Cap.08

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Quando Castiel riaprì gli occhi la prima cosa che fece fu quella di allungare un braccio al proprio fianco, trovando l'altra metà del letto vuota ma ancora calda. Sospirò lasciando sprofondare la testa sul cuscino e chiuse gli occhi; la testa aveva cominciato a girargli e le immagini di Dean che lo massacrava gli apparvero in mente, brutali, seguite subito dopo da quelle della notte precedente nella quale, invece, si erano amati. Quelle stesse mani lo avevano prima ferito, poi accarezzato; a conti fatti lo trovò quasi divertente.

Non riusciva a credere di trovarsi in quella situazione: aveva fatto sesso con Dean Winchester; si era lasciato possedere da un umano, ancora e ancora, fino ad avere i sensi totalmente annebbiati dall'eccitazione. Ora, era davvero nudo, in quel letto, con addosso ancora lo sperma del ragazzo. Non capiva come i suoi sentimenti avevano prevalso sulla ragione, sulla sua fede.

Un angelo e un umano era sbagliato.
Due uomini era sbagliato.
Lui era sbagliato.

Tu che cosa sei, Castiel? All'epoca non aveva ben compreso le parole di Crowley, ma in quel momento gli furono tanto chiare da fargli quasi male. Non era un angelo e non era un essere umano...non era più niente. Un sorriso amaro curvò lievemente le sue labbra, proprio mentre i suoi pensieri venivano interrotti dal cigolio della porta che veniva aperta. Si girò di scatto mettendosi a sedere e il lenzuolo che lo copriva gli scivolò addosso scoprendolo fin sopra l'inguine.

«Dean ho trovato qual-...» Sam s'interruppe guardando accigliato l'angelo seminudo nel letto di suo fratello. Girò la testa di lato portandosi una mano sugli occhi e sorrise imbarazzato, mentre le sue guance si coloravano di un rosa acceso. «I-io ti dovrei parlare...» borbottò «Ti aspetto al piano di sotto» disse per poi sgattaiolare fuori dalla stanza.

Nel grande salone l'unico rumore era quello delle mani di Sam che pigiavano velocemente sulla tastiera dal computer. Per diversi secondi nessuno dei due parlò, poi il Winchester decise che spettava a lui rompere quell'angosciante silenzio.

«Castiel» lo chiamò, l'altro alzò gli occhi cerulei fissandoli in quelli verdi di Sam. Quest'ultimo accennò un sorriso e si sistemò meglio sulla sedia, non sapeva cosa ne sarebbe venuto fuori ma doveva provare a dire qualcosa. «So che ti stai tenendo dentro tante emozioni e che ti senti a disagio per quello che è successo, ma devi credermi se ti dico che non c'è niente di sbagliato in quello che avete fatto.»

L'altro abbassò lo sguardo e quel senso di inquietudine tornò a fare capolino, ripensando a ciò che era successo negli ultimi giorni. Perché si era lasciato sopraffare dalle emozioni? Perché era stato disposto a vivere lì, sulla terra, al fianco di Dean e Sam, piuttosto che tornare in paradiso. Perché si era innamorato di un uomo? Se ci pensava lucidamente tutto quello aveva dell'assurdo, lui non aveva mai amato nessuno all'infuori del grande creatore. Ora, invece, eccolo là: innamorato di Dean Winchester e totalmente succube dei propri sentimenti.

«Non sono d'accordo Sammy» ammise dopo alcuni attimi di silenzio. Sam si accigliò. «Immagino che adesso mi dirai che l'amore non è mai sbagliato, ma vedi io sono un angelo del signore e tuo fratello è un essere umano. Sono andato contro la mia natura, contro quello che sono...che ero.» aggiunse tristemente.

«A chi importa?» gli domandò Sam e Castiel inclinò lievemente la testa di lato guardandolo confuso. «Castiel, guardati intorno. Morte, distruzione, guerre. A Dio non importa con chi vai a letto, l'amore è quello che conta. C'è bisogno di quello, delle cose belle che contano veramente, le stesse che sembra che tutti abbiano dimenticato.» disse incrinando la voce, mentre i suoi occhi diventavano lucidi. L'amore e la famiglia, le cose che contano.

Castiel non distolse lo sguardo nemmeno per un secondo, rimase a fissarlo in silenzio per diversi minuti, costringendo il ragazzo a deglutire nervoso il nodo che gli si era formato in gola. Forse Sam aveva ragione, ma lui continuava a sentirsi sbagliato e sporco, come se avesse commesso un crimine terribile.

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