Cap.01

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Dean bevve ancora un sorso della birra che stava degustando da qualche minuto, mentre se ne stava stravaccato sul divano da be...tutta la mattina. Abbassò gli occhi sul cellulare che teneva tra le gambe aspettando che squillasse ancora una volta, un altro messaggio. Non era di certo entusiasta di poter parlare con Castiel solo attraverso quell'aggettivo infernale, ma era l'unico modo in quel momento e gli dava un po' di sollievo saperlo sano e salvo.

Cass🦄: Sono riuscito a trovare delle informazioni, credo di essere vicino a Metatron.

Dean tirò un respiro profondo e decise di accendersi una sigaretta.

Dean: Io e Sam potremmo aiutarti, sai bene che non puoi batterti da solo con lui!

Cass🦄: No.

Alzò gli occhi dal display e si passò una mano sul viso prendendo un altro respiro profondo, mentre dalle labbra soffiava fuori il fumo che aveva appena aspirato dalla sigaretta. Quando si trattava di Castiel, Dean, si irritava con una facilità disarmante, e ciò contribuiva a mandarlo fuori di testa. Cristo! Imprecò.

Dean: Sei un idiota! Una volta che troverai Metraton come farai a riprendere la tua grazia?

Aspirò un'altra boccata di fumo che mandò fuori facendo dei piccoli cerchi. Pensò a come avrebbe fatto a stare senza l'angelo, con il quale ne aveva passate davvero tante, e per il quale avrebbe dato la vita senza alcuna esitazione. Considerati gli eventi che avevano travolto le loro vite, e quello che aveva dovuto affrontare fin da bambino, quasi si stupì di essere riuscito ad affezionarsi così tanto ad una persona che non fosse Bobby o suo fratello Sam. Dean si rese conto di star sorridendo solo quando spostò lo sguardo sul display del cellulare e si specchiò con il proprio riflesso. Sorrideva mentre pensava a Castiel ed era talmente assorto che non si accorse della persona appena entrata nella stanza. Quindi per poco non gli venne un infarto quando il nuovo arrivato parlò: «Dean, ha chiamato Bobby, ha un caso per noi». Sam abbassò lo sguardo e incrociò un paio di occhi verdi che lo guardavano attoniti.

«Stai bene?» chiese il più piccolo.

Dean strabuzzò gli occhi: «Io...certo, sto bene!», si alzò dal divano e il cellulare gli scivolò per terra. Non fu sorpreso nel vedere che Castiel non aveva risposto al suo messaggio, quando il discorso diventava scomodo l'angelo semplicemente spariva. Lo raccolse e lo infilò velocemente in tasca, dopodiché si avvicinò al fratello che era rimasto ancora sulla soglia della porta e gli diede una pacca sulla spalla.

«Allora, che ti ha detto Bobby?» domandò, prendendo giubbotto e chiavi della macchina. Non si fermò un istante, uscì dalla camera seguito a ruota da Sam e si diresse verso l'auto. Le portiere anteriori dell'Impala si aprirono all'unisono, Dean si mise al volante, mentre suo fratello salì sul lato del passeggero; prima di partire il maggiore si accese una sigaretta e gettò uno sguardo allo specchietto retrovisore trovando il sedile posteriore vuoto, dopodiché partì.

«Dunque, Bobby dice che in una città del Minnesota...» cominciò Sam, guardandolo lievemente accigliato. Il fratello aveva ancora il respiro affannato per aver fatto tutto di corsa e senza un apparente motivo; sarebbero potuti rimanere in quella stanza d'Hotel per capirci qualcosa in più di quello che aveva detto Bobby, ma erano scappati come fuggitivi. Dean era agitato e Sam sapeva anche il perché: Castiel. Quell'angelo aveva lo strabiliante potere di far perdere il controllo a suo fratello e non era un bene. Sospirò, poi riprese a parlare: «Le persone continuano a sparire all'improvviso dalle loro abitazioni e qualche giorno dopo i loro cadaveri vengono trovati mutilati e con un segno sul petto: una croce capovolta. Sono già dodici i cadaveri, in una settimana» spiegò il minore con tono triste.

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