Cap. 18

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JIMIN's POV

«Dove mi porti?» chiesi sorridendo.
Il più piccolo mi fece scendere dalla macchina ed entrammo nel parco più grande che avessi mai visto.
Ci allontanammo dalla macchina, io ero già stanco.
«Che cos è questo posto?» chiesi mentre continuavo a guardarmi intorno.
Dio, c'era un cielo orribile.
Il ragazzo non rispondeva e si mise il cappuccio.
Mi fece chiudere gli occhi mettendosi dietro di me.
«È sbagliato tutto quanto, addio Mochi» sussurrò al mio orecchio.
Iniziò a piovere e non so perché iniziai a piangere.
Mi voltai di scatto è il più piccolo si trovava dall'altra parte del parco, camminava ed era girato di spalle.
Correvo, pioveva a dirotto ed io inseguivo il ragazzo con il cappuccio nero.
«JUNGKOOK FERMATI TI PREGO» urlai.
Ero disperato, mi trovavo lontano da casa e non sapevo come tornare. Lui continuava a camminare senza nemmeno voltarsi.
«J-Jungkook ti supplico» dissi, questa volta lo sussurrai.
Non mi sentiva ed io continuavo a pingere.
Mi accasciai a terra, vicino ad un albero.
«Jungkook....»sussurrai.

Hoseok entrò in camera di corsa e mi scosse per svegliarmi.
«Jiminie! Dai svegliati» disse sedendosi vicino a me.
Mi svegliai di soprassalto, singhiozzavo.
Presi un bel respiro mentre cercavo di calmarmi. Hobi mi asciugò le lacrime accarezzandomi il viso.
«Era solo un brutto sogno» sussurrò.
«C-Come? Era... era solo un incubo?» chiesi.
Lui annuì.
«Si Jiminie, continuavi a urlare il nome di quello stronzo e... mi sono svegliato...io sapevo che stavi sognando» disse.
Urlavo il suo nome, proprio come nel sogno?
Sospirai mettendomi seduto.
«È passato quasi un mese....» sussurrai.
Mi era mancato tutto in quel mese anche se le prime settimane mi fece meno male, prima che prendessi consapevolezza del sentimento che stavo provando nei confronti del maknae.
«Lo so, ed è anche un mese che abiti da me praticamente» disse Hobi ridacchiando mentre mi accarezzava il viso.
«Potresti...» sussurrai mettendogli una mano sulla mia testa e chiusi gli occhi mentre il più grande mi scompigliava i capelli.
Io lo avevo sempre odiato ma ultimante questo gesto era diventato quasi come una droga, mi faceva sentire al sicuro.
Mi ricordava Jungkook.

Mi scese una lacrima e Hobi mi abbracciò. Lui aveva smesso di opporsi a questa cosa, sapeva perché glielo chiedevo ed ormai aveva iniziato ad assecondarmi.
«Mi manca...» sussurrai mordendomi il labbro trattenendo le lacrime.
«Lo so piccolo...» disse.

Andammo in cucina e mi sedetti sul tavolo.
«oggi pomeriggio viene Tae, ti dispiace?» chiese mentre preparava il caffè .
Scossi la testa.
Ogni volta che Taehyung veniva da noi speravo sempre che avesse qualcosa da dirmi su Jungkook, anzi, non lo nominava nemmeno. Forse in segno di rispetto.

«Jiminie!» disse Tae dopo aver salutato con un bacio il più grande.
Io alzai lo sguardo, avevo cercato si schivarmi quella scena che mi avrebbe provocato diabete e depressione.
Gli sorrisi.
«Posso parlarti? È importante» disse poggiandomi una mano sulla spalla.
Lo guardai con occhi speranzosi ed annuii.
«Sta sera verresti con me? Non posso dirti altro» disse sorridendomi.
Io annuii, non sapevo dove voleva portarmi ma mi fidavo di Tae.
«Jungkook?» chiesi.
Lui si incupì.
«È sempre fuori, ha iniziato pure a fumare, non so dove vada però una sera l'ho beccato a dormire in macchina. Ha chiuso pure per due settimane la scuola, usava la scusa del restauro» sussurrò.
Mi incupii.
Che cosa gli prendeva? Stava... male?

Entrammo in casa di Tae, Jin non c'era, era di nuovo partito per lavoro, chissà come stava Jungkook.
Nonostante tutto io mi preoccupavo tanto per lui, senza sapere se lui si fosse mai preoccupato per me.
Taehyung mi spinse in camera sua ordinandomi di rimanere li, così feci.
Mi sedetti sul letto e lui chiuse la porta,non sapevo cosa avrei dovuto fare.
Sentii il portone di casa sbattere, Tae parlava con qualcuno, sottovoce.
La porta si aprì e un ragazzo dalla felpa nera fu spinto dentro e poi un giro di chiave.
Un forte odore di fumo riempì tutta la stanza.
Il più piccolo si tolse il cappuccio sospirando e lo salutai con una mano.
«Cosa ci fai tu qui?» disse, era freddo, io avevo lo sguardo basso, non avevo il coraggio di guardarlo.
«Me lo ha detto Tae. Da quanto fumi?» dissi tenendo sempre lo sguardo basso.
«Cosa ti importa?» disse appoggiandosi al muro.
«Mi importa che non riesco a respirare qui per colpa tua» dissi e mi alzai ad aprire la finestra.
Lui sospirò.
«Ho ripreso, non ho iniziato è diverso» disse sussurrando.

Ah bene, un altra novità.
«Prima fumavi? Non me lo avevi mai detto» chiesi.
«Le cose che riguardano il mio passato restano nel mio passato.» disse e si sedette sul letto, restandomi a distanza.
Io annuii. Non sapevo cosa dirgli, dopotutto non ero io quello che doveva scusarsi.

«Per quanto resteremo chiusi qui Tae?!» urlò, erano passati 20 minuti e non avevamo nemmeno parlato.
Io giocavo nervosamente con la manica della mia felpa mentre mi torturavo un labbro.
«Io... avrei da fare» sussurrai mentendo.
«Tipo nuovo?» chiese sdraiandosi sul letto.
«Forse... ma a te che interessa?» mentii voltandomi verso di lui.
Lui sgranò gli occhi e la sua espressione divenne cupa.
«Sono molto felice per te» sussurrò, sembrava arrabbiato, molto arrabbiato.
«Si, grazie...ho iniziato a sentirmi un un bravo ragazzo » mentii ancora, mi stavo cacciando in un bel guaio.
Jungkook strinse i pugni abbassando lo sguardo.
«Oh menomale! Mica come me» disse sforzando una risatina, aveva il tono più falso che avessi mai sentito.
«Tu stai zitto» dissi guardandolo male. Non poteva ancora fare la povera vittima con me.
«Oh e perché? Non starò nemmeno a chiederti se...» disse con tono duro.
«Se?» chiesi.
«Se questo povero stronzo ti è mancato....» sussurrò, il suo tono di voce era diventato più dolce.
Io sospirai e gli diedi di nuovo le spalle.

Cadde di nuovo il silenzio per un paio di minuti.
«Perché a me si...in questo mese sono stato male» sussurrò sedendosi.
Sgranai gli occhi. Gli ero mancato?
«E per cosa ti sarei mancato Jungkook, per le nostre scopate?» chiesi voltandomi.
Lui scosse la testa.
«Mi sei mancato tu, nella mi vita e soprattutto mi manca il Jungkook che sono con te» sussurrò.
Io abbassai lo sguardo. Il tono con cui mi aveva risposto mi aveva spiazzato.
«Scusami Mochi....» disse.
Io rabbrividii a quel nomignolo.

«Jeon Jungkook dovrai farti perdonare» dissi.
Merda! Mi ero fatto infinocchiare di nuovo da quel ragazzo.
«E... E come?» chiese alzando lo sguardo.
«Io ho fatto chiarezza sui miei sentimenti e ora tu dovrai fare lo stesso se solo vorrai ancora vedere questo ragazzo chiaro?» dissi con tono deciso, o quasi.
Lui annuì.
«E quel ragazzo?» chiese
«Sei un credulone.» ridacchiai.

«Mi perdoni quindi?» disse avvicinandosi.
«Si» sussurrai.
Lui sorrise dolcemente, mi mise una mano tra i capelli e me li scompigliò.
Io sorrisi e mi spinsi verso di lui.
«Ma non lo odiavi?» chiese divertito.
«Zitto idiota!»dissi.

Just for fun ~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora