Capitolo 3.

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Passare una notte in bianco non credo sia il migliore dei modi per affrontare un Lunedì, ma i pensieri non se ne volevano andare; non lasciavano più la mia testa.
Non avevo fatto altro che pensare a tutto e a tutti: da me a Louis, da quel ragazzo vicino a me a pranzo alla festa la prossima settimana.
Mi soffermai su me stessa per un po', mi auto-analizzai. Avevo assodato che ero letteralmente sola: i miei unici amici erano i miei genitori e fu davvero uno schifo pensarlo.
Molto spesso mi capitava di considerarmi una "cosa", un qualcosa messo qui a caso. Un oggetto che non serve a nulla, se non come decorazione, che prima o poi verrà buttato perché passato di moda.
E a volte capitava che mi stancassi di immaginarmi in questo modo: volevo smettere di essere una cosa e quella festa poteva essere la mia opportunità.

Alle sei suonò la mia sveglia, ma non mi alzai subito: avevo bisogno del mio risveglio lento anche se non avevo chiuso occhio.
Circa mezz'ora dopo decisi d'alzarmi e andai in bagno a lavarmi. Dopo essere uscita, m'infilai dei vestiti a caso presi sempre casualmente dall'armadio e scesi.

Correndo per le scale, quasi ammazzandomi, arrivai davanti alla porta.

-Eireen! Dove credi di andare?! Saluta!- urlò mio padre dalla cucina.

Camminai verso la cucina sbuffando, lui e la sua mania del salutare.

-Okay. Ciao mamma, papà, soggetto soprannominato fratello e ..?- dissi fermandomi a guardare il ragazzo di ieri.
- Harry. - mi rispose guardandomi negli occhi.
- Erm.. Harry. Ciao Harry. - balbettai. Quegli occhi mi avevano rapito.

Uscì più velocemente possibile, anche perché ero in ritardo.

Dopo due ore di scuola, la campanella finalmente suonò. I miei compagni si alzarono ed uscirono rumorosamente. Io ero ancora seduta sulla mia sedia a scarabocchiare i miei appunti, quando, rendendomi conto che il professore mi stava chiedendo di uscire, mi alzai ed uscì anche io.
Per i corridoi c'era un enorme flusso di gente che si dirigeva verso l'uscita per fumarsi qualcosa, e poi c'ero io, contro corrente.

- Oh scusa, non volevo. - dissi per essere andata contro ad un ragazzo.
- Ehi, non preoccuparti. - mi rispose con un sorriso sulla faccia.

Louis e Harry non si vedevano in giro, cosa abbastanza buona, e arrivai al mio armadietto senza nessun problema.
Posai i miei libri all'interno e cercai di perdere del tempo al cellulare: che altro potevo fare?

Passai circa quindici minuti con la testa dentro l'armadietto, finché qualche sbadato non mi venne contro.

- Oh, non ti avevo visto!

Già, che strano.

- Fa niente. - sorrisi e ritornai a guardare il telefono.
- Come ti chiami? - mi domandò. Lo guardai strana per un momento, l'aveva fatto per davvero?

Rimasi sorpresa: non succedeva molto spesso che qualcuno, dopo essermi venuto addosso, mi chiedesse il mio nome, volesse parlare.

Era strano e lo guardai ancora, prima di rispondere abbassando lo sguardo.
- E..E..Eireen.
- Tomlinson? Woow, non avevo ancora avuto il piacere di conoscere la sorella di Louis! Io sono Niall. - sembra quasi contento mentre parla, alla fine fa un grande sorriso.

Niall. Ne avevo solo sentito parlare fino ad ora, mai visto prima; me l'ero immaginato diversamente: enorme, muscoloso, pelle abbronzata, tatuaggi ogni dove e invece non era nulla di tutto questo, per niente. Magro, ma con qualche muscolo, capelli biondi e occhi azzurri, una pelle pulita e chiara, senza tatuaggi; sembrava anche un ragazzo dolce all'apparenza.

- Emh.. okay. Piacere.

Una cosa che odiavo delle conversazioni con persone nuove era che prima o poi calava sempre un silenzio imbarazzante e non potevi evitarlo; provare a parlare sembra anche più spiacevole del silenzio.
Non avevo niente da dirgli e lui mi guardava sereno, tranquillo. Ero solo io a sentirmi in una situazione scomoda?

- Allora, non ti avevo mai visto in giro. Se sei davvero la sorella di Louis dovresti essere sempre fuori, aha! - disse, scoppiando a ridere alla fine.
- Beh, in realtà io e mio fratello non ci assomigliamo tanto. Siamo più due poli opposti. - gli risposi, cercando di mascherare il mio disagio e di sembrare cordiale.
- Oh, erm ... Comunque, uhm, non ci vieni alla festa? - domandò non più tranquillo.
- Non lo so. - risposi sinceramente.
- Beh, se decidi di venire sarai la benvenuta. Io vado, ci si vede in giro! - si allontanò dall'armadietto al quale era appoggiato ed incominciò ad incamminarsi, salutandomi con un sorriso. Certo che quel ragazzo non la smetteva mai di sorridere.

Volevo tanto accettare il suo invito, insomma c'erano vantaggi per entrambi: lui avrebbe avuto un invitato in più e io avrei avuto da bere e da mangiare gratis.

- Niall! - lo chiamai ad alta voce.

Non era troppo lontano, quindi mi sentì chiaramente. Si girò di scatto, cercandomi con lo sguardo.

- Ci sarò.

Mi rivolse un sorriso per l'ennesima volta, alzando i pollici all'insù e camminando all'indietro.
Annuiva con la testa, come se fosse felice ora che sapeva che anche io ci sarei stata.

Si rigirò velocemente e continuò a muoversi verso un'aula, probabilmente, visto che la campanella aveva suonato l'inizio delle lezioni.

Mi torturai per il resto della giornata: avrò scelto bene? Sono sicura?

Evidentemente non lo ero. C'era come un qualcosa che mi frenava, che mi spingeva ad annullare l'invito: era la mia parte codarda.

Ma mi convinsi che era meglio per me non ascoltare quella parte di me stessa che stava cercando di trattenermi da provare qualcosa di nuovo, da rischiare.

Ero convinta. E, anche se la convinzione fotte, in quel momento, mi sentii fiera della mia scelta.

SPAZIO AUTRICE
Ehi, volevo solo scusarmi ancora per un capitolo non bellissimo: mi convince proprio poco e sinceramente non so. Se qualcuno potrebbe lasciarmi un commento sarebbe un aiuto enorme, anche con vari consigli.
Del resto, grazie mille se avete letto 🙈.

samexsx_

Louder. //Harry Styles//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora