Una stanza vuota

16 4 5
                                    

È vuota, spoglia dell'amore che di solito dovrebbe racchiudere.
La foto del cantante, che tanto ami, sul pavimento è la tua scarpetta di cristallo, mia Cenerentola? Mi hai lasciato un indizio troppo vago per riuscire a trovarti, principessa. Perché non sei rimasta nemmeno nei miei più remoti ricordi? È stato l’alcool o sono state le lacrime a lavare via il tuo profumo dal mio corpo?

Sollevo la mano per portare anche l’ultimo sorso alle labbra.
Chiudo gli occhi, ma la tua figura non prende forma, la tua voce non ha costanza e l’amore che mi avvolge è troppo insipido.
Rivolgo lo sguardo al soffitto e mi sciolgo in una risata sommessa. Quanto ancora supererò il limite di stupidità credendo di poterti ancora sfiorare?

Ma no, mi basta anche solo poterti ricordare e sorriderti nei miei sogni solitari.
Un rumore vibra nell’aria, il bicchiere che raccoglieva le mie lacrime si è frantumato contro il muro. Vorrei sgretolarmi anch’io così velocemente, ma sono solo un puzzle che perde pezzo dopo pezzo ogni giorno; quando potrò essere invisibile, così da poterti seguire senza che tu possa accorgerti di me?

Ora so, posso capirti, ti lasciavi amare solo per pietà, vero, principessa? Come potevi baciare delle labbra già saziate dall’alcool, lasciarti avvolgere da delle braccia che non ti avrebbero riscaldato, ma solo fatto del male e concederti a un codardo che teme anche solo di ricordarti?

Ricordare i tuoi capelli d’ebano dal profumo di sole, la tua voce cristallina che mi cullava fino a sparire nel tuo grembo, le tue mani fragili che cercavano inutilmente di tirarmi su, quando il mio unico desiderio era di sprofondare nel caos più totale.

Sei così bella davanti allo specchio. Sorridi come non ti ho mai vista fare, o forse sì, ma non riesco a ricordare. Rischiari l’aria, principessa. Forse dovrei alzarmi e aprire le finestre per cercare di nasconderti tra la luce, ma voglio restare qui, fermo nell’angolo più luminoso della stanza, e ammirarti come mai ho fatto.

Siamo di bianco e di nero, due pennellate distratte su uno specchio di cenere. Non ho mai smesso d’essere nero per unirmi a te. Non sei mai rimasta bianca per distinguerti da me, eppure non ti sei mai macchiata veramente.

«Cenerentola»

Un sussurro scivola dalle labbra. Nessuna risposta. Una porta sbattuta, l'odore del sole che scappa. È solo una stanza vuota, privata dei suoi abiti.

__
Ispirata alla poesia "Girasole di cenere" di InsideTorn

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 08, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

PrigionieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora