Cap. VII - Risveglio

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Seunghyun P.O.V.

Erano le cinque e trenta minuti. Avevo aperto gli occhi e mi ero guardato intorno. Era successo davvero. Avevo davvero fatto questo a Jiyong. L'avevo usato? L'avevo voluto? Feci mente locale, scuotendo violentemente la testa. Il bisogno di trattenere un conato di vomito si fece spazio nelle mie viscere. Era dovuto al senso di colpa ne ero sicuro. Cercai di mandare tutto giù e di andarmi a dare una calmata.

Mi alzai, delicatamente e dopo essermi vestito con una tuta trovata nel caos decisi di uscire a prendere un po' d'aria. Mi diressi verso il nostro salotto. Gli altri ragazzi erano tornati da un pezzo e questo mi assicurò di non incontrare nessuno nel mio tragitto. Fuori, nel giardinetto, cercai di rilassarmi nella prima sdraio che mi capitò e presi a fumare.

Riflettere. Avevo bisogno di riflettere. Come avrei guardato uno dei miei migliori amici negli occhi dopo quello che era successo quella notte? Osservai le stelle cercando una soluzione, dall'alto, un segno, un qualsiasi cosa.

Rimasi in quella posizione, inerme, per tantissimo tempo. Rividi ogni singola scena, anche se alcune parti mi erano precluse dal troppo alcool. Ma di una cosa ero sicuro: era qualcosa che avevo desiderato. Inalai l'aria fredda che mi circondava e la buttai fuori rumorosamente. Vedere Ji in quello stato, così disinibito e provocante non poteva che farmi strano. Avevo sempre pensato che fosse un tipo sfacciato ma non immaginavo fino a quel punto.

E poi c'erano quei momenti.

I momenti in cui mi guardava negli occhi. Senza dire praticamente nulla. Mi osservava, guardava ogni mio piccolo gesto per cercando di capire se io lo volessi veramente. Mi sorrideva subito dopo e intravedevo, posso giurare di averlo visto per almeno una frazione di secondo, un leggero imbarazzo. Soprattutto quando cercava di nascondermi i suoi ansimi.

Mi venne da sorridere ma subito ritirai quello che stavo pensando. Pensavo veramente che era così facile da affrontare quello che mi sarebbe capitato di lì a breve? Dovevo sicuramente delle spiegazioni e conoscendo il nano malefico le avrebbe pretese. Eccome.

In mezzo a quella montagna di dubbi mi addormentai non prima di aver visto l'alba.

La persona che mi svegliò fu Seungri. Quella canaglia aveva ben pensato di spruzzarmi un po' d'acqua addosso con l'innaffiatore. Il risveglio mi riportò, ancora una volta, alla mente quello che stavo cercando di evitare. Nel mentre stavo cercando di far annegare la testa del Maknae dentro il secchio del fogliame intravidi una scia rossa. Lo mollai subito ed entrai in panico. Decisi di affrontare la cosa come meglio mi riusciva. Ci avevo riflettuto abbastanza. Non avevo intenzione di perdere un mio amico. Ero stato uno stronzo egoista. Come sempre.

-Quindi cosa ci facevi nel letto di Hyung?- quando entrai la conversazione era già bella che avviata. Tae come sempre stava facendo il terzo grado a Ji che lo osservava distratto. Non alzò nemmeno lo sguardo per guardarmi. Rimase con la testa bassa a fissare il suo caffè nero che brillava all'interno della sua tazza. - Te l'ho già detto Tae non lo so!- disse ad un certo punto. Era scocciato. - Sicuramente mi sono addormentato nella stanza sbagliata essendo troppo ubriaco... Non ricordo niente di ieri.- concluse. La parte finale della frase mi lasciò spiazzato. Non ricordava niente? Come era possibile? Proprio lui che in discoteca mi aveva sottolineato di non dimenticarlo, di ricordarmi di lui.

