2. ESSERE

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Col disprezzo dipinto in volto Bianca si afferrò la maglia sul petto e chiudendosela nei pugni stretti gridò: -A cosa potrà mai servirci una frase!- e dopo quell'ultima scintilla di energia, anch'essi mollarono la presa facendole capitolare le braccia lungo i fianchi. - Moriremo e basta. – Aggiunse in un fil di voce.

Fu una durissima battaglia contro il tempo. Gli specchi maledetti riflettevano i loro corpi che si addossavano l'uno sull'altro, sudati e via via imbarazzati se la mano di qualcuno finiva su parti intime per sbaglio; neanche il tempo di scusarsi e il battito cardiaco accelerava nel timore di vedersi tutti maciullati.

Samantha si trovava incastrata tra Alberto e Federico; quest'ultimo, ad un palmo davanti a lei, non smetteva di farle danzare gli occhi, ora a destra e ora a sinistra, nella ricerca forsennata di una forza superiore che, per fortuna, non tardò a manifestarsi: - Ma certo! – Sobbalzò lei d'un tratto.- Il messaggio contiene una verità: Bianca si offende sempre.

-Hai ragione!- e, cogliendo al volo il senso di quell'assurda situazione, aggiunse ad alta voce:- Gli altri siamo noi, Bianca, i tuoi compagni; e con tutta probabilità ci toccherà morire se non provi ad essere meno dura con te stessa.

-Mi dispiace ma sono e resterò sempre un brutto anatroccolo che non fa che sbagliare tutto: sono troppo bassa, ho le labbra troppo grandi..

-Ma questo può essere un pregio: pensa ai morbidi baci che potrai dare!- azzardò Valerio e quasi se ne pentì subito. Esporsi così tanto non era certo da lui e, per giunta, gli era impossibile ora nascondersi con la fuga; Bianca gli arrivava poco sopra il mento e se ne sarebbe stata lì, immobile di fronte a lui, fino al compimento del suo macabro destino ma, scossa da quelle parole, provò ad alzare la testa e per la prima volta notò quei bellissimi occhi verdi che, smarriti, la fissavano da sotto le ciocche brune, mai come allora così scarruffate. Come appariva diverso.. e che strana sensazione le arrivò dritta allo stomaco.

-Per favore, trova una qualità!- la incoraggiò Jessica, tra le orecchie incredule di tutti.

-Tutto inutile, non ci riesco!- Nonostante la lusinga di Valerio, Bianca era oramai troppo impantanata nell'immagine che aveva di sé.

-Coraggio, nessuno è mai completamente da buttare. Anche se difettosi, qualcosa di buono c'è sempre...basta solo imparare a vederlo. - Provò Samantha.

-Sono.. bè, potrei dire di me che sono intonata- cominciò timidamente.

-Forse volevi dire che hai una bellissima voce!- si complimentò Valerio che da tempo la spiava quando lei, con gli immancabili auricolari nelle orecchie, cantava dietro le canzoni.

-Bene così! Non smettere!

-Sono generosa..

Finalmente Bianca stava iniziando ad apprezzarsi; l'orribile stanza sparì come una bolla di sapone; e immersi nella notte cosmica vagavano ora leggeri in uno spazio infinito che, tuttavia, non regalava sicurezze. Stupiti di saper respirare anche in assenza di ossigeno, godevano del nulla stellato come pesci danzanti in un acquario. Si guardavano, ridendo ed esultando per il pericolo scampato; distendevano i loro corpi come a sgranchirsi da un lungo letargo e, vagabondi, erravano senza meta.

-Che bello quassù, un senso di pace.. è ciò che vedono gli astronauti?- commentò Marta.

-Non mi pare il caso di gongolarsi: siamo in mezzo al nulla, che ci facciamo qua?

-Relax, Bianca, prendi fiato – replicò Jessica- comunque direi di andare verso quel bagliore.

Gambe e braccia si coordinarono come se avessero dovuto nuotare in mare e pian piano si avvicinarono a quella fonte di luce. Gli scienziati avrebbero forse provato un po' di invidia per quei ragazzi che si trovavano di fronte al fenomeno più discusso e spettacolare dell'universo: il Buco Nero. L'intreccio di diversi fasci di luce che andavano dal giallo all'arancione e al rosso acceso, avvolgeva la parte lacerata del tessuto Spazio-Tempo, dando l'impressione di un buco.

Le Dimore del CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora