lana mi riscalda abbastanza. Senza perdere altro tempo inizio a tracciare con la matita le prime linee di quello che poi andrò a raffigurare.

Riporto attentamente ogni particolare di ciò che ricordo riguardante il disegno del lupo inciso sul proiettile, addentando di tanto in tanto il mio panino al burro di arachidi.

"Buongiorno Edith."

Alzo la testa dal mio lavoro quando una voce familiare mi interrompe.

Curt.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20, 2020 ⏰

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