Mi sporsi nel tavolo e finalmente incrociò lo sguardo con il mio. -Beh, qui c'è lo Hyung! Puoi chiederlo direttamente a lui- e detto questo si avviò nella nostra piccola sala di registrazione. Aveva salutato con la mano mentre era già voltato. Questo gesto significava solo una cosa. Si sarebbe chiuso lì per ore, se non per giorni.

-Bene Hyung sono tutto orecchi- riprese Tae, incrociando le braccia al petto.

-E' esattamente come ha appena detto lui- iniziai sicuro quasi con fare distratto. Dovevo far finta di niente. Se non ricordava era anche meglio, no? - Vedendolo steso nel mio letto ho deciso di andare a dormire da un'altra parte- -In giardino?- aggiunse Tae. Quanto poteva essere materno quel ragazzo solo Dio poteva saperlo. - Si, Tae. Altre domande?- feci scocciato. Ji era abituato alla sfilza di domande dell'amico, io dal canto mio non ero mai stato un chiacchierone. Mi stava irritando terribilmente. Serrai la mascella e senza nemmeno rivolgergli una spiegazione decisi che la nostra conversazione era terminata. Mi diressi nella mia stanza, mi feci una doccia veloce e mi vestii. La mia stanza era terribilmente ordinata. Niente di quello che era successo ieri sera sembrava aver lasciato alcuna traccia. Era solo nella mia testa.

Optai per un jeans e una maglia blu e degli occhiali da sole. Avevo intenzione di uscire e andarmi a fare un giro. Afferrai velocemente le chiavi della mia moto e sparii chiudendomi la porta alle mie spalle. Avevo sicuramente bisogno di riflettere. O per lo meno di svagarmi.

Avevo ancora i postumi della sbornia. Decisi di fermarmi in un piccolo ristorante dove non avrei trovato molte persone che mi avrebbero potuto riconoscere. Dopo aver pranzato mi diressi alla spiaggia che affacciava proprio davanti al locale. Era stranamente vuota. Mi stesi lì e stetti a non pensare per tanto tempo. Era il mio piccolo posto felice. Avevo passato dei momenti bruttissimi nella mia vita e li avevo tutti smaltiti in quel piccolo pezzo di realtà.

-Sapevo di trovarti qui- ed io sapevo di chi era quella voce. - Dae. Cosa ci fai qui?- chiesi rimanendo sdraiato contro la sabbia. Anche se portavo gli occhiali da sole e avevo gli occhi chiusi percepivo la sua presenza, distante ma rincuorante. Mi aveva sempre trovato e sapeva sempre dove fossi. - Volevo stare un po' da solo con il mio amico – esclamò sicuro. Si stese al mio fianco e restò in silenzio per quelli che parvero anni. Eravamo solo io e lui.

Quando si fece l'ora di tornare a casa lui mi guardò dritto negli occhi e con il solito sorriso mi disse – Tabi, se sei venuto qui un motivo ci sarà, non credi?- io lo guardai stranito. Come faceva a sapere di ieri? Che avesse impiantato telecamere ovunque o, ancor peggio che avesse assistito all'interrogatorio di Taeyang quella mattina? Sorrisi calmo. Non poteva sapere sempre tutto. - Non è successo nulla D.- dicendo quello ad alta voce una piccolissima fitta mi colpì lo stomaco. Ma cos..? Ovviamente feci finta di niente. Se ne convinse e mi rincuorai, almeno apparentemente. - Nulla- ripetè lui. Poi mi rivolse un altro sorriso che io ricambiai. Quella gitarella mi aveva fatto bene, ne ero sicuro. Ne ero sicurissimo.

Tornammo a casa che si era fatta l'ora di cena.

Del nano rosso non ce n'era alcuna traccia.

-L'ho visto uscire poco fa. - fu l'unica cosa che sentii uscire dalla bocca da Tae.

The Necklace ~ GTOPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora