Prisoner Kim Namjoon×Reader❦ ~죄인

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↬I keep on dreamin'
on the cloud
Mic Drop, 2018

Namjoon Pov

Il giorno dopo Namjoon si svegliò alle 8 ma fino alle 8:30 si rigirò tra le coperte.

Aveva fatto un sogno stranissimo: era estate e lui e T/n erano volati su un'isola tropicale solo per loro. Si comportavano come una coppia e si erano pure baciati.

Namjoon tenne gli occhi chiusi e si mise a ridere di sé stesso.

Quella ragazza non solo era bellissima, ma aveva anche uno spiccato senso dell'umorismo, era molto intelligente ed era pure sexy senza rendersene conto.

«Aish. A che cazzo sto pensando.»
Si lamentò.

Erano bastate due fottute ore per creare una forte intesa, cosa che con altre donne non gli era mai capitata.
E se fosse stato un colpo di fulmine?
No, non diciamo stronzate.
Ma allora perché quando la ragazza era andata via a lui gli dolevano le guance da quanto aveva sorriso? E perché l'aveva sognata stanotte e il suo primo pensiero era stato subito rivolto a lei?

«Merda, non dirmi che ho una rivisitata sindrome di Stoccolma.»

Qualcuno bussò alla porta blindata ed entrò con il vassoio della modesta colazione.

Era lei.

«Buongiorno Namjoon.»
«Buongiorno T/N.»

Il suo sorriso e la sua voce erano così belli, e i suoi modi delicati ma allo stesso tempo fieri la distinguevano da tutte le altre donne.

«Nam, devo aprire la cella. Non ti punto la pistola perché mi fido di te. Intesi?»

Nam. Oh, quell'abbreviativo era così intimo, e poi com'erano risaltate bene le sue labbra quando lo aveva pronunciato.

«U-um sì.»

Entrambi non se ne resero conto, ma trattennero il respiro mentre lei varcò la soglia.

Namjoon si alzò subito dal letto e la guardò davanti a sé.

Era così strano averla così vicina. Non credeva che sarebbe mai successo.

T/N si chinò e appoggiò il vassoio sul tavolino, continuando a mantenere la distanza obbligatoria di un metro e mezzo.

Erano nervosi, ma allo stesso tempo vedersi così vicini li stava benevolmente rallegrando.

Quando T/N girò il viso verso di lui, gli riservò un sorriso timido che Namjoon si assicurò di imprimere nella sua mente.

«Devo andare. Come hai visto stanotte hai dormito da solo, ma tra un po' arriverà l'agente Kim.»

Namjoon annuì taciturno e le diede la possibilità di uscire e di chiudere di nuovo la cella.

«Aspetta.»
La fermò lui, afferrando le sbarre.

«Quando ci vediamo io e te?»
«Stasera alle 8, va bene?»
«Va bene.»

La porta si aprì ed entrò l'agente Kim che congedò T/N.

Namjoon si sedette su letto e cercò di trattenere lo stupido sorriso che quella giovane donna dai toni dolci e gentili gli aveva procurato.

Guardò lo schermo della sveglia digitale e in meno di un secondo seppe che avrebbe dovuto aspettare 12 ore solo per rivederla.

***

In questo momento, sotto il sole di un freddo di metà Aprile, Namjoon respira un po' d'aria fresca dopo le ventiquattro ore in cui era stato rinchiuso come un topo.