Capitolo 2.

174 18 1
                                    

Domenica mattina. Si può tranquillamente dire che sia il mio giorno preferito.

È ormai mezzogiorno e io sono ancora in stato di dormiveglia: la voglia di alzarmi è nulla.

Sento un leggero bussare sulla porta, mia madre.
- Tesoro, è ormai mezzogiorno: è tardi e il pranzo è in tavola. Che ne dici di scendere e mangiare con noi?

"NOI" includeva anche quel grandissimo fenomeno di mio fratello e, qualche volta, anche uno dei suoi amici.

Mi alzo con troppa malavoglia, per poi trascinare il mio corpo giù dalle scale, fino all'uscio della cucina: già dalla vista dietro alla porta potevo chiaramente vedere mio padre e Louis seduti vicini e mia madre vicino al fornello, impegnata a cucinare.
Anche se in stato pietoso, ho deciso di entrare.

Appena varcata la porta, tutti gli occhi erano su di me.
Sfortunatamente non c'era solo la mia famiglia, ma anche un amico di mio fratello e le loro due fidanzate, per giunta gemelle.

Quelle due ragazze mi inquietavano da quando le avevo conosciute da bambina: vivevano e vivono tuttora in simbiosi, vestivano, parlavano, camminavano, pensavano allo modo. Mi facevano davvero troppa paura.
Si chiamano Deborah e Clarissa: sono due ragazze più grandi di me di un solo anno. Hanno dei bei capelli lunghi, biondi e mossi, gli occhi marroni e sono davvero molto, ma molto, ma veramente molto magre. Immaginate Jack Skeletron con delle curve più femminili, ecco, loro sono così.
Eppure, sia a mio fratello che a quel gran demente del suo amico, piacciono.

- Ehm.. Buongiorno a tutti?- domandò più che affermare.
- Buongiorno Eireen. - mi risponde mio padre.
- Ciao Eireen! Come va? - urlano le due ragazze.
Accenno un sorriso per far capire che va tutto bene, a parte la loro presenza.

L'amico di mio fratello mi guarda come se fossi qualcosa di orripilante, ma come dargli torto? Nemmeno la sua gemella era il massimo alla mattina. Ehi, che si aspettava?!

Mi siedo in mezzo a lui e ad una delle gemelle.

Dopo una mezz'ora passata tra mangiare e annuire qualche volta per far capire che ero ancora viva, il pranzo è finito.
Sono la prima ad alzarsi da tavola e a dirigersi verso il bagno.

Appena entrata mi salta all'occhio la mia immagine riflessa nello specchio: non posso capire come le altre persone siano riuscite a sopportare la mia vista. Non sono il perché, ma ora mi viene solo da ridere. Ridere di me stessa e degli altri.

Entro nella doccia e mi lavo, semplicemente. La mia mente ogni tanto ritorna a immaginare il viso di quel ragazzo: era davvero perfetto. Ma non quella perfezione solita delle persone comuni, una perfezione unica. Insomma, quegli occhi, quelle labbra e quel sorriso da far girare la testa.
Clarissa, penso sia lei, è fortunata a ritrovarsi un ragazzo come lui.
Immaginare la scena da fuori mi fa ancora più ridere: me con un nido di aquile in testa, appena svegliata, e lui con il viso sveglio e tutto in ordine.
Non credo esista immagine più esilarante di questa.

Uscita dalla doccia, mi dirigo in accappatoio fino in camera mia.

Passando vicino la porta di Louis, delle voci arrivano al mio orecchio.
Si parlava di una nuova festa, data da un certo Niall: ragazzo nuovo, trasferito da almeno due settimane, ma che era riuscito a crearsi tanti e troppi amici.

Superai quella porta, fregandomene delle chiacchiere. Però, per una volta, l'idea di andare ad una festa mi balenò nella mente.

SPAZIO AUTRICE
Saaalve. Alors, mi scuso per il capitolo molto shitty (?), ma è solo un capitolo intermedio: ora tutto ancora è 'normale'.
Spero vi piaccia lo stesso :)
Vi chiedo di lasciare un like, se vi è piaciuto, e un commento, magari per aiutarmi un po'.
Grazie mille ancora.

Louder. //Harry Styles//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora