5. INTERDIPENDENZA

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Sbucarono nel bellissimo parco in cui avevano trascorso la loro prima infanzia e che di tanto in tanto continuavano a frequentare per una partita di basket, per due chiacchiere tra amici, mangiando un gelato al mitico Chioschino, o per un libro in biblioteca, alloggiata nella bellissima Villa Medici.

Gli uccellini cantavano nascosti tra i rami degli alberi secolari di pini, lecci e magnolie. Due merli svolazzavano vicino le altalene con cui Valerio aveva sperimentato a cinque anni la durezza del terreno, i passerotti saltellavano sulla pista di pattinaggio dove Samantha e Bianca avevano imparato a pattinare ai tempi delle Elementari e quelle panchine, ancora lì tutte in fila lungo i viali di platani, ricordavano a Diego il sapore dei baci rubati.

-Ma allora siamo tornati!- esultò Marta felicemente, con le braccia al cielo.

-Sarà veramente tutto finito? – lo sperava tanto Samantha e, aprendo le braccia come a voler stringere a sé il mondo intero, fece un giro su se stessa urlando- Finalmente possiamo ritornare alle nostre vite!

-Mah!- sospirò Bianca, guardandosi attorno.

-Davvero molto strano quello che ci è capitato..- considerò Valerio, grattandosi la testa- mi piacerebbe scoprire la ragione. – Voi come lo spiegate?

-Boh, forse ci siamo addormentati e l'abbiamo solo sognato.- Rispose Diego mentre sperimentava l'equilibrio sulla trave, nell'area attrezzata per il fitness.

-No, meglio, ci hanno drogato e abbiamo vissuto dentro un'allucinazione!- Immaginò Jessica, ridendo.

-Per favore siate seri; eravamo a casa di Diego e non in discoteca!- Replicò Federico.

-Comunque, a cosa serve saperlo? Siamo tornati e stiamo tutti bene. E' questo che conta!- tirò corto Alberto e si diresse verso l'uscita, aspettandosi che gli altri facessero lo stesso.

Attraversando il parco, Marta e Filippo si fermarono a bere alla fontana di pietra.

-Dai, muovetevi! – li richiamò Jessica girandosi indietro- Si beve a casa.. presto, non vedo l'ora di farmi una bella doccia! Voi, no? -e riprese a camminare.

D'improvviso Diego si fermò; una preoccupazione balenò nella sua mente.- Come spieghiamo ai genitori la nostra assenza?

-Già,- si bloccò pure Valerio- se gli raccontiamo esattamente quello che è accaduto ci prenderanno per pazzi e ci faranno rinchiudere.

-Ok, allora mettiamoci d'accordo sulla versione da raccontare.

-Mah..- Bianca non si sentiva per niente tranquilla.

-Scusate, non stavamo facendo la ricerca di scienze?-rammentò a tutti Samantha- E allora che problema c'è? Semplicemente, siamo venuti a prepararla in biblioteca.

-Grande Samy!- Esultò Diego, e afferrandola per la vita la sollevò in aria come la coppa dei campioni.

-Però non siamo sicuri di quanto tempo sia passato.. – replicò Federico, mentre guardava in cagnesco Diego per essersi preso un po' troppa libertà- è probabile che siamo rimasti fuori anche la notte. Non ricordate quante volte abbiamo visto tramontare il sole? Nella foresta e nel deserto di sicuro..

-Perciò, pensi che siano trascorsi più o meno tre giorni?

-Mah..

-E' un bel guaio ragazzi, se è così cosa ci inventiamo?- Disse Jessica, mentre tormentava il suo anello d'oro rosato a forma di corona, girandolo e rigirandolo sul suo dito affusolato.

Le Dimore del CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora